Capitolo 10

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/pre-conclusivo/

Oikawa aveva trovato il coraggio di dire tutto a iwazumi, aveva avuto il coraggio di provare una grande emozione che un cuore normale avrebbe retto solo a stento.
Era stato male, gli avevano detto tante volte di stare calmo, di non sforzarsi, gli avevano anche privato di scendere al parco, lo avevano costretto a rimanere a letto,ma lui aveva disobbedito.
Lui aveva deciso di parlargli, anche se quelle parole fossero state le ultime,anche se dopo ci fosse stato solo un altro sospiro, un corpo vuoto.

Oikawa ci aveva pensato per tanto tempo, tanto quanto bastava per accettare una sua morte imminente o una possibilità su un milione che il suo cuore avrebbe retto.
E lo aveva fatto, il suo cuore gli aveva lasciato il tempo necessario per dirglielo e forse ancora un altro po', solo d'inganno a iwazumi.
Il suo cuore era ancora abbracciato a un filo che stava per spezzarsi.
Un filo così debole e sottile che non resistette per così tanto da permettergli di continuare.

-anche io oikawa...-
erano le ultime parole che sentì oikawa dalla bocca di iwazumi, ancora abbracciato a lui.

Si accasció tra le sue braccia, solide come la roccia, che non lo lasciarono cadere. Oikawa aveva perso ogni tipo di forza, aveva ancora gli occhi chiusi quando iwazumi si accorse del troppo peso.

Spostò con delicatezza il corpo di oikawa, lo stese a terra guardandolo.
Non vedeva più niente, a parte un corpo senza vita.
Come aveva imparato, iniziò a fare la reanimazione.
Oikawa non dava segni di vita.

-Oikawa, non smettere di lottare adesso, oikawa!-
oikawa non dava segni di vita.
I dottori accorsero sentendo iwazumi gridare, e lo aiutarono con la rianimazione.
Dopo circa 10 minuti continui di rianimazione scambiata fra i dottori e lo stesso iwazumi, oikawa ancora non dava alcun tipo di segno di vita.

La dottoressa che cercava di sentirne il battito, tolse le dita dal collo di oikawa.
Quando iwazumi lo vide, capì.
Capì tutto.
Niente lo avrebbe portato più indietro, niente lo avrebbe fattp tornare in vita.
Iwazumi si mise a pregare Dio e tutte le divinità e santi che conosceva, aggrappandosi disperato alla possibilità di un miracolo.
Un miracolo che non avvenne.

Si ricordó degli avvertimenti dei dottori, quelli che lo avevano consolato sin dall'inizio.
Iwazumi era triste e arrabbiato. Un momento di felicità rotto in un attimo, come uno specchio che si rompe.

Iwazumi avrebbe preferito morire piuttosto che vedere quella scena.
La dottoressa interruppe il silenzio.
-Paziente Oikawa tooru, deceduto alle 00.11-

Un minuto. uno solo. Aveva solo sfiorato la possibilità di vivere ancora.
Aveva solo sfiorato la possibilità di una nuova vita.
Hajime lo avrebbe, ora, come per sempre, ricordato con le sue ultime e bellissime parole.
Ti amo anche io, avrebbe detto, se avesse saputo che quello sarebbe stato l'ultimo attimo abbracciato a oikawa.
Un secondo in più, bastava per dirglielo, ma non bastava una vita per consumare quel dolore.

Iwazumi iniziò a piangere urlando disperato, tanto da attirare l'attenzione dei medici del piano, che corsero a consolarlo perché anche loro, vedendolo li tutti i giorni, si erano affezionati alla sua presenza.
Era successo tutto in un attimo.

Iwazumi scese giù ancora piangendo. Un tenero bambino gli andò vicino, lasciando la mano alla mamma.

-Signore, perché piange? È successo qualcosa di brutto?-
iwazumi gli si accovacció di fianco. Lo abbracciò istintivamente. Non sapeva perché ma quel bambino aveva avuto un improvviso potere su di lui che lo aveva fatto cedere
-mi dispiace signore. so che qui accadono cose brutte...-
-brutte,si. Tu perché sei qui?-
-Papà non sta bene. Si è fatto male...-
-Dove?-
-Uhm...qui- disse il bimbo, indicando il posto in cui si trova il ginocchio.
-vedrai che il tuo papà starà bene.-
-Signore,lei come si chiama?-
-Hajime iwazumi.-
-Hajme iwazumi, mi dispiace che lei stia così. Le regalo questo se può consolarti...-
Iwazumi non fece caso al verbo sbagliato,era troppo impegnato a prendere in mano un lecca lecca colorato.
-Ciao Iwa-chaaaaan!!!-
disse il bimbo andando dalla mamma.
Iwazumi gli sorrise, ricordandosi del bel soprannome che oikawa gli dava sempre.

Tornó a casa di oikawa per fare le valigie. voleva lasciare quel posto il prima possibile.
Lasciò che sbirciasse.
Nei cassetti, nell'armadio.
Prese una felpa che oikawa adorava, quella della sua ex squadra.

Andò dalla signora anziana, che capì immediatamente cosa era successo. La signora, Vittoria, gli preparò un panino ben farcito con la speranza che coccolasse iwazumi.
Iwazumi la salutò, andandosene per sempre da quella casa.
appena la donna sentì la porta chiudersi, pianse.

Prese il primo autobus di linea e fece il percorso al contrario, per la prima volta.

Tornó a casa. La mamma lo accolse e lo coccoló.
Il padre di iwazumi e la mamma di iwazumi ascoltarono l'intera storia, dall'inizio alla fine. Amavano loro figlio, e lo avrebbero accettato anche se si fosse messo con un uomo.

Pochi giorni dopo, iwazumi organizzó un incontro con tutta la squadra e anche a loro raccontò la stessa cosa, come anche alla squadra del karasuno

Non c'è nemmeno bisogno di dire che finirono per piangere tutti cercando disperatamente di consolarsi a vicenda.

Il funerale si tenne esattamente due settimane dopo. C'erano tante persone, persino i genitori di oikawa, che evidentemente erano stati avvisati dall'ospedale.

Nessuno disse niente, quel giorno. Nemmeno iwazumi.
Sapeva solo una cosa.
Che avrebbe per sempre amato quel ragazzo.
Che non lo avrebbe dimostrato a nessuno, ma non lo avrebbe dimenticato.
MAI.

𝐭𝐡𝐞 𝐧𝐢𝐠𝐡𝐭 𝐰𝐞 𝐦𝐞𝐭-𝐢𝐰𝐚𝐨𝐢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora