capitolo11/''luigi può aspettare''

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La città sembra di averla già vissuta all'interno di un sogno.
Non posso crederci che finalmente,questi palazzi, questi negozi sono davanti ai miei occhi e non in un post di una pagina di instagram.
Ho sognato questo momento da praticamente, sempre! E sono felice di condividerlo con il mio migliore amico e con Giuseppe, una persona che sta diventando sempre più importante.
Ho paura di bruciarmi con il fuoco ma per una come me a cui piace vivere ogni attimo non è un problema. Sono uscita da una relazione tossica con il mio ex, io come una cretina ci andavo ancora dietro nonostante le promesse false. Quando qualcuno mi dimostra fiducia, si crea un'intesa, un bel rapporto.. tendo a stare particolarmente attenta a non rovinarlo.
Per questo sono molto schiva su alcune cose e non tollero certi comportamenti, non lo faccio apposta ma è solo uno scudo che creo.
È un pó una contraddizione, un'amante del rischio ma meticolosa nelle storie. Sono fatta così e nel bene e nel male chi vuole mi deve accettare per quella che sono.

Ora stiamo andando in albergo e io non vedo l'ora di andare a dormire. Tra l'altro in aereo non sono riuscita a riposare e ho un sonno pazzesco grazie anche a Giuseppe e ai suoi continui punzecchiamenti. Voglio indagare sul suo comportamento di questa mattina. Quando ci consegnano le chiavi delle camere mi dirigo verso l'ascensore, poiché è al piano di sopra.
Entro di fretta senza vedere la stanza buttandomi di capofitto sul letto, mamma mia.. ne avevo bisogno!
Sento dei rumori provenire dal bagno e mi alzo di scatto per lo spavento. Mentre cerco di prendere qualcosa per colpire vedo sulla sedia della scrivania una giacca blu, la valigia per terra e una ventiquattrore con le lettere "G. C" incise. Riconosco subito il proprietario e depongo l'attrezzo.

Appena esce butta un urlo e io come una scema appresso a lui.
-se abbiamo finito di urlare mi spieghi cosa ci fai nella mia stanza- ha ancora i pantaloni addosso ma la camicia è aperta, forse lo sto osservando troppo.
-tua stanza? È impossibile- faccio girovagare lo sguardo lungo tutta la stanza
per non focalizzarmi sul suo busto che non è affatto messo male,ha quel giusto di pancia ma si mantiene. Questo viaggio non poteva iniziare nel migliore dei modi.

-ti sembra normale che abbiano assegnato a due persone la stessa stanza?-
-si saranno sicuramente sbagliati.. non c'è bisogno di alterarsi, non sono mica un killer, non l'ho fatto apposta-
Mi siedo per calmarmi cercando di capire il suo comportamento ma ogni tentativo fu vano.
-io credo che invece tu lo faccia apposta.. cerchi di mandarmi in confusione su tutto come oggi sull'aereo- mi alzo per toccargli la fronte
-ora che fai?-
-siccome stai delirando ti controllo la temperatura-
-finiscila sono serio-
-perché pensi questo? spiegami tutto, cosa avrei fatto oggi sull'aereo?-
-sei stata continuamente attaccata a Marco, non mi piace quel ragazzo-
-e non dovrei più parlare con il mio migliore amico solo perché non ti garba?-
-esattamente-
-io vado nella mia vera stanza, buonanotte-

ho la mano sulla maniglia quando mi afferra dal braccio facendomi voltare.

-puoi lasciarmi per favore?vorrei andare a riposare-

-ti ho detto quelle cose perchè lo ammetto sono geloso..sono geloso che tu possa trovare qualcuno meglio di me con cui confidarti- ennesimo segnale che io per lui posso essere solo una confidente,ma a me poco importa,sono stata abituata fin da piccola a lottare fino all'ultimo e lo farò anche con lui. Devo essere sicura,devo constatarlo se tra noi ci potrà essere solo una semplice amicizia. Insomma devo prendere la cosiddetta ''batosta''.

-e comunque non ti da il diritto di comportarti in questo modo. Le scenate di gelosia non mi piacciono-

Giorno seguente..

ogni giorno è un altro giorno,altro che domani

sono troppo disordinata,dov'è il pantalone?

𝑠𝑎𝑙𝑣𝑒 𝑃𝑟𝑒𝑠𝑖𝑑𝑒𝑛𝑡𝑒!↬GiuseppeConteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora