capitolo13/portami a sognare

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-𝟸 𝚐𝚒𝚘𝚛𝚗𝚒 𝚊𝚕 𝚛𝚒𝚝𝚘𝚛𝚗𝚘 𝚊 𝚁𝚘𝚖𝚊

Angelica e Giuseppe dopo l'incontro dell'altra sera non hanno avuto modo di parlare, sono già trascorsi due giorni da quando non si concedono neanche uno scambio di sguardi. Da due persone che si capivano al volo ora sembra svanita la loro intesa, che non giova ovviamente al loro lavoro. Hanno provato a riavvicinarsi ma ogni volta che tentano vi è sempre qualcuno che interrompe il loro momento intimo.

In questa stanza si guardano come due estranei, come se si stessero incontrando per la prima volta, nessuno dei due ha il coraggio di fiatare, Angelica per orgoglio e Giuseppe da abile oratore voi direte che può accennare qualche parolina ma non trova le parole giuste,difficile da credere ma è così. Il suo portavoce decise di uscire fuori per chiamare l'autista che li avrebbe portati direttamente alla sede del NY Times e lasciò due minuti a quei due per potersi chiarire o almeno provarci. Nonostante abbiano avuto tempo la situazione non è affatto migliorata.Angelica fissava Giuseppe con insistenza quando quest'ultimo scriveva frettolosamente su un pezzo di carta e lei riabbassò nuovamente il capo per non essere beccata.Voleva tanto scoprire cosa ci fosse scritto ma Rocco entrò comunicando che l'auto fosse pronta.

'ANGELICA'

Mi trovo davanti alla grande sede del NY Times,anzi ci troviamo. Per tutto il tempo Giuseppe non ha fatto altro che sfiorarmi accidentalmente e ad essere sincera io lo facevo di proposito ,mi manca un contatto con lui ma per orgoglio io non parlerò per prima. Quando entriamo diamo i nostri nominativi e senza problemi ci fanno accedere nella stanza in cui dobbiamo assistere all'intervista che da lì a breve avrebbe sostenuto il premier. Un ragazzo ricciolino biondo,occhi azzurri e sorriso smagliante entra nella stanza.Azzurra che è al mio fianco sgrana gli occhi per la bellezza del ragazzo vestito elegante ma a me non fa nessun effetto,non mi sono mai piaciuti con queste caratteristiche.Vedo l'espressione di Marco rabbuiarsi,sono sicura che prova qualcosa per questa ragazza. Saluta tutti con una stretta di mano e ha una presa forte,non è come quella di Giuseppe,delicata.

-Let's start with the interview,please follow me-

(inziamo con l'intervista,prego potete seguirmi).

Ci spostiamo in una sala,al centro è presente un tavolo in legno bianco,le pareti hanno l'effetto delle mattonelle rosse,come se fossero uscite dal caminetto di un film natalizio.Vi è un katehome,ovvero un set fotografico che comprende un soft box ,un cavalletto con la fotocamera e una tenda da studio.Arredamento niente male,i mobili si intonano perfettamente al contesto.La vista è da mozzare il fiato,sembra quella della serie tv suits.Mi siedo tra Marco e Azzurra mentre Giuseppe e quel ragazzo che si chiama Micael si sono spostati per poter parlare con calma.Scambiamo quattro chiacchiere fino a quando Rocco mi chiama in disparte

-perchè vi comportate così?- lo guardo interrogativa mentre gioco con la federe interna del mio cappotto

-così come,non capisco?-

-come due bambini- sospiro un attimo cercando le parole giuste da dire

-l'altra sera abbiamo avuto una discussione un pò pesante- mi interrompe dicendo che Giuseppe si è confidato con lui o meglio lo ha forzato a raccontarglielo perchè era giù di morale e quindi sa tutta la storia.

-se sai com'è andata perchè me lo hai chiesto?-

-volevo vedere la tua reazione se fosse la stessa che ha assunto lui-

-hai ottenuto ciò che cercavi?-

-si certo, ho capito che siete due teste calde- almeno mi ha fatto un pò ridere.

𝑠𝑎𝑙𝑣𝑒 𝑃𝑟𝑒𝑠𝑖𝑑𝑒𝑛𝑡𝑒!↬GiuseppeConteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora