La pescheria

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Disclaimer: Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte del loro universo sono di proprietà di J.K.Rowling.
Le seguenti immagini non mi appartengono e sono utilizzate a puro scopo illustrativo
Nessun copyright si intende violato.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale.

AVVERTIMENTO:
Questa storia è stata scritta a chiaro intento parodistico e provocatorio.
Le situazioni saranno esasperate, il linguaggio talvolta scurrile e i temi NON sempre verranno trattati con adeguata sensibilità, e proprio per questo vanno letti in chiave IRONICA. La vita reale non funziona così ma, giusto per specificarlo, questa è FINZIONE.
Ovviamente non è mia intenzione offendere, perciò se siete particolarmente sensibili a tematiche come uso di alcol, vita mondana, promiscuità, relazioni tossiche e linguaggio colorito, vi sconsiglio caldamente la lettura di questa storia.

SECONDO AVVERTIMENTO:
Avete letto il primo avvertimento? ;)


- AUGUREY BUILDING N.7 -A magic sitcom in Diagon Alley

Dedicato a Pally93, che mi ha aiutata a districare i nodi di questo ingarbuglio di storia.

Capitolo 1. La pescheria

«Dite "cheese!"»
«CHEESE!»

Odiava quella foto.
Sorridevano tutti. Sorrideva anche lui. Oh, all'epoca non pensava proprio di essere in grado di sorridere - con quelle guance tirate verso l'alto e due fossette ai lati della bocca. Invece, eccolo lì.
E quel ridicolo cappello, poi! Roba da asini.
Classe 1980. La classe famosa per aver conseguito i M.A.G.O sei mesi in ritardo rispetto alla tabella di marcia. La Guerra non aveva lasciato molte alternative.
Faceva un freddo artico a Hogwarts, quell'inverno. Tuttavia, per la foto di rito nel cortile, la McGranitt aveva insistito a far indossare a tutti solo la toga, senza la giacca. Un freddo becco che rendeva quei sorrisi molto più simili a delle paresi facciali.
Doveva ammettere, però, che in quella toga verde smeraldo non stava affatto male. Mentre i Tassorosso, di contro, sembravano un esercito di primule.

Draco guardò i neo-diplomati nella foto lanciare i cappelli colorati in alto, poi scosse il capo al ricordo di quella festa.

«E io ti dico che c'era del Bubotubero essiccato nel mio cocktail!»
Da quando era circolata la voce che le foglie essiccate del Bubotubero producessero effetti stupefacenti, non si era mai smesso di parlarne. La leggenda narrava che Paciock lo coltivasse illegalmente nella Foresta Proibita.
«Pansy, fidati che se qualcuno volesse portarti a letto di certo non si scomoderebbe col Bubotubero o col Frullobulbo o chissà cosa. Ti sei sfilata le mutande per molto meno» le ricordò Draco, camminandole di fianco all'uscita della Sala Grande.
La festa del diploma era stata memorabile. Persino la McGranitt aveva alzato il gomito con l'Acquaviola. Forse era solo felice che l'annata 1980 se ne andasse finalmente fuori da quella scuola.
«Oh, in effetti» rispose Pansy, candidamente. Si corrucciò per un attimo, poi riprese la veemente pantomima. «E se fosse stato quel Corvonero secchione a cui puzza l'alito? Eh? Con lui non mi abbasserei le mutande neanche in cambio di una Felix Felicis».
«Nessuno ha messo il fottuto Bubotubero nel tuo cocktail! E nemmeno in quello prima. E nemmeno negli altri cinque. Sei semplicemente ubriaca!» spiegò spazientito Draco, tirandola per un braccio quando questa tentò di schiantarsi contro la statua di un gargoyle. Ciondolava come un orologio a pendolo.
«Non sono... ubri... uhmph» boccheggiò lei in un conato di vomito, poi iniziò a correre verso il bagno del primo piano, caracollando in modo maldestro.
Draco iniziò a inseguirla, con gli occhi al cielo e la discreta tentazione di tornarsene in sala comune nei sotterranei.
«Aspetta, Pans! Quello è il bagno dei masch-oh, chissenefrega» le urlò Draco, allargando le braccia.

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