quattordicesimo capitolo.

58 8 4
                                    

" l'attrazione fisica è un incendio che una volta scesa la fiamma della passionalità lascia solo cenere.
l'attrazione mentale è un incendio che una volta scesa la fiamma della passionalità lascia un tappeto di brace pronto a riaccendere altre fiamme. "

Arthur Zeller.

Dopo le svariate chiamate di Kimberly accompagno Cole a lasciare Tyson a casa, senza accettare però di entrare dentro.
Mi manca solo conoscere la sua famiglia così da avviare il matrimonio ormai organizzato nella mia testa.
Mi piace stare in sua compagnia, il fatto che parli davvero esageratamente tanto non mi infastidisce, anzi, è una cosa che mi fa volare il tempo in sua compagnia.
Siamo stati da soli a parlare dalle 14 alle 17 e mezza, un record per me.
《 allora Aisha, sei pronta per assaggiare la miglior birra della tua vita? 》mi chiede mentre mi apre la porta di questo tanto famoso Pub.
Entrata all'interno mi sembra di ritrovarmi in uno di quei bar antichi di legno.
Tavoli giganti di legno sono posti in mezzo alla sala con vicino due panche per ciascuno, gli sgabelli del bancone sono vecchi e dello stesso legno.
Dietro al bancone un gigante scaffale stra pieno di bicchieri di vetro e bottiglie di alcolici, e varie lavagnette con su scritto nomi di bevante, birre e cibo da consumare.
Kimberly e Brian sono ormai alla quinta birra e l'atmosfera è decisamente piccante tra i due.
Il ragazzo ha la mano appoggiata sulla sua coscia destra e non la ritira nemmeno dopo averci visto.
La bionda mi circonda in uno strano abbraccio, è lì che comprendo che è sicuramente ubriaca, non essendo di suo una persona affettuosa.
《 dove siete stati piccioncini? 》non ho inquadrato benissimo Brian fino ad ora dato che ci siamo visti per 10 minuti circa, ma con la luce del locale, sentendo la sua voce e osservando i suoi movimenti, noto una certa somiglianza con Dylan.
《 abbiamo camminato e parlato un bel po' 》mi giro verso Cole ricambiando il suo sorriso.
《 il solito Cole, Aisha attenta a non annoiarti, non è un tipo molto socievole 》ribatte Brian mentre continua a guardare Kimberly.
《 non direi questo, non è stato zitto nemmeno per 5 minuti 》prendiamo posto anche noi ed il barman ci porta subito le birre.
Faccio un sorso veloce chiudendo gli occhi, così da poter concentrare tutto sul sapore, e rimango stupita dalla bontà di quello che mi ritrovo davanti, oltre al fatto che scende che è una meraviglia.
《 approvata? 》Cole, che è alla mia destra, non mi ha tolto per un secondo gli occhi di dosso, aspettando curioso la mia reazione.
《 stai scherzando? è la miglior birra che io abbia mai bevuto! 》urlo entusiasta, la musica è decisamente troppo alta ed il locale diventa sempre più affollato.
《 che programmi avete per questa sera? 》ci chiede la bionda con un sorriso strano in volto, poi fisso Brian anche lui molto concentrato sulla conversazione.
《 cosa? 》non capisco subito le loro intenzioni, anzi direi che senza l'aiuto di Cole non avrei pensato che Kimberly voleva liberarsi in un certo senso di noi per andare via con Brian.
《 ragazza, che programmi avete per dopo? 》ripete lei con fare più convincente.
《 ow, Cole mi voleva portare in un posto 》butto lì la prima scusa che mi viene in mente, senza chiedere conferma al ragazzo confuso al mio fianco.
《 perfetto, allora ci si vede alle 23 alla statua qui vicino, d'accordo? 》.
《 d'accordo 》afferma Cole prima di alzarsi ed avviarsi verso l'uscita.

《 ed io che volevo ancora bere quella fantastica birra 》l'unica cosa negativa dell'esserci andati dal locale.
Cole prende il suo zaino dalle spalle e aprendolo tira fuori un bel po' di birre, 8 per precisione.
《 pensavi che ti avrei lasciato senza? 》faccio un grande sorriso per poi afferarne una.
《 non ho organizzato nulla per questa sera, in realtà non sono un tipo molto aperto a nuove amicizie, ma tu mi trasmetti fiducia, quindi farò tutto spontaneamente, andiamo al Stow Lake 》.
tu mi trasmetti fiducia.
In questo momento mi sento realmente in colpa, forse le mie piccole bugie non sono poi così innocenti, ho dovuto inventarmi una vita che non mi appartiene, solo per dimostrare qualcosa che in realtà non sono, ad una persona che molto probabilmente non si aspettava nulla da me.
《 perché siamo di nuovo a casa tua? 》chiedo confusa, non vedo l'ombra di nessun lago.
《 San Francisco purtroppo non è così piccola come Carmel, vuoi spendere soldi inutili per un taxi o preferisci andarci in moto? 》subito dopo apre la porta del garage mostrando così una bella moto verde abbastanza grande.
Mi affianca e poi mi fa segno di salire, allungandomi un casco nero.
Lo afferro e con molta difficoltà riesco ad allacciarlo, per poi salire dietro di lui.
《 tieniti forte 》gli circondo così la vita con le mani e appoggio la testa sulla sua schiena.
Scopro di non essere un'amante dell'adrenalina e tantomento della velocità, dato che passo tutto il tempo in moto con gli occhi chiusi, come al solito.
《 ora puoi lasciarmi andare 》mollo imbarazzata la presa, chissà da quanto tempo siamo arrivati, la mia testa era ormai altrove da un bel po'.
Intravedo subito davanti a noi il lago, varie panchine sono poste sulla riva, in mezzo c'è una piccola casetta e ancora più in là un gazebo colorato.
Andiamo a sederci su una panchina una volta parcheggiata la moto.
Con la luce del palo riflessa sul suo viso, riesco finalmente a vederlo bene.
I suoi occhi scuri sono la prima cosa che noti guardandolo, sono così profondi e circondati da folte ciglia.
Ha i lineamenti dolci di un ragazzino, non si direbbe proprio che ha 22 anni.
Ed ora che mi fissa ho le palpitazioni.
Mi guarda con quello sguardo serio ma allo stesso tempo docile che mi fa letteralmente sciogliere, oltre a mettermi in soggezione.
Faccio un sorso della birra cercando di concentrarmi sul discorso appena aperto, scacciando via ogni pensiero su lui e me insieme.
Troppa fantasia avvolte guasta.

chi sono?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora