capitolo 32

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La situazione sarebbe stata traumatica anche senza l'aggiunta di questo Stoick che le esaminava con i suoi occhi freddi e perquisitori, ora stava degenerando tutto nel tragico soprattutto perché l'attenzione dell'uomo sembrava essersi focalizzata quasi interamente su Victoria con un'intensità che era riuscita a mettere a disagio tutti in quella stanza tranne che, paradossalmente, la stessa Victoria che pareva ricambiare lo sguardo con la stesso vigore. Ora lo sguardo di Mereen stava diventando interrogativo... che diamine stavano facendo? E poi la cosa era imbarazzante considerando anche che la sua Beta era, bhe... totalmente nuda. Dopo un paio di secondi decise di interrompere quella strana atmosfera facendo un passo avanti nel tentativo di parlare ma fu interrotta da uno dei trogloditi che le avevano portate in quel buco dimenticato da tutti. <Si noi abbiamo pensato potessero essere utili> finalmente l'attenzione di Stoik deviò su un altro soggetto. Immerse le pupille nere nell'uomo e alzò un sopracciglio che gli conferì un'aria strafottente e sarcastica: <Utili eh? E dimmi mio caro... amico - ghignò- come pensi possano esserci utili?> il povero chiamato in causa abbassò lo sguardo dinanzi a quel tono fintamente divertito con una nota non molto velata di presa per il culo: <Bhe, ecco, lei è una, si una Jalan e> <E hai pensato bene di portarla qua nella speranza di tornare a far parte di una società quantomeno... civilizzata>. Stoick rise, ma una risata tetra, anche le due ragazze che erano nuove in quell'ambiente capirono che non poteva portare nulla di buono. Tornando serio egli si avvicinò nuovamente a loro per poi prendere il viso di Mereen tra la mano con una stratta rude tale da costringerla ad assecondarlo. <Mereen Jalan non è così?> questa spalancò gli occhi. Dopo aver osservato la reazione della ragazza, la mollò di scatto per poi voltarsi e dirigersi verso il trono: <Sapevo di essere circondato da un branco di idioti, non ho mai preteso molto, ma dopo questo toccate picchi che non avrei nemmeno potuto immaginare> sospirando con un'aria teatrale, si sedette sul trono con gli occhi chiusi. Sembrò passare un eternità, come se il tempo si fosse cristallizzato, tutti fermi immobili, tranne Victoria ovviamente che pareva non riuscire a stare ferma, mentre aspettavano un verdetto da Stoick.
<Ripetetemi chi ha avuto la brillante idea di portarle qui> finalmente disse, rialzando il viso. Ci fu del silenzio prima che quello che pareva il capo dei sei rispose. <Questo è un errore grosso, sai qual è la prima regola, e unica in effetti, facile da memorizzare e da seguire no?> l'altro abbasso il capo tentando forse di farsi piccolo <Non far entrare estranei nel forte> annuì <Bravo, vedo che te la ricordi... allora cosa c'è di difficile che non hai capito? Sono parole elementari, comprensibili anche per un cervello limitato come il tuo.> con spigliatezza si alzò e tornó a parlare: <Conosci le conseguenze del tuo gesto> fece un velocissimo sguardo agli altri uomini presenti che bloccarono il sesto in modo tale che non provasse a fuggire o a ribellarsi intanto che Stoick si avvicinava con un sorriso sadico che gli deturpava il volto. <Ora ci facciamo una bella gita nei sotterranei, che ne dici?- fece un cenno a coloro che lo tenevano fermo- Portatelo giù>. Mentre tra le grida e le suppliche del poveretto i sei scendevano, Stoick aveva una sguardo che traspariva eccitazione, vera e propria malata aspettativa per ciò che sarebbe accaduto; fece per scendere le scale quando fu come se si ricordò che c'era ancora la questione di Mereen e Victoria da risolvere. Sbuffò come se lo stessero privando di un piacere immenso poi con passo annoiato tornò vicino a loro. Le due erano state per tutte il tempo in centro alla stanza immobili, più o meno dato che Victoria pareva piuttosto in panico, sperando che la situazione si risolvesse. <Cosa dovrei farne di voi?> si accostò al viso di Victoria e alzò una mano per toccarle il viso che fu prontamente bloccata da Mereen, la quale ora che non si sentiva più osservata da così tanti sguardi recuperò la sua grinta e indole da leader qual era sempre stata: <Potresti inziare a lasciarci andare per cominciare. Tu stesso hai affermato che siamo inutili> la concentrazione dell'uomo si puntò sulla donna, strattonando malamente il braccio per farle lasciare la presa, la sovrastava di parecchio ma di certo i due erano di pari forza e potenza, entrambi erano stati due Alpha. <Voi siete inutili. Dammi allora un motivo per non uccidervi. So bene chi sei e so anche la tua storia. Una Jalan del tuo calibro con tutti i problemi che si trascina dietro porterebbe solo guai in una terra che già ne ha molti. Uccidervi sarebbe il minore dei mali.> non si stava mettendo bene, per niente. In più Mereen non aveva argomentazione da esporre contro ciò che Stoick aveva appena detto. <Non mi ucciderai> Victoria si intromise lasciando l'altra smarrita che la fissava con espressione interrogativa. Ma pareva essere l'unica a non aver colto il significato di quelle parole. <Hai ragione, non voglio certo morire pazzo...psicopatico si, matto no. Ma dopotutto mi basta uccidere la tua Alpha, è lei il mio problema. Tu, invece, resterai qui.> Mereen non ci stava capendo nulla, era solito essere molto perspiacace, ma forse la stanchezza e la debolezza fisica le stavano giocando un brutto scherzo <Non la terrai rinchiusa in questo lurido luogo, Stoick giusto?> l'uomo la fissò quasi con scherno <Ti dipingevano come più intelligente, ma le voci non hanno mai fatto cenno al tuo spiccato senso di protezione sai? Ti preoccupi più della sua vita qui con me che della tua morte imminente.> non fece in tempo a rispondere che la rossa si fece avanti <Pensi che per te sarà facile tenermi qui? Penso tu abbia la cattiva abitudine di trattare i tuoi sottoposti come oggetti ma io non sono una tua bella pedina da muovere sulla tua bella scacchiera. Se Mereen muore farò in modo di andarmene con lei e non credo riuscirai ad impedirmelo> Stoick la fissò con una scintilla di divertimento <Tu mi sottovaluti rossa> in risposta la beta lo guardò con sfida <Tu ti sopravvaluti o sottovaluti me>. Mereen si sentiva quasi fuori posto, e paradossalmente i suoi pensieri si alternavano da una possibile motivazione da rifilare a Stoick per rimanere in vita al desiderio di stendersi perché le gambe le facevano male avendo camminato così tanto. <Cosa vuoi? In cambio della vita di Mereen> questa ci provava ad inserirsi nella conversazione ma i due continua a tagliarla fuori e ciò non le era mai capitato, era sempre stata brava a condurre le conversazioni fino a ribaltarle tutte in suo favore ma ora si sentiva assolutamente inutile e spoglia di tutto ciò che era sempre stata. Non si sentiva più forte, sicura di sè stessa e in quel momento non si sentiva neanche tanto brillante. Il suo cervello sembrava non elaborare idee ma di una cosa era certa, non avrebbe permesso che Victoria barattasse per la sua vita un'esistenza di prigionia in quel luogo ostile. Oramai non sembrava nemmeno valerne la pena, continuarla quella vita... e per cosa?non voleva la pena vivere come un'eremita sempre costretta a spostarsi, e con la paura di addormentarsi la notte. Stava per dirlo ma fu nuovamente sovrastata: <Non c'è niente che possiate darmi mie care. So bene che non potete farmi lasciare questo posto e farmi tornare a vivere un esistenza normale.> <Questo non è del tutto vero...> Stoick guardò Victoria tentando di celare la sua sorpresa con un tono sarcastico: <Ah si? Sentiamo> <Io non sono stata esiliata dal branco ma lo ho abbandonato per mia volontà, io posso tornare e tu saresti accolto con me> Mereen tentò di non farsi prendere dal panico, stavano dicendo troppe menzogne, Victoria aveva appena promesso qualcosa di assolutamente irrealistico, certo a meno che Stoick non fosse stato il suo compagno, in quel caso allora...
Nella sua mente rimbombò quell'opzione poi alzò lo sguardo sui due. Compagni, erano compagni. Avrebbe voluto darsi uno schiaffo, queste cose tendeva a notarle subito soprattutto se si trattava di qualcuno vicino a lei... la sua disattenzione era allarmante eppure ora che ci pensava era piuttosto palese, dai loro sguardi alla loro conversazione. <Siete compagni!> Victoria abbassò lo sguardo mentre Stoick con un'espressione saccente la punzecchiò: <Sei ancora più stupida di quello che credevo> a Mereen salì un irritazione tale da cambiarle il colore viola degli occhi in pozzi di sangue senza il suo controllo: <Uccidimi pure fottuto sociopatico. Non lascerò che Victoria si confonda con uno come te> Victoria le prese la mano e la fissò negli occhi con un espressione esaustiva. Lei nonostante tutto voleva conoscerlo. Ma non poteva permetterglielo, non dopo tutto il casino che era successo con Victor, e Victor sembrava leggermente più sano di Stoick. <Victoria, questo qui è metto, fuori di testa. Vuoi forse finire come me?> non le importava se il soggetto della sua frase era proprio lì di fianco a lei che la fissava con aria truce, Victoria doveva ragionare. Ma il suo sguardo non mutò anzi le fece capire che non avrebbe cambiato idea, dopotutto Victor era Victor e Stoick era Stoick non si poteva partire affrettati, magari le cose sarebbero potute andare meglio. Mereen scosse il capo e annui di fronte alla determinazione dell'amica. <Allora avete finito?> <Abbiamo un accordo?> Stoick sorrise e allungò la mano in attesa di sancire il patto. Strette le mani, l'uomo si allontanò e si avvicinò alle scale: <Ho deciso di essere buono, questa notte potrà dormire qui anche Mereen... ad una piccola condizione> la donna provò a contenersi ma era davvero sollevata, aveva bisogno di sdraiarsi, dormire al meglio per le giornate che la attendevano, per il resto della vita. <Se volete restare qui a dormire, entrambe, e che l'accordo rimanga valido, da domani voglio che voi due interrompiate qualunque contatto. Dopotutto sto lasciando in vita una calamità per i problemi e non voglio averne niente a che fare, ma dal momento che ho a che fare con Victoria voglio che tra voi due non ci sia più alcun legame, non voglio che da te, Mereen, possano risalire minimamente a me o a chi mi è attorno>. Victoria scosse il capo con forza mentre camminavano dietro di lui diretti chissà dove: <No e ancora no, non ho intenzione di lasciarla sola, non succederà> Mereen pensò che nonostante tutto quello sembrava la soluzione migliore anche per Victoria. La possibilità che i seguaci di sua madre Denysia la stessero cercando non era così remota. Perciò non voleva certo che venisse coinvolta anche Victoria. <D'accordo> la rossa la guardò stralunata ma con un cenno le fece capire di non discutere mentre sul volto di Stoick si apriva un sorriso sbilenco. In silenzio dopo pochi minuti arrivarono davanti ad una porta, entrarono e videro una camera da letto matrimoniale con della mobilia in legno; era spartana ma alle due si illuminarono gli occhi, sembravano secoli da quando non dormivano su un materasso. Mentre ispezionavano la stanza sentirono il tonfo della porta che sbatteva e la serratura che slittava, si voltarono e corsero all'uscita per tentare di aprirla ma Stoick le aveva chiuse dentro: <Non sono paranoico ma non mi fido di voi, prendo solo delle precauzioni per assicurarmi che non scapperete> il viso di Victoria stava diventando rosso per la rabbia: <Sei un fottuto stronzo!> dall'altro lato della porta si udì una risata rauca e dei passi che si allontanavano: <Ah, spero non abbiate fame perché non ho niente da darvi>. Mereen si voltò verso la compagna con un'espressione saccente mentre la osservava percorrere a passo di carica l'intera stanza nel tentativo di calmarsi: <E tu vuoi veramente creare qualcosa con questo sociopatico?> <Ah sta zitta!>

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 25, 2021 ⏰

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