6 - Bosco Fischietto

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Il cuore di Jack si fermò, o almeno quella era la sensazione che gli rimandava la morsa al petto che l'aveva attanagliato all'improvviso. L'ovattato mondo dei sogni, nel quale era immerso pochi secondi prima, era stato spazzato via da quel boato indecifrabile. Jack si ritrovò catapultato dal suo letto morbido e caldo, al duro e freddo pavimento sul quale stavano crollando pezzi di muro e calcinacci, che inesorabilmente lo seppellirono.

La polvere gli entrò nelle narici soffocandolo, negli occhi accecandolo. La bocca gli era diventata di carta vetrata, i polmoni anelavano ossigeno. Che cosa era successo?

La mente, ancora offuscata da un sonno interrotto bruscamente e da quello che si stava verificando, non riusciva a decifrare l'accaduto. Tutto era avvenuto improvvisamente sorprendendolo nel suo nido sicuro e tranquillo, mentre, cullato dal sonno, stava dormendo. In quella tragedia, la ragione intervenne a segnalargli che, probabilmente, era scoppiato qualcosa oppure si trattava di un terremoto.

Si rese conto che, oltre a lui, c'erano anche il Maestro Sean, Emily e Mark che dormivano nelle stanze attigue alla sua. Cominciò ad urlare chiamando i propri cari ma le orecchie gli rimandavano solo suoni rochi e inarticolati. Polvere e pezzi d'intonaco gli riempivano la bocca, la gola, le corde vocali lasciandolo privo di voce. Il buio lo circondava, le macerie lo schiacciavano al duro pavimento. Lacrime cocenti scesero a lavargli il viso, lasciando, al loro passaggio, tracce sul volto annerito dal polverone. La sete cominciò a farsi sentire reclamando una fonte per poterla placare.

Jack iniziò, così, a pensare alla propria vita, una vita che adesso gli stava scivolando via. Non sarebbe sopravvissuto, non avrebbe mai conosciuto l'amore, preso la maturità, viaggiato, avuto figli. Il giovane rivisse gli ultimi momenti sereno prima che la vita gli presentasse il conto.

<<Jack... Jack...Jack...>>

Una voce lo chiamava. Prima in modo fievole, poi con più forza, con voce stentorea.

<<Jack! Jack!>>

Si svegliò di soprassalto, impaurito e con una forte sudorazione.

<<Jack, tutto bene. Era solo un sogno.>>

Scorse la figura di Mark sopra di lui. Si sedette sul letto ed osservò che alla porta si era radunato un gruppetto di ragazzi e ragazze che stavano sbirciando.

<<Mark! Non hai chiuso la porta.>> Jack repentinamente si alzò per chiuderla.

<<Ci credo che fossero venuti qui>>

<<Perché? Cos'è successo?>> disse Jack.

<<Hai urlato. Sicuramente hai fatto un altro incubo. Avanti, preparati, la mensa è già aperta per la colazione.>>

Jack mugolò, quella notte aveva fatto un altro incubo. Mark uscì dalla stanza e qualche minuto dopo lo seguì. Ad attenderli quella mattina c'era una tavola imbandita di ogni genere di vivanda: latte, caffè, tè, succhi di frutta di vario genere. Cereali, biscotti appena sfornati, una crostata di marmellata di fragole e le immancabili frittelle. Jack si sedette, riempì una tazza di latte e ci mischiò un po' di caffè, ci inzuppò cerali e qualche biscotto, poi mangiò una fetta di crostata e tre frittelle.

<<Sei pronto?>> gli chiese Mark.

Jack lo guardò ed annuì.

Si alzarono dal tavolo e si diressero verso la Hall. Durante il tragitto notarono che molti studenti li osservavano.

<<Ma sono nuovi quei due? Le matricole dovrebbero entrare qui a settembre.>> disse un ragazzo visibilmente irritato.

<<Saranno due raccomandati. Altrimenti non c'è altra spiegazione.>> rispose l'amico.

{Libro 1} Un Destino fatto di Scaglie - Il RisveglioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora