trattenere la rabbia e il rancore è come tenere in mano un carbone ardente con l'intento di gettarlo a qualcun altro: sei tu quello che viene bruciato.
Kimberly mi schiocca le dita davanti al viso vedendomi completamente distratta e facendomi tornare nel mondo reale.
《 ragazza, tutto bene? 》annuisco con la testa mentre riprendo a seguire la professoressa Miller.
Questa mattina mi sono alzata prima del suono della sveglia, avevo bisogno di una doccia bollente e rilassante e di due tazze di caffè, a causa del mio sonno irrequieto.
Tantissimi flashback della sera precedente si sono fatti spazio nella mia testa già dalle prime ore del mattino, fino ad ora.
È tutto il giorno che cerco di scacciare questi pensieri ed evitare di incontrare chiunque di loro.
Anche se sono curiosa di vedere come reagirà una volta incrociato il suo sguardo.
mi eviterà come sempre o si comporterà diversamente?
Ma in fondo, non so esattamente cosa mi aspetto da lui.
Non è successo nulla, ero ubriaca e la situazione è degenerata più del dovuto.
o per lo meno mi autoconvinco di questo.La giornata scolastica passa velocemente, tra corse per arrivare in aula senza vedere nessuno e dormite in classe per evitare di pensare troppo.
La prossima lezione però è matematica, quindi non posso fare nulla per sfuggire a tutto ciò.Saluto il professore e mi giro verso la classe.
Solito posto, solito sguardo annoiato ed infastidito dalla materia.
Lo fisso insistentemente.
cosa diavolo voglio ottenere?
Incrocia i miei occhi per pochissimo, e subito dopo distoglie lo sguardo.
Questa cosa mi uccide, l'indifferenza.
Perché può essere incazzato, infastidito o furioso, ma il menefreghismo che certe volte riserva nei miei confronti mi distrugge.
Prendo posto dietro di lui, l'unico banco libero.
Lo vedo agitarsi sulla sedia sotto il mio sguardo.
Non sono pronta ad affrontarlo ma voglio lo stesso che mi parli, o per lo meno che mi guardi.
Durante la lezione la mia attenzione viene catturata da una curiosa cicatrice posta sulla sua nuca.
La percorro con lo sguardo formando così una A.Una strana sensazione di angoscia mi obbliga a guardare da un'altra parte.
Senza rendermene conto mi alzo in piedi, nel bel mezzo della lezione, senza proferire parola.
Il professore mi richiama un paio di volte ma la sua voce sembra scomparire ad ogni mio passo.
È tutto così automatico, il mio corpo si muove da solo.
devo allontanarmi da lì.
Mi trascino nel bagno delle femmine.
Senza pensarci due volte mi tolgo la maglietta davanti allo specchio, fregandomene del fatto che qualcuno potrebbe entrare da un momento all'altro.
Mi giro di schiena e alzo i capelli con un movimento rapido, per poi roteare la testa per riuscire a vedermi.
Il mio cuore si blocca e le mie gambe cedono alla visione della cicatrice.
La stessa cicatrice che poco prima ho visto sulla nuca di Alexander.
Stessa forma e stessa grandezza, con l'unica differenza che la mia è tutt'ora aperta.
Mi lascio cadere lentamente sul pavimento, appoggiandomi poi con la schiena alle piastrelle fredde poste sul muro.
Chiudo gli occhi e l'aria inizia pian piano a mancarmi.
Il mio respiro diventa affannoso e irregolare, sento un forte dolore al petto ed infiniti brividi percorrono il mio corpo, aumentando così la tensione e l'ansia dentro di me.
va tutto bene, ci sono io qui.
Mi tornano in mente le parole del ragazzo che la prima volta mi ha salvata da questo cosiddetto attacco di panico.
In questo momento sono più che sicura che è quello che mi sta succedendo.
Le lacrime rigano il mio volto ed io cerco di ricordarmi il suo tono di voce caldo.
Di immaginarmi le sue braccia intorno al mio corpo.
E di fare respiri lenti e profondi.Mi alzo dal pavimento, mi metto la maglietta buttata precedentemente per terra e mi avvio verso l'aula.
Senza nessuna espressione, ma con un'unica domanda in testa :
cosa diamine mi ha fatto?
La gente si gira nella mia direzione ma percorro la classe più apatica che mai, senza nemmeno chiedere scusa al professore.
Mi vado a sedere di nuovo al mio posto e lui si volta verso di me.
Questa volta sono io a non guardarlo, ad ignorarlo.
Ho in mente solo quella cicatrice.. in comune.
Se prima non ero sicura che lui sapesse qualcosa sul mio passato, ora sono certa che Alexander è il colpevole di tutto, mi ha resa lui così.
Senza ricordi, debole e spaventata.
Ora tutta la paura che riservavo per ogni cosa e per ogni persona non esiste più, la rabbia prevale su ogni altra sensazione, vorrei fargli passare quello che lui ha fatto passare a me.
Vorrei che si svegliasse senza ricordare più nulla, ritrovandosi in un mondo che non è il suo.
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chi sono?
RomanceIn una notte buia e tranquilla, una ragazza dai capelli scuri, occhi verdi e un viso nascosto dal sangue che cola, rovina la calma del Maggy's bar. Nessuno la conosce, la gente la fissa incuriosita e solo Margareth ha il buon senso di darle una mano...