Capitolo 2

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iwazumi si andò a sedere di fronte il letto dove oikawa era prima steso, ora seduto, forse non proprio pronto per dire quelle cose a iwazumi. No, non era per niente pronto. lo aveva evitato, lo aveva rimandato di continuo. avrebbe davvero dovuto dire tutto a iwazumi, in poco tempo, in modo che lui capisse di cosa si trattava. 

lo guardò dall'alto in basso, oikawa doveva evitare di emozionarsi troppo, il suo cuore è gia debole di suo. iwazumi non avrebbe mai avuto così tanta pazienza nei confronti di oikawa, ma in quel momento, decise di rimanere calmo, per quanto potesse. 

-perchè hai smesso di scrivermi, sei scomparso...-
-mi dispiace, iwa-chan...non volevo.-
-ma perchè?! cioè, noi siamo migliori amici, giusto?-
-si, iwa-chan, ora ti spiego.-

oikawa, appena dopo iniziata l'università, si era promesso di andare avanti, lasciarsi alle spalle le superiori, lasciarsi alle spalle la squadra, ma non iwazumi, anche se alla fine perse anche lui. Non voleva farlo, solo che si dimenticava spesso di scrivergli. 
successivamente, sua madre e suo padre hanno divorziato, le cose non andavano bene. La mamma si risposò con altro uomo poco più tardi, che non piaceva a oikawa, ma proprio per niente. Un giorno, dopo l'ennesima litigata tra i genitori e oikawa, la madre disse "se non ti va bene, allora trovati un lavoro e vattene da qui!". oikawa lo fece per davvero e appena si presentò l'occasione, se ne andò di casa. Non c'è nemmeno bisogno di dire che la mamma di oikawa pianse lacrime amare. In fondo, era colpa sua, e lo sapeva. I primi mesi furono difficili, tra l'università, i nuovi vicini e il club di pallavolo. i soldi non bastavano per arrivare a fine mese, ma poichè faceva parte della squadra di pallavolo, a volte andavano a mangiare fuori e loro, sapendo della sua situazione, gli offrivano il pranzo o la cena. Poi, due settimane prima, aveva costante male al petto, come un leggero fastidio, e spesso gli girava la testa. Non se lo spiegava e se lo avesse detto a iwazumi, probabilmente si sarebbe incazzato. 
poi, una settimana prima, decise di andarsi a controllare dopo aver avuto un collasso. Quel giorno che oikawa sperava non arrivasse mai, il giorno in cui gli dissero tutto. 

la sua malattia si chiama Sindrome di Brugada ed è una malattia genetica definita da un'alterazione dell'elettrocardiogramma, si osserva in individui con cuore normale, ma si accompagna a episodi di fibrillazione ventricolare e morte improvvisa, tanto da essere responsabile di circa 1 decesso su 5 tra i soggetti con cuore strutturalmente normale. Di solito si manifesta in soggetti che hanno superato i 40 anni, ma a volte capita che si manifesti nel pieno della giovinezza, anche se in rari casi. 

iwazumi, quando sentì questa cosa, non potè fare a meno di stringere i denti e pregare di non iniziare a piangere.

-si, iwa-chan...potrei morire da un momento all'altro, anche se il mio cuore non ha niente che non va. è da allora che sono qui.-

iwazumi decise di non dire niente, ma limitarsi a guardare il suo amico.
-è curabile? stai qui perchè sanno come curarti?-
-iwa-chan...il fatto che non ci sia niente che non vada nel mio cuore non ti da la vaga idea che finirà tutto solo quando finirà di battere?-
oikawa soffriva, ma non di dolore, ma di rimpianto. Non gliene avrebbe mai parlato, sarebbe morto da solo, sarebbe morto con la consapevolezza che iwazumi lo avrebbe maledetto in tremila modi differenti. 
ma, in quel caso, sarebbe stato troppo tardi per potergli parlare.

-perchè...perchè...tu sei sempre stato bene, p-p-perchè non me lo hai mai detto, shittykawa?-
oikawa non seppe come rispondere, non voleva, per questo non gli aveva parlato. Sapeva che sarebbe finita con la scena che ora gli si presentava. Iwazumi con la mano sulla fronte, mentre sudava freddo e tremava.

-iwa-chan...non stare male per me- 

non stare male per lui, per iwazumi era risultato impossibile. Spostò la gamba destra per poi fare pressione su di quella per alzarsi e andare da oikawa

-oikawa,hai sbagliato.-

oikawa fece una faccia preoccupata, spaventata. Sapeva dove voleva andare a parare iwazumi, sapeva che il suo cuore si era rotto, si era spezzato in tanti pezzettini e iwazumi stava cercando di ricomporre il suo cuoricino. 

-iwa-chan, te l'ho già detto. Mi dispiace-
-no, oikawa, no. Lo hai fatto per proteggermi, no? so come sei fatto, sei davvero...-
-davvero stupido, non è cosi?-
-si davvero, ma davvero un cretino. Volevi aspettare di collassare e morire, per poi farmi sapere che non c'era più niente da fare?-

oikawa annuì. Ormai sapeva che per iwazumi era un libro aperto. Lo leggeva con passione, sfogliando le pagine delicatamente, aspettando di trovare qualcosa. 

-scusa, iwa-chan.-

disse ancora oikawa. Non sapeva come sfogarsi, non sapeva come controbattere, non sapeva come aiutare iwazumi a ricostruire il suo cuore. 

-iwa-chan, sto bene-

sto bene un corno, oikawa

pensò iwazumi, ma non ebbe il coraggio di dirglielo, anzi, non ebbe il coraggio di guardarlo in faccia. 
-quando sei collassato...dove ti trovavi?-
-a casa mia-
-da solo?-
-si. non ho nemmeno avuto il tempo di chiamare la mia vicina-
-probabilmente quella povera vecchietta ha passato una settimana d'inferno solo per aiutarti-

oikawa rise, anche se il rumore dell'elettrocardiogramma cambiò improvvisamente, accelerando leggermente, ma abbastanza da far allarmare iwazumi che si girò quasi subito, per guardare lo schermo dei vari valori. 
la saturazione e gli altri valori erano nella norma, ma il cuore era l'unico che stava per fatti suoi. 

-iwa-chan, sto bene.-

smettila di dirlo, non è vero!
anche stavolta, iwazumi non disse niente, ma trovò almeno il coraggio di guardarlo in volto. Così da vicino, oikawa sembrava dimagrito leggermente. Non tanto, ma quanto bastava per notarlo. Non fece alcun tipo di domanda su questo, anzi, avrebbe preferito non fare altre domande, ma oikawa, a quanto iwazumi aveva capito, non avrebbe parlato.

-iwa-chan, perchè ti sei preoccupato per me?-

iwazumi non rispose subito, perchè nella sua testa comparve di nuovo la frase del suo compagno di squadra.
non...non andiamo molto d'accordo noi, con lui...
chissà se oikawa lo sapeva. 

-perchè io ci tengo a te-

oikawa sorrise e rispose solo
-grazie.-
non uscì nient'altro dalla sua bocca. chiuse leggermente gli occhi, tanto che iwazumi pensò che stava per avere un attacco, ma oikawa lo tranquillizzò prendendogli la mano.

-tranquillo, non me ne vado. te l'ho detto, io...sto bene.-

perchè continui a insistere, oikawa?
oikawa insisteva, anzi, diceva e credeva che lui nel suo profondo stesse bene. Da una parte era vero, sembrava che in lui non ci fossero problemi, ma dall'altra c'era solo la vera e pura verità. Il fatto era che oikawa aveva paura, una paura che nemmeno riusciva a sopportare. iwazumi si sentiva impotente, si sentiva inutile, ma sapeva che la sua presenza aveva messo di buon umore oikawa. 

-ti verrò a trovare più spesso.-
-iwa-chan...so che sembra scortese da parte mia, ma che ne dici di rimanere a casa mia fino a quando non sarò guarito?-
-va bene, lo farò-

iwazumi rispose meccanicamente, non sapeva nemmeno perchè aveva risposto così. oikawa invece, sapeva anche che iwazumi sotto sotto voleva correre via. 

-iwa-chan, verrai a trovarmi anche domani?-
-si, verrò anche domani-

iwazumi scompigliò i capelli a oikawa, poi si alzò e andò verso la porta, quando oikawa prese la sua attenzione.

-iwa-chan!!-
-dimmi, shittykawa-
oikawa lo guardò dall'alto in basso.
-no...niente-
iwazumi sapeva che oikawa faceva questo ogni volta che avrebbe voluto fargli un complimento, e prontamente iwazumi rispondeva
-si, certo...-

quando iwazumi uscì dalla stanza andò verso l'ascensore, percorse il corridoio, corse fuori dall'ospedale e appena fu fuori si mise a piangere. 
lo aveva trattenuto fino a quel momento per non piangere davanti a oikawa, per mostrarsi forte, ma anche oikawa sapeva che iwazumi, appena uscito da li dentro, si sarebbe messo a piangere. 
così, ancora una volta, oikawa, anche se da solo in stanza disse

-iwa-chan, non me ne andò...te l'ho già detto, io...io sto bene-

𝐭𝐡𝐞 𝐧𝐢𝐠𝐡𝐭 𝐰𝐞 𝐦𝐞𝐭-𝐢𝐰𝐚𝐨𝐢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora