CAPITOLO CINQUE: l'arancione è il nuovo nero

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CAPITOLO CINQUE: l'arancione è il nuovo nero

1891 D. C

Philadelphia, Pennsylvania

L'aria era gelida fuori. Tremendamente gelida. Anche per una guardia federale era tremendo stare al freddo durante l'inverno. Stare al freddo in mezzo al nulla. Ed era esattamente ciò che odiava fare Arthur, anche se quello non era esattamente il suo vero nome. Lui era lì non di certo per vocazione verso la giustizia e neppure per racimolare qualche soldo in più. Niente affatto. Era una vita che la inseguiva, era una vita che cercava di salvarla, senza nessuna vittoria sfortunatamente. Lui era lì per lei. Era lì per una delle detenute.

Quella vita per lei era così distruttiva, forse la più brutta fino ad allora. Arthur non aveva mai pensato a lei in quel modo, seppur anche lui avesse avuto a che fare con la guerra per diverso tempo non era mai riuscito ad immaginarsela in un posto così squallido. Neanche per un secondo. E neppure adesso riusciva a capacitarsi del modo in cui viveva l'amore leggendario della sua vita. Lei non lo sapeva ancora naturalmente, lo sapeva, una volta. Ora non ne era certo. Naturalmente nel suo cuore aveva ancora un piccolo frammento di quella che era stata la sua prima e vera vita. Quella che sua moglie aveva tolto a lui, all'amore della sua vita ed a suo fratello. Gli sembrava di impazzire.. e non era di certo la prima volta.

Volse il viso verso il prato, nel quale erano ammassate le detenute, che indossavano tutte rigorosamente una divisa arancione. In quel momento erano tutte ammassate l'una contro l'altra nel tragico tentativo di scaldarsi a vicenda. Nonostante vi fossero delle incomprensioni l'una con l'altra nessuna di loro poteva o voleva sottrarsi ad un po' di calore umano. Ai lati del cerchio vi erano le detenute più anziane, che avrebbero concluso la loro vita a marcire in quello che veniva definito il penitenziario più all'avanguardia di quel tempo.. ma per una guardia non gli sembrava affatto così. L'Eastern State era un penitenziario tremendo, nonostante le carcerate fossero tutte donne in quel luogo succedeva di tutto. Nonostante fosse un penitenziario, all'interno trafficava di tutto: dal tabacco all'oppio, dall'oppio alla birra e tutto ciò non faceva altro che stupire Arthur, perché diamine, quel posto era come ritrovarsi a piede libero nella città. Il governo si era fatto in quattro per dare alla caccia a delle criminali, per giustiziarle, cercare di dare una scossa alla loro vita togliendole dai brutti giri.. e poi venivano piazzate in un penitenziario in cui girava di tutto. E questo mandava Arthur in bestia ogni secondo della giornata. Era da quattro anni che lavorava lì, quattro anni che la seguiva con lo sguardo sperando che lei lo riconoscesse in qualche modo. Ma non era mai stato così.

Annette (Ana) Vauman era l'amore della sua vita e non poteva credere che in quella vita lei fosse una tremenda assassina. Per quanto gli riguardava, lo era. Era arrivata al penitenziario in una bellissima giornata di maggio, la tipica giornata in cui gli uccellini cinguettano ed il sole è alto nel cielo. Era stata portata al penitenziario da Mary, anche chiamata Car poiché essendo l'unica detenuta con la patente e ritenuta abbastanza sana di mente trasportava le detenute da un posto all'altro. Accanto a Mary quel giorno vi erano anche quattro guardie federali, due delle quali erano state profumatamente pagate dal governo per trasportarla dal Mississippi alla Pennsylvania. E non appena incontrò il suo sguardo capì immediatamente che la sua splendida, pura e candida Anne non c'era più. Almeno non quell'anno. Quell'anno al suo posto vi era una giovane donna di ventitré anni che si era intrufolata nella casa del suo ex marito e aveva ucciso la sua nuova donna per poi farsi un bagno utilizzando il sangue della compagna del suo ex marito ed indossando il vestito da sposa della compagna dell'ex marito, che avrebbe dovuto mettere al matrimonio. Una vicina allarmata aveva chiamato la polizia e questi avevano trovato la donna immersa nella vasca a fare un riposino, noncurante della straziante fine che aveva inflitto alla nuova compagna dell'ex marito. Ed era così che era arrivata al penitenziario, carica d'odio, carica di pazzia e coinvolta in un brutale omicidio che le aveva procurato la pena massima: l'ergastolo. L'avrebbe perciò vista crescere, invecchiare fino a quando non si sarebbe spenta dentro a quell'orribile penitenziario, solo perché era stata lasciata dall'ex marito.

Anne and the Olympians: the one hundred livesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora