quelli che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo.
La forte fitta alla testa mi obbliga ad aprire gli occhi.
Porto la mano destra sulla fronte e scopro che il dolore proviene da lì, sta sanguinando.
Mi ci vuole un po' per riprendere il possesso del mio corpo, la gamba destra continua a non volersi muovere.
Con le ultime forze cerco di tirarmi su.
Sono circondata dal buio e il vento freddo mi fa venire la pelle d'oca, sono a mezze maniche.
Altre fitte mi obbligano ad appoggiarmi al muro che ho dietro di me ed in lontananza riesco ad intravvedere della luce, così, con una gamba ancora mezza addormentata, mi trascino in avanti, nella speranza di raggiungere quel posto il prima possibile.Il campanello sopra la mia testa suona ed io mi porto la mano sulla fronte cercando di fermare il dolore.
Chiudo gli occhi al contatto con la luce e dopo poco mi costringo ad aprirli.
Una signora sulla 40ina che si trova dietro al bancone di legno mi guarda impaurita.
《 ehi ragazzina, stai bene? 》in poco tempo mi raggiunge e mi porta a sedere su una delle tante sedie.
Subito dopo un panno tiepido mi viene appoggiato sulla ferita e mi sposto di scatto.
《 tranquilla, devo solo pulirla 》annuisco e cerco di concentrarmi sui suoi occhi blu scuro, evitando le tante voci che rimbombano nel locale.
《 dimmi un po', come ti chiami? 》.
Come mi chiamo?
Non ho avuto il tempo di realizzare che non ricordo il mio nome.
Non so perché mi trovavo in un bosco e come io mi sia procurata tutte queste ferite.
La mia testa sembra essersi svuotata, non ho pensiersi che circolano o ricordi di qualsiasi tipo.
Una sensazione strana si fa spazio nel mio corpo, ed il mio respiro diventa irregolare.
Mi manca l'aria e son certa che se mi alzassi ora cascherei per terra.
《 ragazzina che cos'hai? 》.
Vorrei risponderle ma le parole si interrompono prima di poterle pronunciare e sento che l'aria sta diminuendo sempre di più.
Non posso controllarlo e questa cosa mi spaventa.
《 ha un attacco di panico 》una voce maschile rompe il silenzio appena creato e sento la sua presenza dietro di me.
Mi avvolge in un abbraccio innaspettato.
Con molta delicatezza mi sposta i capelli di lato, sento il suo respiro farmi solletico all'orecchio.
《 va tutto bene, ci sono io qui 》la sua voce calda ed il calore del suo corpo fanno tornare il mio respiro regolare e quella brutta sensazione sembra pian piano scomparire.
Come anche il ragazzo che mi stava abbracciando, non ho nemmeno avuto il tempo di ringraziarlo.Il locale ormai si è svuotato, la signora Margareth - il nome della titolare del posto e di colei che mi ha soccorsa - sta chiudendo, mentre io sono ancora qui seduta a sforzarmi di ricordare.
Ma l'unica cosa che riesco ad ottenere sono le infinite fitte che la ferita continua a procurarmi.
《 eccomi, allora, vuoi andare in ospedale? è poco distante da qui posso accompagnarti 》.
《 no non si preoccupi, sto bene 》accenno un sorriso che viene subito ricambiato.
《 e va bene, dato che la ferita non è così grave non insisto, però ti devo portare a casa mia 》.
《 cosa? no assolutamente, lei ha già fatto troppo per me 》.
《 non si discute, sei una ragazzina e da madre non posso lasciarti da sola di notte, poi domani mattina andremo dalla polizia a vedere se qualcuno ha denunciato la tua scomparsa 》.
Decido semplicemente di ringraziarla - di nuovo - e di seguirla.
Il tragitto a piedi dal bar a casa sua è davvero corto, ci abbiamo impiegato solo 10 minuti, ed ora siamo davanti al portone marrone.
Butto giù il groppo che ho in gola da un po' e sospiro, mentre tutto questo mi sembra così sconosciuto.
Sono spaesata e seguo la signora Margareth come se fossi un cucciolo smarrito.
Ma, in fondo, è quel che sono.
Accende la luce e la figura di un ragazzo in salotto mi fa sussultare dallo spavento.
Appoggio la mano sul petto cercando di riprendermi.
《 chi diavolo è questa? 》il ragazzo si riferisce ovviamente a me, e la signora Margareth è sicuramente la madre.
Mi giro verso di lei.
Cosa dirà adesso? Non conosce il mio nome, come mi può presentare?
Poi sposto lo sguardo sul ragazzo, è corrucciato e scuro in volto, infastidito dalla mia presenza.
《 modera i termini Kyle, è una ragazza che ha bisogno di aiuto 》obietta lei indifferente dalla cattiveria che fuoriesce dalla bocca del figlio.
《 da quando portiamo i randagi a casa? 》.
Questa l'ho sentita invece come uno schiaffo in pieno volto.
' un randagio ' se prima non sapessi come definirmi, adesso lo so.
Vorrei tanto dire qualcosa, vorrei ricambiare quella cattiveria con dell'altra, ma non ho le forze per avere una discussione.
Non saprei nemmeno cosa dire, cosa bisogna dire ad uno sconosciuto che ti sbatte la realtà dura e cruda in faccia?
Forse, prima di perdere la memoria ero brava in queste cose, forse ero una dura, ma adesso non sono niente.
Scaccio subito via la lacrima che scende sulla mia guancia, anche se non so essere cattiva come lui non voglio risultare una debole.
Sto in silenzio mentre aspetto la risposta di lei.
Come si può essere più codardi?
《 non ti permettere, non ti ho insegnato ad essere così, vai subito in camera tua e non ti voglio vedere fin quando non avrai cambiato atteggiamento! 》la sua voce è più alta ed è quasi .. spezzata.
Il dolore di una madre che vede l'impegno per educare un figlio andare in mille pezzi.
Lui non dice niente, sale le scale e sparisce.
La signora Margareth mi accompagna nella stanza degli ospiti e mi prepara tutto per dormire.
Non appena mi appoggio al letto e chiudo gli occhi, crollo in un sonno profondo, non è stata una giornata facile e prevedo che le altre non saranno da meno.L'intensa e insistente luce che si fa spazio fra le tende mi obbliga ad aprire gli occhi.
Stiracchio le braccia e le gambe - del tutto sveglie - e decido di alzarmi.
Le fitte alla testa sono diminuite ed io sono un po' più tranquilla di ieri.
Fisso l'orologio e noto che sono le 12.
Cavolo, avrò dormito 13 ore!
Ho ancora indosso la maglietta lunga e i pantaloncini corti sicuramente di Kyle, me ne vorrei tanto liberare, ma i miei vecchi vestiti sono tutti strappati e sporchi, pronti per essere buttati.
Mi trascino verso la cucina, mentre delle voci diventano sempre più vicine.
Ho paura di incontrare altra gente, non sono pronta ancora ad affrontare la realtà, e tutta questa mia insicurezza mi infastidisce.
Sono ferma dietro la porta della cucina cercando il coraggio che mi serve per entrare.
《 che fai non entri? 》una ragazza dai capelli lilla mi affianca, ha un bellissimo viso anche se rovinato dal troppo trucco.
Il suo fisico è atletico e snello ed è molto più alta di me.
Sto per dire qualcosa quando mi mette un braccio intorno alle spalle e mi trascina controvoglia dentro.
Non c'è Margareth e Kyle non è da solo.
Ci sono altri 3 ragazzi con lui.
Due pieni di tatuaggi con il suo stesso cattivo sguardo, e un altro senza, girato però di spalle.
《 guardate chi ho trovato qui fuori a spiarvi 》la voce della ragazza è così stridula che vorrei tapparmi l'orecchio destro.
《 io non.. 》stavo per difendermi quando Kyle mi blocca.
《 è solamente una randagia che mamma ha portato dal bar ieri sera 》detto ciò, anche l'ultimo ragazzo si gira verso di me.
A differenza degli altri lui ha gli occhi chiari , verdi per essere precisi e mi fissa in modo insistente.
Come se avessi qualcosa che non va.
Ma non dice nulla, si rigira subito, indifferente dalla mia presenza.
Quello che vorrei anche dagli altri, che invece sembrano interessati da quello che dice Kyle.
《 amico, forse tua madre voleva solo farti un regalo 》il sorriso malizioso dell'altro biondino tatuato con il cappello e la stupida frase che ha appena detto mi fanno andare a fuoco le guance.
Non dovrei arrossire, ma sento ormai di averlo fatto e tutto ciò li fa divertire ancora di più.
《 non la toccherei manco con un palo 》si affretta a dire Kyle, accenando un sorriso verso la mia direzione.
Mi tolgo dalla presa della ragazza ed esco fuori.
Mi appoggio con la schiena al muro e cerco di frenare il mio nervosismo.
Assurdo come dei stupidi ragazzi riescano a scaturire in me così tante emozioni ed assurdo quanto io possa essere idiota da non saper rispondere.
Adesso mi circolano in testa così tanti insulti che mi maledico da sola.
E maledico il fatto di essere finita qua dentro.spazio autore;
Buon giorno e buon anno nuovo.
Questa è una delle tante storie che stavo scrivendo e non ho mai avuto il coraggio di pubblicare e so che il primo capitolo è un po' 'inutile' ma serve per inserire un po' di personaggi principali.
Spero tuttavia che serva anche ad inserire voi nella storia, come piace a me fare in quelle che leggo.
Detto ciò buona lettura e buon continuo, aggiornerò presto!
vic.
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chi sono?
Roman d'amourIn una notte buia e tranquilla, una ragazza dai capelli scuri, occhi verdi e un viso nascosto dal sangue che cola, rovina la calma del Maggy's bar. Nessuno la conosce, la gente la fissa incuriosita e solo Margareth ha il buon senso di darle una mano...