4 - Il viaggio della Ala Nera

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Il Sole iniziava la sua ascesa in cielo ed il vento portava i segreti della notte. Svegliarsi all'alba col peso delle dita assonnate, prima che i gabbiani iniziavano a garrire, prima del viaggio. Prima che le banchine del molo ed i ponti delle navi prendevano possesso di loro, avvolgendoli con l'involucro di metallo e legno, con il freddo. La luce stava appena montando le sue installazioni, estraendo dal buio i vestiti gettati sulla sedia e sul pavimento freddo e umido. I primi raggi del Sole si insinuavano all'interno della cabina mostrando ciò che la notte aveva celato. Bottiglie vuote, dove un tempo contenevano alcool, ed un paio di ragazze nude che dormivano, venivano radiate da quei raggi che avevano iniziato a prendere possesso della stanza. Le vele erano state rassettate, le funi sistemate ed il ponte della nave lucido.

La Ala Nera, la terribile ed affusolata nave di Jin. Una galea a tre alberi con la carena nera come la pece. Il ponte dipinto di rosso scuro per nascondere meglio il sangue su di esso versato. A prora c'è una polena di ferro nero raffigurante un uomo che indossa solamente un elmo dorato da gladiatore, contornato da numerose gemme che brillano nel buio.

Gli uomini sono pronti, basta un comando del loro capitano ed essi si sarebbero subito messi in moto per far salpare la nave dal porto della città.

Sul ponte si trovavano due ragazzi, entrambi ventenni. Egor, di media altezza e statura, dai capelli corti e scuri. Voin, alto più di 2 metri, muscoloso e molto chiassoso. Consumava e beveva ogni bottiglia d'alcool che trovava a portata di mano. Erano loro due a gestire il comando della nave.

Il momento di prendere il largo era arrivato. La Ala Nera iniziò ad allontanarsi dalle coste trovandosi in pochi minuti circondata solamente dalle onde del mare che la cullano e le indicano la via. Il vento dona la spinta giusta per indirizzarli verso una nuova avventura, che a quanto pare non era tardata ad arrivare.

In lontananza una misera nave stava proseguendo il suo viaggio, ignara del fatto che la Ala Nera stava per sentenziare la loro corsa. Ben presto le persone a bordo avrebbero assaggiato cos'è la vera paura ed il vero terrore.

L'arrembaggio fu molto semplice. Nessuna resistenza, nessuna prova di forza nel riuscire a difendersi. Il cargo rimase sterile, solamente i loro passeggeri vennero estinti dal ponte della nave. Rimase in vita un solo navigatore, che si era nascosto tra la merce di valore del cargo.

<<Bene bene, cosa abbiamo qui. Un sopravvissuto>>

Un uomo non più giovane, forse sulla cinquantina. Calvo, basso e dalla mole grassa, con una evidente pancia tonda. Impaurito e con l'odore di ammoniaca addosso. I pantaloni erano zuppi di pipì fatta dalla paura. Tremava dinnanzi a tutti quegli uomini che ridevano, e che non si sono fatti scrupoli nell' aver massacrato tutti i passeggeri di quella nave.

Voin finì di bere e divertito prese per la pelata l'uomo. <<Potrei anche lasciarti andare ma poi dove andresti? Guardati attorno, non c'è nulla se non mare mare e mare. Allora ho pensato che avrei potuto prenderti con me nella flotta>>

Prese uno specchio e lo posizionò davanti l'uomo.

<<Guardati, sei disgustosamente grasso ed inadeguato alla lotta. Non sei buono nemmeno per farti pulire da cima a fondo questa nave. Non ne saresti degno. Sei completamente inutile da essere sfruttato anche come schiavo>>

Voin iniziò a girare attorno l'uomo, camminando a passo pesante e molto lento. In mano brandiva un'enorme ascia. La alzò, pronto a fracassargli il cranio.

<<Fermo!>> Voin si bloccò all'istante.

I pirati intorno si diramarono aprendo un varco per far passare Egor.

<<Quante volte ti ho detto di non sporcare la nave?>>

Nonostante la differenza di stazza, Voin abbassò l'arma e distolse lo sguardo, chiedendo anche scusa per essersi lasciato trasportare dal momento. Egor osservava attentamente il prigioniero impaurito.

{Libro 1} Un Destino fatto di Scaglie - Il RisveglioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora