𝟾. 𝑃𝑒𝑙𝑙𝑖𝑐𝑜𝑙𝑎 𝑏𝑟𝑢𝑐𝑖𝑎𝑡𝑎 𝑛𝑒𝑙 𝑚𝑒𝑧𝑧𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑓𝑖𝑙𝑚

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"Sai perché hanno preso Taehyung vero?"
"Mi sono fatto la mia opinione a riguardo."
Non gli chiese altro, non ne ebbe il tempo perché Jimin riprese a parlare
"Posso avere le redini?"
"No"
Ma ben presto si rese conto di non conoscere affatto quel bosco e di star facendo sbandare il cavallo. Jimin alzò le sopracciglia, come per dirgli "te l'avevo detto"
"Ok tienile strette"
"So starci a cavallo" rispose. Si fece indietro col sedere per poter calciare il ventre dell'animale se ne avesse avuto bisogno. Si piegò in avanti come ad assumere una forma più aereodinamica e spinse Jeongguk a fare lo stesso
"Tieniti forte, non ci vado piano"
Jeongguk non si era mai avventurato in quel bosco e ne capiva il motivo facilmente: Era buio, il sole stava calando è vero ma oltre a ciò le chiome altissime degli alberi coprivano quasi completamente il cielo sopra di loro e faceva apparire il sentiero molto più tetro. Da piccolo gli raccontavano brutte storie su orsi cattivi... ironico, gli orsi non stanno mica sulle colline erbose. E di elfi mangia-umani, creature mistiche, streghe. E proprio su quest'ultima era terrorizzato. Lo era anche adesso, tanto da dire a Jimin "Stai attento a non calpestare qualche casa delle streghe, credo di avere già una maledizione, non me ne serve un'altra"
"Non hai una maledizione, hai un animo purissimo invece. E le streghe non scagliano maledizioni contro le persone senza ragione. E comunque non stanno a ovest, stanno a nord per l'ombra...Dovresti informarti prima di fare queste affermazioni"
"Cos'è? Sei uno stregone anche tu?"
"Solo perché sono informato?"
"Non è la risposta alla domanda che ho posto"
"E non la riceverai"
"Cristo, è il giorno più strano della mia esistenza"
"Sapessi i miei" rise Jimin. Il bosco si diramava sempre di più.
"Sto per vomitare" disse all'ennesimo salto e slalom per evitare i rami e i sassi
"Non hai tempo per vomitare, Taehyung sarà mal ridotto. Già lo vedo, gonfio di lividi, sanguinante... Povera stella, sto pregando per lui da ieri sera"
"Pensi che lo troveremo vivo?"
"Non ne ho la certezza, sinceramente. È gente pericolosa, non mi stupirei se lo trovassimo in mezzo alle fiamme"
"Allora vai più veloce"
"Hai detto che stai per-"
"Più veloce, vai più veloce che puoi. Ti prego"
"Ai tuoi ordini"
A ogni battito di ciglia sembrava di inquadrare Taehyung. I suoi occhi chiusi, la sua bocca che si apriva e gemeva. Il suo collo che si tirava indietro, le mani che si appigliavano alla sua schiena come un gatto. Piantava le unghie dentro e le trascinava ovunque scivolavano per il sudore. La sua pancia, priva di ogni muscolatura, flaccida che tirava in dentro cercando di fare i respiri più profondi possibile. La schiena che passava da inarcata a rilassata continuamente. Le cosce che non riuscivano a rimanere spalancate e si stringevano fra loro ogni volta che era sfiorato. E lui che doveva costringerle. Amava quel "potere" che esercitava su di lui.
Gli stava sfuggendo tutto dalle mani, sembrava che tutto si stesse sfumando, come una pellicola bruciata nel mezzo del film della sua vita.
"Cazzo Jeongguk concentrati" lo riprese Jimin, accorgendosi della sua dispersione
"E? Ah, sì sì sono concentrato"
"Siamo quasi arrivati, il capannone è giusto a un chilometro, ci siamo quasi" Cercò di rincuorarlo come poteva "Dio, ti prego, aiutaci" fece stringendo i denti, non credeva nemmeno lui che sarebbero sopravvissuti tutti a quella serata.
Jimin inchiodò col cavallo e Jeongguk scese con un balzo. Non si curò nemmeno del dolore sotto le suole per l'infinito sforzo quel giorno che si fiondò contro il corpo steso sull'erba, moribondo.
"Taehyung!" gridò appena lo vide. Si sedette per terra, affiancandolo.
"Tae, Tae amore mio, sono qui" si avvicinò per sentire se respirava, se il suo cuore battesse. Mentre lo faceva gli occhi del maggiore si spalancarono. Era vivo, era vivo fra le sue braccia. Non riusciva a crederlo. Era proprio lì. Non pianse solo per non abbattere maggiormente il ferito.
"Ggukie..." non riusciva a parlare, troppo dolorante
"Non parlare, non parlare. C'è Jimin qui, ora ti portiamo via a cavallo vero Jimin?"
Provi ad annuire, stando in silenzio a guardarli. Non aveva bisogno di fare domande, oramai si erano palesati.
"Sì... Sì tae fai un ultimo sforzo. Ce la fai ad alzarti?" continuò il minore
"No... no" mormorò appena dopo aver provato a spostare le gambe, riuscendoci per pochissimi centimetri
"Okay nessun problema... Ora ti prendo in spalla e ti stendo sul cavallo e io cammino a piedi..." inventò provando a sollevarlo lui
"Jeongguk" provò a richiamarlo il castano
"Sisi ok vieni qui vieni qui che ti tiro su..."
"Gguk..."
"Mi sei mancato come il respiro, va tutto bene, andrà tutto bene"
"Cristo Jeongguk no! Non ce la faremo perché torneranno. Torneranno e continueranno perché non lasciano vivo nessuno, e tu lo sai. Tu lo sai che non sopravvive nessuno nelle loro mani"
Stette zitto. Aveva ragione, Jimin.
Taehyung iniziò a singhiozzare, l'esplicazione di quei fatti lo distrusse anche se aveva pensato di morire diverse volte.
"Morirò? è questo che mi merito? Ma Gguk dobbiamo andare in america noi... Dobbiamo sposarci, dobbiamo avere dei bambini... Perché? Non è giusto. Perché? Perché?"
"Amore mio, shh, non morirà nessuno oggi. E nemmeno dopodomani. E nemmeno tra tre giorni. Vivrai anzi vivremo per altri sessant'anni se non di più. No no e no, non dirlo più" gli diede un bacio sulla fronte
"Jimin vai a chiamare Seokjin e Namjoon. Prendete altri cavalli. Portate i fucili. Oggi non morirà nessuno"

N/A
Cute and sad at the same time. Jimin stregone i said what i said.
Mancano solo quattro capitoli :)

𝙋𝙧𝙚𝙜𝙖 𝙘𝙤𝙣 𝙢𝙚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora