CAPITOLO 2

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Siamo appena arrivate al villaggio trikru, spero solo di non incontrarla;
ormai non ci vediamo da quando mi ha lasciata, per cosa ?, beh per ragioni ignote.

Ormai ero persa tra i miei pensieri ma la voce di Madi mi riporta alla realtà, "Clarke...Clarke ci sono i miei amici io vado da loro...ci vediamo dopo" mi lascia un bacio sulla guancia e senza neanche il tempo di ricambiare mi ritrovo da sola in un posto che speravo non dover più rivedere.

Non sapendo che fare iniziò ad incamminarmi per le stradine del villaggio, incontro tanti volti conosciuti ma la cosa che mi fa più male sono tutti i ricordi che mi riaffiorano per la testa.
Mentre cammino mi sento mancare il fiato, eccola lì, la torre, me la ritrovo davanti, da quanto tempo non la vedevo.
Ormai sono imbambolata qui da almeno 5 minuti e penso che mi sia scesa anche più di una lacrima sul volto.
L'amavo e sfortunatamente per me, la amo ancora e penso che non smetterò mai di farlo;
ho ancora la sua collana con l'infinito al collo...
Nella mia testa ormai ci sono una valanga di ricordi che però vengono interrotti da una voce, una voce troppo familiare che mi mancava sentire.

"Clarke, sei tu?", mi giro, e si è proprio lei, l'unica persona che non avrei mai voluto incontrare, è qui davanti a me.
Mi perdo nei suoi occhi verdi, vorrei saltare addosso ma allo stesso tempo riempirla di pugni,
devo però far finta di star bene e di essere felice, mi ripeto questo continuamente e dopo un silenzio imbarazzante inizio anche io a parlare, "ciao Lexa", lei abbassa lo sguardo,
"Che ci fai qui" mi chiede con voce malinconica ma allo stesso tempo con quella sicurezza che la contraddistingue, "sono con Madi" rispondo con tono freddo, forse un po' troppo,
"Salutamela, sai mi manca tanto...", le vorrei tanto rispondere che lei manca tanto a me, dirle che è solo colpa sua, che tutta questa distanza non ha senso, ma rispondo semplicemente, "anche a lei manchi"
"Mi fa piacere, spero di rivederla presto e anche a te, ora scusami ma devo andare"
"Tranquilla vai, tanto sei abituata ad andartene" cazzo, non so nemmeno io come ho fatto a dire queste cose, ho paura della sua risposta, mi ferirà, ne sono sicura,
lei mi guarda ed io non capisco, non ha mai esitato a rispondermi, ma finalmente vedo le sue labbra muoversi "scusa" dice con un tono basissimo, ma che io riesco a sentire.

Mi sarei immaginata di tutto, ma scusa pensavo che non fosse proprio nel suo vocabolario...

Dopo questo mi passa accanto e se ne va.
Per passare le nostre mani si toccano e, eccole lì, di nuovo quelle scosse, quei brividi come la prima volta che la vidi.
Come cazzo fa a farmi questo effetto non lo capirò mai.

CLEXA ENDGAMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora