capitolo 12

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Erano passati un po' di giorni da quell'ultimo episodio, Victor aveva fatto di tutto per evitarla e ci era riuscito: non aveva visto nemmeno l'ombra dell'uomo.
Si era tenuta aggiornata sull'andamento delle opinioni dei membri del branco a proposito della loro proposta attraverso Lexy e tutto sembrava andare a loro favore, inoltre anche l'Alpha della Russia, Alexandar Mirajlov, aveva accettato ed era giunto in Svizzera per supportare.
Quel giorno il suo compagno avrebbe dovuto informarla dell'esito alla loro richiesta ma dato che lui si era come volatizzato sarebbe andata alla sua ricerca e l'avrebbe inchiodato alla scrivania per ricevere una risposta, e non era l'unico argomento per cui ne richiedeva una.
Alzatasi dal letto aprì l'armadio e optó per una gonna jeans, un top e degli stivaletti rigorosamente neri.

Dopo aver fatto colazione nei limiti del possibile, si diresse alla ricerca di Victor, che ovviamente non era in casa. Nonostante l'olfatto sviluppato non riusciva a percepirlo perciò si diresse verso la casa-branco dove trovò Marie:

-Marie, hai visto l'Alpha?-
-No cara, questa mattina è uscito all'alba ma se non lo trovi sarà sicuramente in città o comunque fuori dal villaggio, ti conviene aspettarlo qui-
Ovviamente non le diede ascolto e decise di superare i confini a piedi e raggiungere la periferia di New York, non era la prima volta che spariva e, non essendo marchiata, non poteva provare il dolore fisico del tradimento, per cui era insensatamente terrorizzata che Victor scompariva a causa di un altra donna. Più che altro era una questione di principio, non che le importasse; semplicemente voleva capire, se veramente scopava con qualcun'altra, cosa avesse questa che lei non aveva. O almeno così si ripeteva.
Dopo aver camminato per minuti senza trovarlo, si decise ad entrare nel centro della città: aveva passato numerosi caffè, negozi di tutti i tipi, era stata quasi investita da un taxi due volte, aveva aiutato un anziana ad attraversare la strada e aveva mandato a cagare un gruppo di ragazzini che le avevano fischiato dietro quando li aveva oltrepassati eppure di lui nessuna traccia.
Sconfortata e credendo che, essendo passate quasi due ore, probabilmente era già ritornato al villaggio, si incamminò verso la costa. Quando era nel suo territorio adorava correre nella sua forma lupo fino alle coste francesi solo per fermarsi ad ascoltare il rumore delle onde che si infrangevano sugli scogli: le dava un senso di pace e tranquillità e in quel momento più che mai aveva bisogno di svuotare la mente.
Dopo mezz'ora di cammino finalmente vide in lontananza quella distesa di acqua e l'odore di sale la inebriò ma quando ispirò una seconda volta il suo cuore perse un battito: tabacco e rugiada.
Quando si avvicinò, aguzzando la vista, notò delle spalle larghe e una massa informe di capelli neri. Era seduto sulla sabbia con la testa rivolta verso il mare, le braccia morbide lungo il busto mentre le mani giocavano con la sabbia, le gambe erano probabilmente distese.
A testa alta si diresse verso di lui e urlò il suo nome, lo vide trasalire e girarsi verso di lei con il suo solito sguardo freddo e impassibile anche se quella volta aveva una sfumatura di malinconia.
Accortasi, si sedette di fianco a lui, non curandosi della sua espressione dura e per quanto fosse sicura che non le avrebbe risposto decise di tentare:
-A cosa pensi?-
Victor la fissò per qualche istante, sembrava indeciso se risponderle o meno... probabilmente la sua testa diceva "no" e il suo cuore "puoi fidarti" e per una volta decise di agire da umano:
-Che è qui dove tutto è finito o forse iniziato-
Mereen lo guardò confusa, ma sapeva che non l'avrebbe assecondata ancora alla prossima domanda così decise di lasciar perdere, avrebbe chiesto spiegazioni un altro giorno. Senza dire niente si alzò e nonostante il suo cervello le gridasse di fermarsi e il suo cuore la implorava di non farlo perché non avrebbe resistito ad un altro rifiuto, decise di seguire il suo istinto e velocemente si tolse le scarpe e, dopo aver corso nell'acqua, schizzò Victor. Lui la guardò attonito, sicuramente non si aspettava che la situazione avrebbe preso questa piega.
Mereen guardando la sua espressione si diede mentalmente della stupida, cosa credeva che si sarebbero messi a giocare? Stupida, stupida, stupida...
Stava per uscire dall'acqua che ora mai le aveva bagnato quasi tutti i polpacci quando fu travolta da un missile di 90 kili: non fece in tempo a godersi la vista del suo splendido culo quando si trovò completamente bagnata dalla testa ai piedi, bastardo.
Quando ritornò in superficie iniziò a ridere e mettendoci tutta la forza possibile gli saltò sulle spalle nel tentativo di affogarlo ma con scarsi risultati, anzi si ritrovò come una scema a penzoloni mentre il suo seno era schiacciato sulla faccia dell'uomo che se la ghignava. Quando se ne rese conto... tornò con i piedi per terra con un broncio che Victor trovò adorabile.
Si guardarono negli occhi e per la prima volta entrambi sorridevano: forse loro due insieme erano perfetti, forse entrambi erano l'antidoto ai dolori dell'altro, forse non potevano farsi nient'altro che bene.
-Lo voglio-
Mereen lo guardò, non voleva crederci, stava forse dando un possibilità a un ipotetico "noi"?
-Proviamoci, se tu credi in "noi"... lo farò anch'io-
Per quanto aveva tentato in tutti i modi di resistere al loro legame, la felicità che provò quando gli disse queste parole la investì tanto che saltò addosso al compagno e lo baciò.
Quel bacio suggellò un promessa, una fine insieme: forse non era amore ma era speranza, fiducia e passione, di quelle che divora il cuore e stringe in una morsa gli organi fino a che non diventa la propria unica ragione di vita.
Quando si staccarono, sempre sorridendo si diressero, bagnati fradici al confine del territorio Cruelvenge. Al limitare del bosco, entrambi si trasformarono nella loro forma lupo strappando così i vestiti.
Ora più che mai Mereen si rese conto della differenza di stazza tra loro: erano tanto diversi da completarsi.
Si divertirono a rincorrersi fino all'arrivo del villaggio poi entrambi rimisero le loro maschere ferree ma tutti gli occhi dei membri si puntarono su di loro quando li videro arrivare insieme anche se solo per pochi secondi poiché con un ringhio il lupo nero fece loro posare gli occhi.
Entrarono nella villa ancora nelle loro sembianze animali, Mereen si diresse nella sua camera per cambiarsi: doveva ancora parlare con Victor a proposito della loro richiesta.
Dopo essersi preparata bussò alla camera del compagno che le aprì sorpreso:
-Non fare quella faccia, sai perché sono qui!-
Detto ciò entrò nella stanza e si incamminò verso lo studio con l'uomo al seguito:
-Allora, cos'ha detto il tuo branco?-
Victor la guardò esasperato, si era già presa confidenza e per quanto temesse il contrario non gli dava fastidio, tutt'altro.
-Hanno accettato-
A Mereen, dopo quelle parole, si illuminarono gli occhi, ci era riuscita: la sua gente sarebbe stata salva.
-Ci sarà un raduno in piazza in cui si informerà dell'esito del voto, appena avrete bisogno di aiuto vi basterà mandare un telegramma e noi vi raggiungeremo, lo stesso vale per il contrario. Nel frattempo pensavo che domani dovremo dare la notizia di noi due e come mia compagna potresti trasferirti nel mio branco come Luna-
Mereen lo guardò, certo avrebbe voluto restare con lui ma lei era l'Alpha del branco Jalan, non poteva abbandonare la sua gente, per di più sapeva che la guerra si avvicinava, forse avrebbe dovuto dire il vero motivo a Victor per cui era lì.
-Victor, io ho delle responsabilità, non posso lavarmene le mani, in più la guerra si avvicina, il mio branco si trova in una situazione precaria-
-Cosa intendi?-
-Vedi, ci sono delle cose che non ti ho detto-
-Siediti, e spiegami tutto per filo e per segno-

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