Again and again.

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Il ritorno a scuola fu un disastro.

Il piano di Jake fallí per colpa di un'infermiera impicciona e così mia madre venne a sapere ciò che era successo e mi rinchiuse in casa.

Tolse tutti gli oggetti appuntiti che possedevamo e non mi lasciò mai più a casa da sola.

Mi faceva uscire soltanto per andare a scuola.

Lei non capiva, non capiva un cazzo.

Penserete: Beh, dai, ti avrà consolato, sarà stata più tempo con te, ecc.

Invece no. Mi trasportava da un posto all'altro e mi lasciava sola con una signora di cent'anni circa a deprimermi ancora di più. Volevo morire più di prima.

Avevo la voglia irremovibile di farmi del male. La mia mano destra mi urlava contro, voleva prendere una lametta o un coltello, ma non poteva.

Mi diceva che ero un disastro di figlia, che ero deficiente e superficiale. Mi diceva che invece di vomitare dopo i pasti e di tagliarmi dovevo pensare a quanto ero fortunata. Mi diceva che mi avrebbe mandata con quelli del terzo mondo per vedere come vivevano, mi diceva che mi avrebbe fatto fare l'anti tetanica(40 punture circa sulla pancia), mi diceva che le facevo schifo, ecc...

Avrà avuto pure ragione su questo, ma in quel momento ero troppo confusa.

Non ero né superficiale né irresponsabile, ero depressa. Ma lei non lo capiva che non mi importava di chiunque avessi intorno, che non mi importava neanche del mio comportamento "egoista".

Volevo solo urlare.

Mi diceva che non ero depressa, lo ero due anni prima, ma non quest'anno.

In terza media volevo starmene soltanto rinchiusa in camera a fissare il vuoto e lei, tanto per cambiare, invece di aiutarmi, si era incazzata.

Quest'anno mi diceva che a uno depresso non andava di fare niente, nemmeno di farsi del male.

Forse lei non aveva mai provato questa sensazione di vuoto, non capiva.

A scuola tutti vennero a sapere cosa era successo e fu ancora peggio di prima.

Il primo giorno di rientro accadde un casino.

-Ehi Dern, com'era l'inferno?-disse Finn.

-Perché non ti fai i cazzi tuoi?- non so nemmeno dove avessi preso tutto quel coraggio.

-Che deficiente, non dovevi rispondermi. Sai che sei solo una nullità e non hai il diritto di parlare. Ora ti farò andare da tuo fratello: il cesso.

"No, no. Non può andare a finire così... Possibile che nessuno di questi ragazzi che passano accanto a noi abbia il coraggio di salvarmi, o almeno di chiamare la preside?

No, meglio così. Me lo merito. Non voglio oppormi, hanno ragione."

Non feci resistenza e, dopo avermi dato un pugno, lui, Jared e Alex mi portarono a peso morto in bagno e fecero immergere la mia testa nell'acqua del water.

Dopo che ebbero finito mi diedero altri due pugni e Jared mi disse:

-Voglio essere buono...ti ho portato un regalo.

Mi buttò addosso una lametta e se ne andò.

Mi chiusi in bagno e scoppiai a piangere.

Perché? Perché tutto a me?

Presi il mio "regalo" e lo usai una, due, quaranta volte, fino allo sfinimento.

Dov'era finito Jake? Avevo bisogno di lui.

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