sesto capitolo.

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hai mai provato la sensazione di essere lì, a bordo di un precipizio e non sapere che fare? tra fare un passo indietro o lasciarti andare?

Scatto in piedi interrompendo il mio studio non appena vedo la figura di Kimberly fuori dalla mia finestra.
Mi precipito ad aprirla e la aiuto ad entrare, guardandola ancora incredula.
《 ti avevo detto che sarei venuta 》mi da una pacca sulla spalla e poi appoggia il suo zaino rumorosamente per terra.
Ieri sera dopo che mi ha riaccompagnata a casa mi aveva salutato con un 'mi faccio vedere domani' ma non mi aspettavo che intendesse in questo modo.
Estrae sei birre dallo zaino e mi meraviglio di come sia riuscita ad arrivare qua sopra con un peso del genere sulle spalle.
《 dov'è il frigo? 》.
《 di sotto, ma ci sono gli altri 》l'avviso prima di seguirla giù per le scale.
Non ha sentito nulla di quello che le ho detto.
Kyle, Marc, Dylan e Alexander sono seduti sul grande divano in soggiorno intenti a vedere Skins, una serie tv statunitense a quanto ho capito.
Noi raggiungiamo il frigo senza fare troppo rumore e ci appoggiamo quattro birre dentro mentre le altre due vengono aperte dal solito anello.
《 state per caso organizzando una festa senza invitarci? 》.
《 preferirei festeggiare da sola che con te 》la tensione tra Kim e Dylan riempie tutta la cucina.
Lui la guarda divertito mentre si passa la lingua sulle labbra, mentre lei lo squadra schifata.
In qualche minuto la cucina si riempie.
Alexander non mi guarda, fissa un punto davanti a se facendo finta di nuovo che non esisto.
Kyle invece ha uno sguardo insistente che mi fa subito girare nella sua direzione.
Delle scosse mi percorrono tutta la schiena facendomi venire la pelle d'oca.
Abbassa lo sguardo sul mio corpo coperto dalla solita maglietta lunga e sento le guance andare a fuoco, di nuovo.
Un piccolo sorriso si forma sul suo viso ed evito i suoi occhi prima di perdere totalmente il controllo.
《 qui c'è bisogno di più alcol 》questa volta è Marc a parlare.
《 ma noi non volevamo organizzare nessuna festa 》intervengo io, contraria alla situazione appena creata.
Noi due insieme a loro non andremo da nessuna parte.
Basta osservare Kim e Dylan.
Ma il cipiglio assunto da Kyle non promette nulla di buono.
《 randagia questa non è casa tua, qui le decisioni le prendo io 》mi risponde con voce autoritaria mentre chiama qualcuno per portare altra birra.
《 d'accordo 》dice Kim al posto mio.
《 ma lo voglio lontano da me! 》continua indicando Dylan che scoppia a ridere, facendola innervosire il doppio.
riesco a vedere il fumo che le esce dalle orecchie.
In poco tempo il tavolo della cucina diventa colmo di bottiglie di birra e qualcuno alza il volume della musica proveniente dalla tv.
L'atmosfera non è proprio delle migliori.
Io e Kim siamo appoggiate al bancone della cucina mentre i ragazzi si trovano dall'altra parte dell'isoletta a braccia conserte.
io l'avevo detto.
《 perché Kyle ti chiama randagia? non siete parenti? 》mi sussurra la bionda all'orecchio.
《 non siamo niente noi due, un giorno ti spiegherò 》ed è vero, lo farò, mi trasmette fiducia e mi ha quasi detto tutto sulla sua storia mentre lei non sa niente della mia.
《 è da maleducati sussurrare con altre persone presenti 》la frecciatina arriva dritta a Kimberly, Dylan sembra non volerla lasciare in pace.
《 fatti i cazzi tuoi Brown 》risponde lei, accompagnata da un dito medio che continua solo a stuzzicarlo

Scoliamo la birra come se tutto questo fosse una gara ed il mio corpo inizia a sentirne le conseguenze.
Ho la testa leggera e le persone iniziano a sembrare quasi simpatiche.
Gli altri reggono molto di più l'alcol rispetto a me, essendo una principiante nel settore.
Pian piano però l'aria diventa più rilassante e ci spostiamo in salotto dove c'è più spazio per ballare.
La musica latina fa scatenare un po' tutti.
Kim mi fa muovere insieme a lei e sorrido come un'ebete mentre continuo a ondeggiare a ritmo.
Passa così la prima mezz'ora, le bottiglie di birra iniziano a dimezzare ed io perdo sempre di più il controllo del mio corpo.

