Snowflake ❄️ Mikayuu

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- Ancora non ci credo che tu l'abbia fatto di nuovo! -

- Amore, non ho... -

- NON CHIAMARMI AMORE! -

Lo sguardo che Yu lanciò a Mika bastò a immobilizzarlo sul posto, esattamente al centro della stanza.
Sapeva di avere torto, aveva ceduto un'altra volta dopo avergli promesso l'anno prima che non sarebbe più successo.

- Yu, ascoltami... -

- No Mika, non ti voglio ascoltare - Yu parlò a bassa voce, questa volta.
Era stanco di stare a sentire le sue scuse, stanco di rimanere a casa ad aspettarlo, stanco di riporre in lui una fiducia che, in quel momento, gli parve non si meritasse.

- Me l'avevi giurato, porca miseria. È da anni che va avanti questa storia -

Mika vide gli occhi del marito velarsi di lacrime e non riuscì a sostenere il suo sguardo, consapevole di averle causate lui stesso con i propri gesti.
Prese a fissare la fantasia stampata sui suoi calzini, tanti alberelli natalizi su uno sfondo rosso ciliegia. Non che li amasse particolarmente, li trovava anche un po' imbarazzanti, a dirla tutta. Ma glieli aveva regalati Yu un paio di Natali prima e gli piaceva indossarli in quel periodo con il solo scopo di vederlo sorridere ogni volta che li aveva indosso.

Pensare ai suoi occhi felici gli fece distendere l'espressione e lo riportò al momento presente, in cui invece Yu aveva iniziato a piangere in silenzio, senza smettere di fissarlo con i suoi due enormi frammenti di giada.
Mika provò ad avvicinarglisi e ad accarezzargli una guancia, raccogliendo una lacrima con il pollice. Lo vide chiudere delicatamente le palpebre e tentò di riprendere il discorso: - Yuu-chan... -

- Vado a dormire, Mika - disse lui senza alzare lo sguardo e dirigendosi in camera da letto, trascinando i piedi.

Gli occhi e il cuore di Mika si riempirono di una profonda tristezza nel vedere la persona che più amava al mondo in quelle condizioni.
Si accasciò sul divano, senza avere il coraggio di seguirlo nel tentativo di parlargli e vergognandosi di se stesso per la propria vigliaccheria.
Chiuse gli occhi e si concentrò sui suoni provocati dai movimenti di Yu nella stanza accanto: il tintinnio della cintura, il fruscio degli indumenti sfilati, il colpo, forse un po' troppo forte rispetto al solito, dell'anta dell'armadio richiusa. Il rumore di un naso soffiato...
Mika sapeva che il suo Yu stava continuando a piangere, ma per qualche strana ragione le gambe lo tenevano bloccato al divano, impedendogli di correre ad abbracciarlo e a dirgli quanto si sentisse stupido, di nuovo, anche quest'anno.

Quando riaprì gli occhi il suo sguardo cadde sulla fotografia incorniciata sopra lo scrittoio. Era lì da sempre, non aveva bisogno di guardarla attentamente per sapere cosa ritraesse. Eppure, ciò che catturò la sua attenzione in quel momento fu sufficiente a dargli la forza di alzarsi, afferrare la piccola cornice e raggiungere a sua volta la camera da letto.

Yu si stava infilando sotto le coperte e quando lo vide entrare si affrettò a tirarsi il piumone sulla fronte e a nascondere il viso nel cuscino per evitare che Mika lo vedesse con gli occhi ancora arrossati e il naso colante.
Ma quella premura non bastò a fermare il marito, che si avvicinò al letto e si sedette accanto alla schiena che Yu gli stava rivolgendo.

- Yuu-chan - lo chiamò, stringendo ancora la fotografia tra le dita.

Non ricevendo risposta, provò a chinarsi su di lui. Non riusciva a vedere il suo volto, rimasto nascosto sotto le lenzuola, ma delicatamente poggiò la fotografia sul cuscino all'altezza dei suoi occhi e gli sussurrò, vicinissimo all'orecchio: - Yuu- chan, ti ricordi di quel giorno? -

❄️

Trascorrere il Natale in quella casa fuori città era una tradizione per le famiglie di Mika e Yu da prima ancora che loro due venissero al mondo.

Twelve Days of ChristmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora