capitolo14pt.2/due anime

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-l'hai fatto per farmi stare zitta vero?- mi allontano dalla sua bocca mentre lui inizia a ridere scuotendo la testa. Il cielo adesso è diventato scuro e il tramonto lascia spazio alla notte

-non ci credo...pure ora devi fare battute!-

-scusa hai ragione, ma è più forte di me

-..questo gioco d'amore, si può solo guardare come va a finire- continua citando la canzone

-conosci anche questa? mi sorprendi ogni giorno che passa- rifletto su quella parte del testo e ci guardiamo intensamente, io ancora incredula e non sapendo cosa dire rimango zitta beandomi di questo silenzio per nulla imbarazzante

-si l'ho fatto per zittirti-  gli do un colpetto sulla spalla e solo ora noto che non ha la cravatta ma una semplice giacca blu e di sotto una camicia bianca

-se hai terminato la tac ti dico ciò che penso- arrossisco e passa una mano sulla mia guancia che diventa ancora più rossa. Non ci riesco, se mi tocca divento così. Gli sorrido debolmente e lo incito a continuare a parlare altrimenti qui finisce male anche se non mi dispiacerebbe affatto.Un attimo fa ho fatto la figura della pazza piangendo, urlando e ora invece sorrido come non mai.

-non mi interessa la tua vecchia storia, ammetto però che avrei voglia di spaccare la faccia a quel Roberto per il male che ti ha procurato in passato, ma sorvoliamo su questo dettaglio..alla fine a me importa solo che tu possa essere felice-

-cosa ti ha fatto cambiare idea?fino all'altro giorno affermavi che ''conta solo il giudizio''- cerco di imitare la sua voce 

-signorina io non parlo così- fa un sorrisetto e prende dolcemente la mia mano -diciamo che qualcuno mi ha fatto capire che grazie a te io mi sento un'altra persona..mi sento rinato-

-devo dire che quel qualcuno ha saputo indirizzarti verso la strada giusta- questa volta decido io di baciarlo e accade tutto in un lampo. Le mie mani nei suoi capelli e le nostre bocche che continuano a cercarsi.Gli sguardi tra di noi sono espliciti, abbiamo bisogno di sentirci fin dentro le ossa.

Siamo dentro l'ascensore insieme ad altre persone e a un certo punto mi viene da ridere ripensando a pochi istanti fa.Giuseppe sembra capirmi e anche lui ride insieme a me guardandomi negli occhi mentre gli altri fanno della facce strane, ci spacceranno sicuro per dei svitati!

Ci troviamo difronte la porta della sua stanza e stranamente non vi sono le due guardie del corpo, sicuro c'è lo zampino di Rocco.Quando mi tolgo giacca di jeans felpata, noto che sulla scrivania è presente un cestello con del vino rosso

-non ci credo, ha pensato a tutto..ma come ha fatto?- 

-Giù..ti vuole bene seriamente- 

'GIUSEPPE'

-si anche io, è un buon braccio destro- mi sorride e va verso la finestra e guarda nella mia direzione appena sente che sto per stappare la bottiglia. Mi avvicino e le porgo il bicchiere.

mi perdo nel vedere il profilo a dir poco perfetto.Gli occhi di un azzurro limpido che fanno da contrasto con i suoi capelli castani corti ondulati.Per non parlare della sua bocca piccola ma carnosa.Squilla il mio telefono e leggo la delusione nei suoi occhi

-faccio presto, promesso- 

Quando finisco rientro dentro la stanza e la trovo seduta sulla piccola poltrona mentre legge un libro, da dove salta fuori quel libro?

Il sapore aspro del vino che sto bevendo ora mi riportò con la mente a un paio di mesi fa, quando sia io che Olivia ci sputammo veleno addosso.

Non capivo se mi amasse davvero, mi fece più male sapere quando ne ebbi conferma.

Non mi amava.