Mi giro su me stessa osservando gli altri ballare a ritmo di musica, io invece non ho più le forze, dopo la quarta birra le mie gambe chiedono pietà.
Decido così di uscire in veranda per prendere un po' d'aria fresca e per riuscire a tornare almeno un po' alla normalità.
Adoro la sensazione di leggerezza che l'alcol mi fa provare, ma credo che la situazione sia degenerata un pochino.
A mia sorpresa fuori trovo Alexander, intento a fumarsi in pace la sigaretta.
Ed io, ubriaca marcia e con del coraggio che non pensavo di avere, mi avvento su di lui.
《 puzzi di alcol 》dice mentre mi soffia il fumo della sua sigaretta in pieno volto, divertito.
Chiudo gli occhi e stringo le braccia intorno al suo bacino.
È così alto che mi costringo ad alzarmi sulla punta dei piedi per poterlo vedere bene in viso.
E forse mi sono avvicinata anche troppo.
Ma l'alcol mi permette di fare cose che non farei mai di mia volontà.
Rimane un po' sorpreso da questo mio gesto ma non si smuove dalla presa.
《 perché non ti piaccio? 》lo fisso dritto negli occhi, per quanto io riesca ancora a farlo, e mi perdo dentro quel verde acceso.
《 cosa? 》chiede incredulo.
《 perché non ti piaccio? 》insisto.
《 Aisha, sei ubriaca 》cerca di togliere le mie mani ma le rimetto fin quando non cede.
《 rispondimi 》.
Lo sento sbuffare mentre prova a guardare da tutt'altra parte, così con la mano destra giro il suo viso verso il mio, costringendolo a fissarmi.
《 non ho mai detto che non mi piaci 》ammette.
《 si invece, non mi guardi, non mi stai vicino e mi eviti in tutti i modi 》sto esagerando, ed una parte di me lo sa, ma decido lo stesso di insistere.
《 mi fa male starti vicino, perché non lo capisci? se fosse per me ti avrei portata a letto il primo giorno 》mi blocco subito in seguito alla sua affermazione.
Alzo il sopracciglio cercando di capire se mi sta prendendo in giro o meno ma quando si avvicina al mio viso bruscamente, fermandosi a pochissimi centimetri, inizio a perdere qualche battito.
《 se fosse per me, toccherei ogni parte del tuo corpo 》.
Successivamente la sua mano si posiziona sui miei fianchi e con un tocco veloce ma delicato scende fino alle mie cosce.
Il respiro mi diventa irregolare mentre lui fa dei cerchi sulla mia pelle nuda.
《 sei così pura ed ingenua Aisha 》continua a sussurare a poca distanza dalle mie labbra.
La sua voce rauca mi fa venire la pelle d'oca e sorride non appena lo nota.
Mi lascio toccare da lui, desiderando sempre di più.
Mi mordo il labbro inferiore, il mio gesto lo fa agitare un po', la sua presa diventa più sicura.
Senza rendermene conto mi tira su facendomi stringere le cosce intorno al suo bacino, per poi appoggiarmi sulla ringhiera dietro di noi.
I miei pensieri sono offuscati, il mio cuore in subbuglio e il respiro sempre meno sotto controllo.
《 se non fossi così ubriaca, forse riuscirei a mettere da parte tutti i miei demoni e a portarti al piano di sopra 》mi solletica il collo prima di lasciarmi dei piccoli baci.
Chiudo gli occhi mentre le sue labbra si muovono lentamente.
La sua mano continua a fare sue e giù lungo le mie coscie, fin quando non si blocca al tocco delle mie mutandine.
《 cazzo, non hai i pantaloncini 》.
Al contatto con la sua erezione l'alcol sembra sparire dal mio corpo.
Salto giù dalla ringhiera con un imbarazzo inspiegabile e tiro la maglietta con forza fino alle ginocchia.
Ho le guance rosse e l'affanno, ma il disagio supera ogni altra sensazione.
Non riesco nemmeno a guardarlo negli occhi, mi vergogno così tanto e mi meraviglio di essermi spinta così oltre.
Lo lascio lì, forse ad insultarmi per non aver concluso nulla, mentre io corro in camera mia a nascondermi da tutti, sperando che tutto questo sia solo un incubo.
perché ho superato il limite?
perché non mi sono fermata?
Il mio scopo con Alexander era tutt'altro, dovevo semplicemente scoprire qualcosa sul mio passato.
Lui sa qualcosa ed io ne sono consapevole.
E allora perché non mi sono fermata?
forse non voglio ammetterlo a me stessa che quel ragazzo qualcosa mi suscita.
che ogni volta che lo vedo sono felice, che cerco il suo sguardo in ogni momento della giornata.
Come faccio adesso però a guardarlo in faccia, dopo il casino che ho fatto questa sera?
Vorrà starmi ancora più alla larga ed io ho buttato ogni possibilità che avevo di sapere qualcosa sulla vecchia me.

Qualcuno bussa alla mia porta interrompendo le mie paranoie, e spero con tutta me stessa che non sia lui.
《 ehi, che fine avevi fatto? stai bene? 》è Kimberly per mia fortuna.
Mi raggiunge e si siede anche lei sul letto, vedendomi alquanto agitata.
《 si 》mento, e lei lo sa benissimo.
《 non mi devi raccontare tutto adesso, dimmi solo quello che ti turba di più 》.
《 ho combinato un casino Kim 》mi copro il viso con le mani maledicendomi per la centesima volta.
《 ehi, va tutto bene, parlarmi 》.
Faccio un respiro profondo e decido di fidarmi.
ho bisogno di aprirmi con qualcuno, sennò rischio di esplodere.
Le racconto tutto, dalla sera che Margareth mi soccorse nel Maggy's bar fino a qualche minuto fa.
Mi ascolta e osserva attentamente, senza fermarmi per fare dei commenti.
E la ringrazio davvero tanto per non aver detto nulla nemmeno quando la mia breve storia si conclude.
Decide semplicemente di abbracciarmi ed io mi lascio cullare fin quando la stanchezza non s'impossessa del mio corpo e crollo in un sonno per niente tranquillo.

buona sera a tutti!
per prima cosa volevo ringraziare tutti i lettori per i commenti ed il supporto che mi state dando, sono davvero contentissima che la storia inizi a piacervi.
ci saranno tantissimi colpi di scena e cose che nemmeno immaginate!
come ad esempio questo capitolo, chi se lo sarebbe immaginato che Aisha potesse spingersi così oltre?
il capitolo dovevo pubblicarlo domani ma ho avuto così tante idee per la testa che sono riuscita a concluderlo ora, alle 00.17.
vi ringrazio ancora una volta e vi auguro una buona notte, a presto!❤

vic.

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