CAPITOLO NOVE: respira, e vedrai.
Pompei, 79 D.C
<< Ehi, bambola, portami un po' di quel vino! >> urla l'uomo in fondo all'osteria 'Giulio Polivio'.
<< Subito >> esclama Anna, la giovane locandiera dell'osteria. Anna è giovane, bella, ma non di una bellezza sensuale, piuttosto una bellezza sciupata. Si, ha occhi grandi, sopracciglia nere e folte, labbra sottili e un raffinato naso all'insù. Nonostante ciò, ha gli occhi grandi, certo, occhi grandi rovinati dal pianto, enormi borse sotto gli occhi e alcuni segni rossi sulle braccia deboli e sottili.
<< Ecco a lei, signor Merlin >> dice appoggiando i calici sul tavolo di legno.
<< Grazie bambola, tieni questa >> dice allungandole diverse monetine.
<< La ringrazio >> dice sorridendo timidamente.
Ritorna verso il bancone e quando arriva, il proprietario le dà una sculacciata sul sedere. Trasale, ma non dà segni di sconforto: appoggia cautamente il vassoio sul bancone e riempie altri calici.
<< Mia cara, penso sia ora che tu vada >> dice il proprietario, dopo che Anne appoggia i calici pieni di vino.
<< D'accordo, a domani >> dice appoggiando al bancone il suo grembiule.
<< Ricorda di prendere le anfore di vino in magazzino prima di entrare, Anna >>
<< Va bene, signore >> dice uscendo all'aria aperta.
'Finalmente', pensa Anna. Anche oggi è finita. Si porta le mani alla bocca per scaldarle per qualche secondo, prima di iniziare a camminare per le stradine deserte di Pompei. Effettivamente, qualcuno c'è e si sta dirigendo nello stesso luogo in cui sta andando Anna: la Casa del Piacere di Victor e Africanus. Iniziano a scenderle alcune lacrime prima di entrare nell'edificio, ma le ricaccia indietro. Quando entra, viene colta da un caldo inaspettato ma allo stesso tempo piacevole.
<< Ciao Anna, sei in ritardo. Accomodati alla tua stanza e preparati >> dice Victor.
<< Perdonami, il proprietario mi ha trattenuto più del previsto >> dice abbassando lo sguardo al pavimento,
<< Non importa, ora vai >> le ordina l'uomo.
Anna si dirige verso la sua 'stanza' o meglio, il luogo delle sue torture. Non appena entra, viene travolta dall'odore acre e marcio della stanza. Si guarda attorno alcuni secondi prima di entrarvi e poi accarezza la superficie liscia della parete e si lascia prendere dal panico. Si ricompone in qualche minuto e poi si toglie i vestiti, rimanendo solo con una vestaglia, fin troppo fine per riscaldarla. Prende dal pavimento la coperta e la appoggia sopra il piccolo letto di marmo presente nella stanza, e a lume di candela, aspetta i suoi clienti.
Non è passato molto dall'arrivo di Anna che subito entra un uomo. È abbastanza giovane, ha la barba scura, sopracciglia sottili e ben curate, è vestito rozzamente, ma nonostante ciò è molto affascinante.
<< Salve signore >> dice Anna mentre l'uomo 'chiude' la stanza con un piccolo telo arancione. L'uomo non la saluta, la prende per le mani e la fa piegare: Anna non ha neppure il tempo di proferire parola, che egli le abbassa la vestaglia ed entra velocemente in lei. Anna urla dal dolore improvviso e lacrima, mentre l'uomo si muove al suo interno.
<< Muoviti troia! >> le dice l'uomo sculacciandola più volte. Anna lo asseconda e quando si unisce a lui, lo sente gemere alcune volte prima di incrementare ancora di più il ritmo. Le palpa i seni e le lascia umidi baci sulla schiena, si irrigidisce e grugnisce qualcosa, prima di uscire velocemente dalla ragazza. Anna cade a terra, non più sorretta dal rozzo uomo.
<< Tieni >> le dice, buttando sul letto alcune monete di rame, prima di uscire.
Anna si ricompone velocemente, alzandosi e sistemandosi al meglio la vestaglia. Nota con orrore che l'uomo le ha macchiato la veste, così, scoraggiata se la toglie, rimanendo completamente nuda. Si copre con le mani e avvicina le ginocchia al petto, sperando di scaldarsi un po'. Dopo un po', entra Victor, con un panno di lana: << tieni >> dice abbozzando un sorriso. Anna alza la testa, ricambiando timidamente il sorriso all'uomo. <<Ti ringrazio >> dice alzandosi per infilarselo.
<< Scusami, è che ho visto che era sporco, così son venuto a dartelo >>
<< Hai fatto bene >> taglia corto Anna, sedendosi sullo scomodo letto.
<< Avvertimi se hai bisogno di qualcosa >> le dice Victor uscendo dalla stanza per far entrare un nuovo cliente, che ancora una volta la deplora.
<< Eccomi >> dice un nuovo cliente. << Sei così giovane, e così bella >> dice l'ennesimo uomo. << E guarda che meravigliosa pelle che hai, dio, sarà un piacere scopare con te >> le dice tirandole i capelli. Anna urla dal dolore, ma poi rimane zitta e mentre l'uomo si spoglia, lei fa cadere il panno di lana. Prima di rivolgerle lo sguardo, estrae qualcosa dalle tasche dei pantaloni: << Ingoia e divertiamoci >> dice l'uomo offrendole una piccola pastiglia bianca. Anna indugia qualche minuto prima di parlare: << cos-cos'è? >>.
<< Solamente un dono per ammorbidirti >> dice mettendogliela in bocca.
<< Brava bambina, ora prendi anche queste due qui >> le dice. Anna prova a rifiutare, ma lui gliele caccia rapidamente in bocca. A quel punto, le tocca le spalle, i seni, il ventre e la bacia. Anna rabbrividisce, ma dopo pochi secondi si lascia andare alle sensazioni. E non sente più nulla. La bellissima sensazione la travolge, riesce a non sentire tutto ciò che le sta capitando, tutto ciò che le sta facendo l'uomo. Ride felice e sente l'uomo che fa lo stesso a sua volta.
<< Oh, senti! >> esclama l'uomo accarezzandole le spalle, entrando velocemente in lei.
<< Gioisci per me! >> riprende l'uomo. Anna si lascia nuovamente andare e per la prima volta asseconda l'uomo perché lo vuole realmente. L'uomo la trascina in un vortice di emozioni mai provate prima. Pensa alle pastiglie bianche che ha ingurgitato prima e ringrazia l'uomo mentalmente.
Quando l'uomo, la appoggia al letto di marmo e si riveste, Anna inizia a sentire la testa scoppiarle. Inizia ad avvertire un senso di nausea invaderla tutta. Prova a chiedere aiuto all'uomo delle pastiglie, ma non riesce a dire nulla. La bocca le si è seccata e fatica anche a tenere gli occhi aperti.
'Victor', 'Victor', 'Victor aiutami', pensa mentalmente sbracciandosi.
Ripete il nome di Victor per momenti interminabili e poi riesce a chiamarlo: << Victor >> sussurra. << Victor >> grida poi. Dopo pochi istanti, nei quali l'uomo delle pastiglie è oramai uscito, Victor si precipita nella stanza.
<< Cosa..? >> prova a dire, ma poi Anna gli vomita sulle scarpe. <<Anna, che cazzo.. >> prova a ridire, mentre lei si contorce a causa degli spasmi.
<< Anna! Cosa succede? >> le dice, dandole degli scossoni.
<< U-uomo. P-p-pa-pa-pastiglie >> prova a dire tra uno spasmo e l'altro.
<< Anna! >> urla Victor rimproverandola. << Aspetta qui cazzo! >> le urla prima di precipitarsi fuori dalla stanza. Non sente nulla, ma le pare che Victor sia fuori a discutere con l'uomo delle pastiglie. << Che diamine le hai dato?! >> gli urla. Non sente la risposta dell'uomo, piuttosto sente un rumore sordo e poi molte voci l'una sopra l'altra che parlano velocemente.
<< STAI LONTANO DA QUESTA CASA >> urla Victor per poi ritornare da lei.
<< No, no Anna. Guardami >> le dice. Anna non riesce a capire il motivo del suo lamento, riesce a sentire la voce del suo capo, mentre la chiama a gran voce, implorandola di restare con lui. Sente un forte boato e poi viene travolta dal calore. Un immenso calore che frantuma tutto.
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Anne and the Olympians: the one hundred lives
FanfictionAnne, Nanny, Annika, Hanna, Nana, Ana, Annuccia, Annan, Lucrezia sono tutte legate dalla stessa maledizione, che ha reso la comune mortale ateniese Anne, una donna dalle molteplici vite, a causa di una maledizione creata dalle dee Demetra e Afrodite...