Sesto

336 42 13
                                    

Ero così confusa e disorientata, sembrava che l'intero mondo intorno a me ballasse così velocemente.
Eppure non avevo bevuto o assunto nulla, ero semplicemente esausta dal lavoro.
Volevo solo buttarmi sul mio comodo letto e chiudere gli occhi, ma sapevo che Judith era tornata e aveva centinaia di cose da raccontarmi.
Al diavolo, me le racconterà domani.
Mi rifugiai in un piccolo parchetto in fondo alla strada, nessuno ci andava mai.
Quando stavo lì sembrava che le foglie cadessero più velocemente, che il tempo si sbrigasse a passare, ma che allo stesso tempo i miei pensieri svanissero come il fumo.
Nel momento in cui mi sedevo sulla vecchia e inutilizzata altalena, le confessioni di tutte quelle persone che cercavano aiuto da me volavano via dalla mia mente per un pò, lasciando i miei pensieri soltanto a vagare nel mio cuore.
C'era freddo e stavo congelando, ma ne valeva la pena per un pò di pace.
Dondolavo sull'altalena senza dire una parola.
Si sentiva solo il cigolare delle catene e i miei piedi che sfioravano il terreno ogni volta che tornavo giù, il resto, era solo la musica che suonava nel mio cervello.
<Y/n?>
Sorridevo sulle note di "Quasi una fantasia" di Beethoven, fissando l'erba sul suolo.
<Y/n?>
Chiusi gli occhi e alzai il cappuccio del giubbotto, così che il mio collo rimanesse al caldo.
<Y/N!>
Mi spaventai quando sentii qualcuno urlare il mio nome, alzai lo sguardo e vidi una sagoma maschile vvicinarsi.
Lì per lì il mio cuore batté così forte, ma in quel momento non mossi un dito.
<Haknyeon?> domandai a bassa voce.
La figura si fece strada verso la luce del lampione, quando finalmente lo riconobbi del tutto.
Oh, Dio...
<Ti ho chiamata tre volte! Stavi cercando di ignorarmi?> domandò lui.
<No, Juyeon>
Ero così immersa nei miei pensieri che lo sentii solo quando alzò la voce.
<Che ci fai in questo parco, da sola, a quasi mezzanotte?> chiese sedendosi sull'altra altalena.
Strinsi le catene dalla frustrazione, non avevo voglia di sentire la sua voce.
<Sono stressata a causa del mio lavoro>
Juyeon annuì iniziando a dondolarsi.
<Tu invece?> gli domandai curiosa.
<Mi annoiavo> rispose freddo.
Calò il silenzio per diversi minuti, Juyeon si guardava intorno in continuazione, come se stesse controllando che non ci fossero telecamere.
Un'altra cosa che mi inquietava, era il suo zainetto nero che teneva sulle spalle.
Iniziai a provare paura ed ansia a stare lì con lui, ma sotto sotto sentivo di non dovermene andare.
<Non hai freddo?>
<Non ricominciare, sto bene> mentii, mentre stavo tremando.
<Y/n, ho preso una cosa per te>  disse.
Prese il suo zainetto e lo aprì, tirò fuori una scatola e me la diede.
Lo guardai e mi fece gesto di aprirla.
<Ho paura> affermai.
Il ragazzo sorrise e si avvicinò a me.
<Puoi fidarti di me> replicò.
La scatola era coperta da della carta colorata e da come era incollata sembrava che l'avesse incartata proprio Juyeon.
Posai la mia mano sulla scatola per togliere la carta, ma stavo tremando dal freddo e non potevo più nasconderlo.
<Aspetta> sussurrò lui.
Mise la sua mano sulla mia e mi aiutò a tenerla ferma per aprire la scatola.
I nostri occhi si incrociarono e si parlarono per pochi secondi.
<Muoviti> disse Juyeon infine.
In un batter d'occhio strappai l'involucro e lo lasciai cadere per terra.
Aprii la scatola e all'interno c'era...
una sciarpa?
Una lunga sciarpa rosa fatta all'uncinetto con un cuore bianco all'estremità.
Era molto calda e spessa, la osservavo mentre la tenevo tra le mani.
<Perché? È per me?> domandai con stupore.
<Si, l'ho comprata per te> rispose.
<È bellissima, ma non dovevi, davvero>
Juyeon sorrise.
<Fa molto freddo e tu... esci sempre senza proteggerti abbastanza> spiegò.
Ricambiai il sorriso e la indossai.
<Per caso... l'hai rubata o apparteneva a qualcuno che hai fatto sparire?>
Non si sa mai, meglio chiedere.
<No! Affatto! L'ho comprata personalmente> disse ridendo.
<Grazie, è davvero un bel regalo>
Juyeon si avvicinò ancora un pò, ma in quel momento mi alzai.
<È ora che io vada, tra poche ore dovrò lavorare> spiegai allontanandomi.
<Oh, certo, certo. Ci vediamo giovedì allora>
Gli sorrisi e me ne andai, ad ogni passo mi giravo per controllare che fosse ancora al suo posto, che non mi stesse seguendo.
Avevo paura ma ero confusa e sentivo una strana sensazione, come se fossi stordita dall'umile gesto di Juyeon.
Quando arrivai a casa, Judith stava già dormendo sul divano, probabilmente era rimasta sveglia ad aspettarmi.

𝑰𝒏𝒔𝒂𝒏𝒆 | ᴀ ᴛʜᴇ ʙᴏʏᴢ ғᴀɴғɪᴄᴛɪᴏɴDove le storie prendono vita. Scoprilo ora