Elena Gilbert stava girando il sugo quando le squillò il telefono. Sì, il sugo. Ed era strano, curioso, perché lei non cucinava mai, aspettava sempre che fosse lui a farlo, con il suo grembiulino bordeaux e quel sorriso che sapeva di primavera. Lei lo guardava, seduta su una sedia, dopo aver apparecchiato la tavola, e lui le parlava della sua giornata, di quanta gente era entrata nella sua piccola libreria, di tutte le storie che gli avevano raccontato, del sogno che aveva fatto la notte precedente o di quel film che dovevano obbligatoriamente andare a vedere. Ed Elena lo ascoltava, sorridendo, dava ad ogni sua parola un peso enorme, perché non basta una vita intera per conoscere una persona, si diceva sempre, ma lei voleva imparare ad amare ogni piccola parte di Stefan. Per questo si disse che forse era stato un segno del destino il fatto che avesse scelto, proprio quella sera, di cucinare, per fargli una sorpresa. Perché nessuno avrebbe mai mangiato quell'orrenda lasagna.