Poi sposto lo sguardo su Angelica che mi sta scrutando, cerca di capire cosa mi passa per la testa e ripenso a quando ho visto per la prima volta al suo sorriso.Quel suo sorrisetto furbo avevano ingannato me e il mio cuore come il canto delle sirene di Ulisse. Mi ha stregato fin da subito, la sua astuzia, intelligenza. Stiamo trascorrendo la serata a parlare.

Le ho raccontato delle mie paure, le mie angosce, le mie paranoie, mi ero aperto completamente a lei. Ho paura di romperla ogni volta che la sfioro, cerco sempre di pesare le parole per paura di non romperla, dentro di se è fragile, come porcellana.Lei è diversa, è semplicemente se stessa ed è questo che mi ha fatto perdere la testa, questo suo essere vero e spontaneo.

Viene verso di me e rimane in piedi accanto al letto, i nostri sguardi si cercando e le intenzioni sono chiare ,entrambi sappiamo ciò che vogliamo. 

-una sola parola e mi fermo-

-sono sicura- e di mia iniziativa la riprendo a baciare

'ANGELICA'

mi caccio le scarpe e lui fa lo stesso.Voglio sentirlo dentro di me, ne sono più che sicura, voglio confondere il mio respiro con il suo. Forse sono davvero cotta.

Mi adagia sul letto con delicatezza e lo aiuto a sbottonarsi la camicia.Poi mi tolse la maglietta e il reggiseno senza staccare le nostra labbra, lascia dei baci umidi sul seno fino ad arrivare all'ombelico, prestando attenzione al brillantino.Subito dopo mi slaccia la zip dei pantaloni e lo aiuto a sfilarmeli. Rimane con i pantaloni blu e mi perdo nel vedere il suo aspetto con i capelli sbarazzini. È semplicemente perfetto.

Mi scruta attentamente, come se volesse memorizzare ogni singolo dettaglio del mio corpo.

-tu hai ancora i pantaloni non vale- mi blocca i polsi portandoli sopra la mia testa

-la finisci di voler comandare anche qui- forse ha ragione e mi lascio andare almeno per una volta in vita mia

Prima di entrare dentro mi chiedi ancora una volta se sono sicuro ,la sua premura mi affascina ancora di più

-piccola se vuoi possiamo aspettare se non te la senti-

-ripeti come mi hai chiamato-

-piccola- mi fa impazzire ancora di più

-mi importa che ci sia tu- riprende ancora una volta a baciarmi ed entra dentro di me

Eravamo diventati un unico corpo, due anime bisognose una dell'altra che si sono fuse diventandone una sola.

nella stanza si sentivano solo i nostri respiri e i nostri gemiti e fu così che arrivammo al culmine del piacere insieme.

Dopo un pò si attaccò alla tastiera del letto, io invece scesi dal letto infilandomi la sua giacca blu che per me era enorme sfilando dai miei jeans una sigaretta. Sentivo ancora il suo sguardo addosso cercavo di decifrare cosa gli sta passando per la testa ma ogni tentativo fu inutile

-ti sei pentito?- spero che risponda di no perché per me ha significato tanto, davvero.

-sei stupida?come puoi pensare una cosa del genere?- mi tira un cuscino in faccia, per fortuna che mi ha colpito altrimenti cadeva fuori dalla finestra 

-la mia giacca è più bella se la indossi tu- delle volte se ne esce con delle frasi che seppur banali a me fanno arrossire 

-oh ma dai, non puoi diventare rossa dopo quello che è accaduto-

gli faccio il dito medio ma lui sembra non gradire 

-ragazzina, sono pur sempre il premier-

-ah bhe presidente mi scusi, non volevo essere maleducata- vado verso di lui e gli rubo un bacio accocolandomi tra le sue braccia. Finalmente riesco a dormire prima del previsto. 

Domani si parte e non vedo l'ora di poter continuare questa avventura con Giuseppe al mio fianco.

𝑠𝑎𝑙𝑣𝑒 𝑃𝑟𝑒𝑠𝑖𝑑𝑒𝑛𝑡𝑒!↬GiuseppeConteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora