41. sembra un sogno

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Jk's pov
-chim hai preso tutto?-chiesi a Jimin, vedendolo prendere distrattamente la sua valigia, senza prendere il suo zaino e gli occhiali da sole, che aveva lasciato sulla scrivania in camera.

Mi guardò, non capendo ,mentre con gli occhi indicavo le cose che aveva lasciato. Lui mi guardava interrogativo, come se stessi facendo chissà cosa ma poi capí.

-oh è vero....grazie kokkie-mi rispose, baciandomi subito dopo. Ricambiai il bacio, portando le mie mani sui suoi fianchi stringendolo maggiormente a me. Non potevo credere di poterlo di nuovo toccare e baciare come un tempo. Sembrava un sogno.

Feci scivolare la mia lingua nella sua bocca, cercando la sua che non feci fatica a trovare. Iniziai a baciarlo con più foga, portando una mano sulla sua natica per poi palparla, così da averlo maggiormente vicino a me.

-JUNGKOOk- mi urlò a quel contatto, staccandosi dal bacio. Io lo guardai con aria innocente, quasi sul punto di ridere.
-forse è meglio che usciamo da qui o faremo tardi se continuiamo così -mi disse girandosi per prendere le ultime cose.

Quando si voltò non potei resistere.

Sorrisi malizioso, dando uno schiaffo sulla sua natica.
-MA CHE...-si girò di scatto e io sorrisi come se fosse la cosa più normale del mondo
-non è colpa mia se sei così eccitante ed hai un culo pazzesco-risposi, vedendolo arrossire visibilmente.

Gli feci strada ed uscimmo dall'hotel. In men che non si dica fummo in aereoporto e poi in aereo.

Mi sedetti vicino al finestrino, volendo vedere il mondo dall'oblò e Jimin mi si sedé vicino.

Ero felice che questo viaggio avesse portato un cambiamento positivo tra noi. Eravamo partiti che mi odiava ed ora avevamo fatto di nuovo l'amore. Sembrava un sogno che piano piano si stava avverando.

Partimmo e dopo poco Jimin mi prese la mano, facendo intrecciare le dita. Poggiò la testa sulla mia spalla e dopo poco lo sentii respirare beatamente, segno che si era addormentato. Lo guardai dormire, pensando a quanto fosse dolce e carino in quella situazione.

Sorrisi e continuai a guardare fuori, immaginando una vita con Jimin al mio fianco. Il sogno della mia vita da sempre.

Quando mio padre mi costrinse a partire, non volevo farlo. Sapevo che lo faceva per tenermi lontano da lui, avendo scoperto la nostra storia. Quando poi mi tolse il telefono e la scheda, fu anche peggio. Mi impedí di usare tutto ciò che poteva portarmi a comunicare con lui, facendomi finire in una specie di collegio dove l'unica cosa tecnologia ammessa era la radio. Era stato un incubo, almeno fino alla maggiore età quando me ne andai.

Lui non sapeva di questo e presto gli avrei raccontato tutto. Fino a questo momento non me lo aveva permesso, ma visto ciò che era successo tra noi ora ero sicuro che sarebbe accaduto al più presto.

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