CAPITOLO OTTO: liceo e vecchi problemi
2014 D.C, Yale University
Quando Anne si sveglia, capisce all'istante di non trovarsi nel suo nuovo dormitorio. E quando le sue ipotesi si rivelano fondate, inizia ad impazzire all'istante. Cerca di ricordare ciò che è successo la notte prima, ma tutto ciò che ricorda sono le bottiglie di alcool, la sgualdrina della confraternita ed il, oh. Il ragazzo!
Possibile mai, che Anne avesse trascorso la notte con lui?
<< Merda! >> esclama alzandosi sui gomiti. Osserva la stanza che seppur oscurata dalle tapparelle è riconoscibile: vi è una scrivania con un pc e diversi fogli buttati a casaccio, due enormi scaffali stracolmi di libri, diverse fotografie e poster appesi alle pareti. Anne si alza meglio questa volta, controllando di essere sola nella stanza. Non appena si alza però, nota di avere addosso solo la felpa della Yale e le sue mutande. Presa dal panico, prende il lenzuolo e se lo avvolge attorno ed osservando la stanza spera di trovare i suoi jeans, ma quando, cinque minuti più tardi ha buttato all'aria tutto si rassegna ed apre cautamente la porta della stanza. Osserva a destra e sinistra per qualche minuto prima di uscire e cammina velocemente per diversi minuti prima di girarsi indietro spaventata da un rumore. Quando però si scontra con un corpo umano, volge lo sguardo in avanti.
<< Ehi, tu, att... >> inizia a protestare il ragazzo, ma nell'attimo in cui si volge ammutolisce.
<< Sei tu! >> urla Anne.
<< Si sono io, ma potresti evitare di urlare? Qui ci svegliamo tardi >> dice sorseggiando una tazza di caffè.
<< Cazzo, ma stai scherzando? Ad ogni modo.. >>
<< Tu piuttosto, cosa vuoi? >> chiede lui in tono minaccioso.
<< IO? Cazzo, quella senza pantaloni sono io! >> sbraita Anne.
<< Oh, si giusto >> sghignazza.
<< Fanculo! Se mi hai anche solo toccata... pezzo di merda! >> esordisce Anne.
<< Ehi, calmati principessina del dramma, nessuno ha toccato nessuno >> dice alzando le mani al cielo.
<< Non credo ad una parola >> dice Anne.
<< Tesoro, se temi per la tua verginità, tranquilla.. ce l'hai ancora >> dice dandole una pacca amichevole sulle spalle.
A quell'affermazione Anne arrossisce violentemente. Forse perché in fondo sapeva che quel ragazzo aveva ragione, forse perché era imbarazzata dalla situazione, o forse.. si, era ancora vergine. Il ragazzo aveva capito tutto, ancor prima di conoscerla.
<< Colpita ed affondata >> disse trionfante il ragazzo iniziando a sghignazzare.
<< Tu, tu sei solo un vile! >>
<< Woah, tu sei ben istruita! >> dice iniziando a camminare.
<< Ehi, dove pensi d'andare? >> dice Anne prendendolo per un braccio.
<< Mm, a continuare la mia colazione forse? >> dice alzando un sopracciglio.
<< No no, tu mi devi dare i miei jeans! >>
<< Scusami? Perché dovrei averceli io?
<< Io non li ho! >> urla. Questa volta da una delle stanze uscì una ragazza in reggiseno e mutande.
<< Mio dio, copriti! >> urla Anne.
<< Ancora tu? Sei così noiosa. È la mia confraternita, il mio ragazzo, posso fare quel cazzo che mi pare >> dice baciandolo.
<< Perfetto, ma io ho bisogno di coprirmi, non tutte sono troie come te >> dice Anne sorridendo.
<< Signore, ora smettetela. Prendi un paio dei miei pantaloni della tuta e vattene >>
<< Oh, tu si che sei gentile! >> scoppia a ridere nervosamente Anne.
<< Io vado >> dice la ragazza della notte precedente.
<< Addio >> la congeda Anne sorridendo per poi alzare gli occhi al cielo.
<< Sei una fottuta spina nel fianco... >> dice sbuffando il ragazzo.
<< Anne, cazzo. Mi chiamo Anne >>
<< Okay Anne, prendi questi e vattene >> dice togliendosi i suoi pantaloni per poi darli a lei
<< Tu sei fottutamente bipolare! >> dice Anne strappandoglieli di mano e lasciando cadere il lenzuolo se li infila velocemente.
<< Bene, grazie per la visita, la strada per uscire te la ricorderai, spero >> annuncia il ragazzo, sistemandosi il maglione.
<< Certo, e comunque non sarei di certo venuta a chiedere a te >> sputa Anne, dandogli uno schiaffo sulla spalla.
<< Ahia, cazzo! Ma sei una fottuta psicopatica! >> le urla massaggiandosi la spalla.
<< Oh, scusa. Mi è partito da solo il braccio, cose normali >> dice Anne scendendo per le scale furiosa.
Ma come si permette quel tale cafone di prendersi gioco di lei? Come si permette di trattarla come se fosse spazzatura? Per giunta, nemmeno la conosce! Diamine. In che razza di università ha deciso di andare? Gli opuscoli dovrebbero scriverle cose del genere. "Affettuosa e calda università. Studiate qui per frequentare i nostri meravigliosi corsi. Piccola falla nel sistema: stronzi cafoni intralceranno la via del vostro successo, ma state tranquilli.. affidatevi a noi!". Ma si può?! << Sei una fottuta psicopatica >> dice Anne a voce alta, imitando il tono del ragazzo.
Tormentata da questi pensieri, Anne, nemmeno si accorge di aver urtato una persona, o meglio, un ragazzo. È alto, molto alto, ha la pelle chiarissima, occhi chiari e limpidi e capelli castani.
<< Perdonami >> dice lui, scattando sulla difensiva. << Non intendevo venirti addosso >> dice con rancore.
<< Mm, no. L'unica che si deve scusare qui, è la sottoscritta. Perdonami, davvero >> dice indugiando Anne.
<< No, insomma, beh, io sono Dioniso >> dice alla fine il ragazzo.
<< Aspetta, come la divinità? >> dice Anne accennando ad un risolino.
<< Mm, si >> dice sorridendo.
<< Perdonami, scusami, non volevo ridere del tuo nome >> dice Anne.
<< Capita.. e tu sei? >>
<< Anne Montgomery >> dice smettendo di ridere.
<< Hai bisogno, di uhm, un passaggio? >>
<< No, uhm, no >>
<< Sicura? Ti vedo piuttosto disorientata >> dice ridendo.
<< Beh, in realtà si >>
<< E perché non accetti il mio aiuto? Tranquilla: non ho alcun tipo di malattia, non sono nemmeno un serial killer >> dice ridendo dell'ingenuità di Anne.
<< Son venuta con la mia macchina >> ammette Anne.
<< Non c'è nessun problema, beh, buona giornata >> dice Dioniso.
<< Si, buona giornata >> dice lei guardando scomparire Dioniso da dietro l'angolo.
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Anne and the Olympians: the one hundred lives
FanficAnne, Nanny, Annika, Hanna, Nana, Ana, Annuccia, Annan, Lucrezia sono tutte legate dalla stessa maledizione, che ha reso la comune mortale ateniese Anne, una donna dalle molteplici vite, a causa di una maledizione creata dalle dee Demetra e Afrodite...