Ice ❄️ Yatori

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- Perché non gli regali un deodorante e la facciamo finita? -

Ero esausto quando formulai la domanda, preda del male ai piedi per aver camminato troppo.
Quando Hiyori era passata a prendermi nel pomeriggio a casa di Kofuku e Daikoku, non avrei mai immaginato che ci saremmo ridotti a girare come trottole in quel centro commerciale gremito di gente per trovare un regalo adatto. In mezzo a bambini urlanti e appiccicosi per via dello zucchero filato, immense buste di carta che le persone, non vedendomi, continuavano a sbattermi sugli stinchi e fastidiosissimi jingle natalizi provenienti dagli altoparlanti a un volume assordante.

Per chi, poi? Per Yato, ovviamente.
Hiyori si era messa in testa di volergli fare un regalo a tutti i costi, senza avere la minima idea di cosa potesse servire a un vagabondo come lui.

- Ripeto, andrebbe benissimo un deodorante, perché puzza sempre di più. Quello, oppure del borotalco per le mani, che le ha sempre sudaticce -

- Dici, Yukine-kun? Io trovo che il suo odore non sia così male... -

La guardai alzando un sopracciglio e la vidi coprirsi il volto con la sciarpa rosa, probabilmente nel tentativo di nascondere il rossore che le stava invadendo le guance.
Sospirai, alzando gli occhi al cielo, e decisi di tentare di aiutarla seriamente nella ricerca di questo fantomatico regalo: prima finiamo, prima usciamo da qui, pensai.

- Hiyori, che ne dici di questo? - le proposi fermandomi davanti a una vetrina.

- Un salvadanaio? - disse lei, piegando leggermente la testa di lato e guardando l'orrendo maialino di ceramica che le stavo indicando.

- Così eviterebbe di andare in giro con quella vecchia bottiglia -
E, voltandomi nella direzione opposta, in modo da non farmi sentire da Hiyori, aggiunsi a denti stretti: - E magari smetterebbe di rubare soldi a me, quel poveraccio -

- Perché non glielo regali tu? - mi chiese con un sorriso.

- Non mi sognerei mai di spendere per quello spilorcio. Mi chiedo perché lo stia facendo tu, Hiyori. Sai che lui non ti regalerà niente in ogni caso, vero? -

- Certo che lo so, è pur sempre di Yato che stiamo parlando. Il dio che preferisce sperperare i propri risparmi in stupidi amuleti e portafortuna di plastica, piuttosto che per qualcosa di serio - disse, con aria rassegnata, riprendendo a camminare.
Poi cambiò espressione e riprese: - Ma è una cosa che mi va di fare. Ho un regalo anche per te, sai? -

Mi bloccai in mezzo al corridoio, ricevendo l'ennesimo spintone da un uomo grande e grosso che non era riuscito a vedermi.
Non ricordavo a quando risalisse l'ultima volta che avevo ricevuto un regalo, non avendo memoria della mia vita passata. E l'idea che qualcuno avesse pensato a me in un'occasione come il Natale, una festa che avevo ormai quasi dimenticato, mi scaldò il cuore. Per di più, non si trattava di una persona qualunque, ma di qualcuno a cui ero molto affezionato, la mia prima, vera amica in chissà quanto tempo.
Sorrisi, grattandomi la guancia, e ripresi a camminare, accelerando il passo per raggiungerla.

Dopo pochi metri fu lei a fermarsi, davanti a una pasticceria da cui proveniva un profumo dolcissimo e invitante di cioccolato, crema e pasta frolla. Sul bancone all'interno erano appoggiate leccornie di ogni tipo, glassate e colorate.
Quando si voltò nella mia direzione, Hiyori aveva gli occhi lucidi e temetti che avrebbe iniziato a sbavare come un mastino da un momento all'altro: - Yukine-kun, ti andrebbe una pausa? Offro io -

Ero impegnato a scavare la tazza con il cucchiaino, nell'intento di non sprecare nemmeno una goccia di quella deliziosa cioccolata calda alla cannella, quando sentii un rumore metallico di fronte a me: alzai lo sguardo su Hiyori e la trovai a guardare un punto vago oltre la vetrina della pasticceria, dopo essersi fatta scivolare il cucchiaino nel piatto, accanto al muffin al cioccolato bianco.

Twelve Days of ChristmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora