decimo capitolo.

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lo sguardo è la grande arma della civetteria virtuosa, si può dire tutto con uno sguardo.
(Stendhal).

Mi strofino gli occhi maledicendo la luce che insiste per entrare dentro la mia stanza.
Dopo essermi stiracchiata mi decido ad alzarmi.
un'ultimo sforzo, è l'ultimo giorno.
Domani iniziano finalmente le vacanze estive ed il caldo si fa sentire.
Dopo essermi fatta una doccia veloce mi unisco agli altri in cucina.
Dopo tanto tempo anche Margareth ha una giornata libera.
《 buongiorno tesoro 》mi dice lasciandomi un bacio sulla fronte.
Mi sciolgo a questo suo dolce gesto, infondo io sono solo una ragazza che ha portato a casa sua.
E ultimamente ci siamo viste pochissimo.
《 buongiorno 》dico ricambiando il sorriso.
《 buongiorno randagia 》il viso di Margareth cambia immediatamente, fulminando con lo sguardo il figlio.
《 ancora con questo stupido nomignolo? ti ho detto mille volte di chiamarla Aisha 》la sua voce è severa, io e Kyle ci guardiamo e scoppiamo a ridere, lasciandola del tutto confusa.
《 mamma tranquilla, la chiamo così ma ora siamo amici 》la rassicura lui.
Facciamo colazione tra risate e chiacchiere, facendomi sentire davvero parte della famiglia.
Mi domando com'era la mia, se avevo un padre a differenza di Kyle, se avevo dei fratelli o tanti parenti.
Non ci penso spesso a questa cosa, ma quelle poche volte in cui capita, un lacerante dolore al petto mi spezza letteralmente in due.
È come se sentissi dolore per qualcosa che non ricordo, e fa davvero male.

Kim mi raggiunge correndo lungo tutto il corridoio appoggiandomi poi il braccio intorno alle spalle.
《 ragazza dove sei sparita in questi giorni? mi sei mancata 》le sorrido e mi lascio trascinare fuori da scuola, le lezioni ancora non sono iniziate.
《 ho avuto un paio di momenti no e ieri sono andata a San Luis con Kyle 》.
《 tu e signor stronzo avete passato la giornata insieme? 》giusto, lei è rimasta alla sera della festa.
《 non è stronzo, anzi, mi ha fatto conoscere un posto bellissimo e poi è gentile 》mi guarda in modo sospetto ed in un certo senso so dove vuole andare a parare.
Ho già le guance rosse al solo pensiero della sua reazione.
《 mi stai dicendo che lo stronzo ci ha provato con te? 》spalanco gli occhi per poi tirarle un pugno sulla spalla scoperta.
《 Kim! no! Ho semplicemente detto che è gentile, nessuno ci ha provato con nessuno 》mi giro dall'altro lato cercando si nascondere l'imbarazzo ma con lei questi giochetti non funzionano.
《 dove cerchi di scappare ragazza, Kyle non è gentile con nessuno, tantomeno lo era con te, quindi c'è qualcosa sotto ed il mio sesto senso mi dice che ho ragione, e, se vuoi saperlo, lui non mente mai 》vengo salvata fortunatamente dalla campanella dell'inizio delle lezioni, così senza pensarci due volte, mi avvio rapidamente verso la classe di matematica.
La sento scoppiare a ridere dietro di me e sorrido a mia volta.
nessun sesto senso può avere ragione su questo.

La porta della classe è già chiusa e presa dall'ansia di essere arrivata in ritardo non mi rendo conto della velocità dei mie passi.
Solo quando sbatto contro qualcuno cascando per terra realizzo di aver corso senza guardarmi intorno.
《 cazzo! ma sei stupida o cosa? 》la sua voce suona incazzata e quando alzo la testa dal pavimento lo vedo massaggiarsi la spalla.
《 hai la testa dura ragazzina 》si calma dopo avermi guardata negli occhi ed io mi alzo imbarazzata.
Massaggio a mia volta il punto dolente e senza volerlo sfioro anche la cicatrice nascosta dai capelli.
Cambio immediatamente espressione rammentando gli ultimi fatti accaduti riguardanti la persona che ho davanti.
《 fammi passare, sono in ritardo 》gli dico acida, mentre cerco di sorpassarlo.
《 ehi calma, ormai sono passati 10 minuti 》allarga le mani a mo di barriera, evitandomi di entrare.
《 e con ciò? 》è così alto che mi sento una bambina che cerca di fare la dura con il bullo della classe.
《 non vai da nessuna parte 》senza lasciarmi modo di obiettare, mi prende sulle spalle e mi porta lontana dalla lezione di matematica.
《 ma sei stupido? abbiamo lezione! 》alzo la voce mentre mi fa sedere sugli spalti del campo di football.
《 c'è sempre la prima volta per saltarne una, mi dovresti ringraziare 》si accende una sigaretta e aspira il fumo velocemente, come se la volesse divorare.
è agitato?
Mi guardo intorno ammirando il verde di questo campo ormai inutilizzato da 2 settimane, da quando la squadra è andata a giocare in altre città, o almeno così dicono le voci di corridoio.
L'erba non viene tagliata da allora ed è davvero alta e lucente.
Alexander butta la sigaretta per terra schiacciandola con la suola delle sue Jordan per poi rompere finalmente il silenzio.
《 che c'è che non va? 》mi giro verso di lui guardandolo confusa.
《 cosa? 》.
《 che c'è che non va? perché ti comporti in questo modo? 》ma che vuole da me?
Sorrido alla sua stupida domanda e mi sforzo di non scoppiare.
《 niente, sto seguendo semplicemente il tuo consiglio, è dal primo giorno che mi dici di starti alla larga e lo sto facendo, che problemi hai? 》la sua mascella diventa tesa e sposta lo sguardo dal mio.
《 io che problemi ho? tu che problemi hai, da un giorno all'altro cambi comportamento come se fossi pazza 》sgrano gli occhi alla sua affermazione e mi alzo di scatto, più incazzata che mai.
《 io pazza? tu sei psicopatico! che diavolo vuoi da me? ti stavo assecondando ed ora non ti conviene più! 》anche lui si alza assumendo la mia stessa espressione turbata.
《 sei una ragazzina e ti comporti da tale! non so nemmeno perché ho insistito a parlare con te, sembra come se ti avessi fatto qualcosa ma non è così 》scoppio a ridere seccata dalla situazione.
So quanto la mia risata in questi casi lo infastidisca, per questo continuo.
《 non so chi diavolo tu sia e cosa tu voglia da me ma devi starmi lontano 》detto ciò faccio per allontanarmi ma mi blocca nuovamente.
Mi fa girare verso di lui attaccandomi al suo petto.
Odio l'effetto che continua a farmi quando gli sono troppo vicina.
Il respiro mi diventa irregolare e il battito del cuore accellerato.
Lo guardo dritto negli occhi reggendo il suo sguardo severo.
Senza volerlo osservo le sue labbra rosee e perfette.
Rimango imbambolata per non so quanto tempo, e appena accenna un sorriso torno a fissarlo.
《 sei ancora convinta di quello che hai detto prima? 》mi domanda divertito.
《 cosa ho detto prima? 》chiedo balbettando leggermente.
Non riesco a reggere tutte le emozioni che ho nel corpo, davanti a lui sono totalmente vulnerabile.
Deglutisco e mi allontano lentamente dal suo corpo.
sono una causa persa.
《 ci si vede in giro ragazzina 》sparisce lungo il campo di football e crollo sulla panchina, maledicendo la mia goffaggine.

La campanella della fine delle lezioni suona in modo assordante annunciando anche la fine dell'anno scolastico.
La gente eccitata si fa spazio lungo il corridoio per uscire fuori, dove si sta svolgendo una guerra di gavettoni.
Kimberly mi raggiunge al mio armadietto ed usciamo insieme, sperando di non venire colpite da qualche stupido studente.
Anche Kyle ci raggiunge e mi mette un braccio intorno alle spalle, attirando l'attenzione della bionda e del suo sguardo divertito.
《 ci siete alla festa in piscina? 》guardo Kimberly aspettando una sua risposta, so quanto odia Dylan ma so anche quanto adora questo genere di festa.
《 non mancheremo 》dice lei sorridendomi.
Tornata a casa indosso un semplice costume da bagno verde militare e un copri costume nero, lego i capelli in uno chignon disordinato e rientro in macchina, pronta per lasciarmi andare e divertirmi.
La villa di Dylan è veramente grande, soltanto la cucina ha le dimensioni della metà di casa di Margareth, la piscina è all'aperto, pulitissima e abbastanza grande.
Molti studenti sono stati invitati, siamo all'incirca una 50ina di persone.
Kimberly indossa un costume rosso con i bordi bianchi e mi sta aspettando con due birre al bar.
La raggiungo abbandonando Kyle e inizio a bere insieme a lei, mentre osserviamo le persone eccitate.
《 questa cosa mi piaceva di Dylan, la sua casa e la sua piscina, per il resto è una testa di cazzo 》.
《 mi devi ancora raccontare cosa è successo tra di voi 》affermo bevendo un altro sorso della mia birra congelata.
《 tempo al tempo ragazza 》risponde lei facendomi l'occhiolino.
Scuoto la testa arrendendomi.
Subito dopo incrocio i suoi occhi verdi, già puntati su di me, sta ispezionando ogni mia parte del corpo.
In questo momento vorrei indossare qualcosa di largo per non attirare la sua attenzione.
Cerco di non guardarlo, ma il suo sguardo brucia sulla mia pelle, i suoi occhi verdi mi fanno male.
Punto di nuovo i miei nei suoi e la gente intorno a noi sembra essere sparita, persino la voce di Kimberly sta pian piano scomparendo.
Siamo distanti ma è come se in questo momento mi stesse toccando, immagino il battito del suo cuore accellerare a ritmo con il mio, il respiro affannoso e la sua voglia di avvicinarsi.
Una mano mi si posiziona davanti e sbatto le palpebre piú volte per riprendermi dallo stato attuale.
Una Kim preoccupata mi fissa insistentemente.
《 tutto ok ragazza? ti ha stregato Alexander per sbaglio? 》un largo sorriso si fa spazio sul suo volto, facendomi coprire con le mani il mio.
《 dai su, andiamo a farci un bagno 》mi prende sotto braccetto e ci avviamo verso la piscina.
Con la coda dell'occhio vedo anche lui camminare nella stessa direzione.
La bionda si butta direttamente, mentre io mi fermo a bordo piscina sedendomi.
Ho paura di non saper nuotare e l'acqua supera di gran lunga la mia altezza, quindi decido semplicemente di immergere le gambe fino alle ginocchia.
《 dai ragazza tuffati 》insiste Kimberly, ma riceve in cambio solo un sorriso compiaciuto.
Alexander si siede al mio fianco.
《 bel costume 》non ho il coraggio di girarmi e osservare il sorriso che ha sul viso, ho giurato di stargli alla larga, ma riesce in qualche modo a rendere la cosa impossibile.
《 non c'era posto sui lettini? 》domando ironica, lo sento ridere ma continuo a guardare davanti a me.
《 si sta meglio qua 》.
《 sul bordo piscina o vicino a me? 》.
stuzzicarlo forse non è il miglior modo per allontanarlo.
《 che intenzioni hai ragazzina? 》mi chiede avvicinandosi ancora, forse troppo per i miei gusti.
《 evitarti 》taglio corto.
Mi giro alla mia destra dopo aver visto Kyle agitare la mano in mia direzione.
Si tuffa in modo buffo facendomi ridere e poi mi giro velocemente verso Alexander dopo averlo sentito respirare pesantemente.
Il suo viso è pallido e ha gli occhi più grandi del solito.
Sembra aver appena visto un fantasma.
Mi ci vuole davvero un po' per capire cosa fosse successo.
ha visto la cicatrice.
Porto la mano sul segno che ho sulla nuca e mi giro un'altra volta per fargliela guardare di nuovo.
Poi mi rigiro con un sorriso crudele sulle labbra.
《 che c'è? ti piace così tanto? 》si alza bruscamente e in men che non si dica scompare.
E non solo per qualche minuto, per ben due giorni.

buonasera cari lettori!
come promesso ecco il decimo capitolo.
non ho moltissime cose da dire al riguardo, spero sempre che piaccia a voi almeno la metà di quanto piace a me.
vi è mai successo di incrociare lo sguardo di qualcuno e di sentire immediatamente le farfalle nello stomaco? o non desiderare altro che guardarlo negli occhi?

vic.

chi sono?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora