Consapevolezza.

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Alzarsi dal letto quella mattina fu più dura di qualsiasi altro giorno. La consapevolezza di starsi per giocare il tutto per tutto le attanagliava lo stomaco non dandole tregua. Fu' così che Kara si alzò dal letto, con le gambe pesanti e lo stomaco sottosopra andò in bagno dove si sciacquò il viso rimirandosi allo specchio subito dopo averlo asciugato, la faccia di tutti i giorni la guardava impassibile allo specchio come sempre. Dopo aver legato i capelli e indossato gli occhiali si osservò minuziosamente un altra volta, poi iniziò a vestirsi. Come aveva fatto innumerevoli volte nella sua vita indossò il costume da Supergirl e poi prese ad indossare abiti più consoni. Optò per un jeans e una camicetta celeste, completò tutto con una giacca lunga semi sportiva e sospirò un paio di volte per prendere coraggio. Kara spiccò il volo dalla finestra di casa sua con una sicurezza che nelle gambe non le parve di avere.

Una volta d'avanti al balcone di Lena aspettò a debita distanza che lei arrivasse per capire quale sarebbe stato il momento migliore per entrare in scena. Dopo dieci minuti Lena arrivò puntuale nel suo ufficio, la segretaria la seguiva illustrandole gli impegni della giornata; Così Kara capì che il suo momento era prima di quanto si aspettasse, Lena aveva ancora mezzora prima del primo appuntamento, così deglutendo e sospirando si convinse a provarci. Appena la segretaria uscì dalla porta Kara atterrò sul balcone, prese un ultimo respiro e le gambe smisero di tremare, poi con una piccola pressione ruppe la serratura della portafinestra che si aprì lentamente allertando Lena. Un ultimo passo e sarebbe entrata in ufficio e con un ultimo respiro entrò. Lena girata sulla sedia della sua scrivania la guardò alienata e senza parole. Prima che potesse dire qualsiasi cosa Kara si diresse alla porta e la chiuse a chiave. Lena si alzò di scatto dalla sedia come a protestare, o semplicemente provando a riprendersi. Senza nessuna parola Kara guardò in faccia Lena e con una nuova forza anche la sua mano smise di tremare e si tolse gli occhiali, dopo gli occhiali con un movimento lento e un respiro sciolse la coda alta che le imprigionava i capelli, che liberi le ricaddero oltre le spalle respirò un altra volta e prese ad aprire i bottoni della camicia. In tutto questo Lena non aveva staccato gli occhi da lei neanche un attino, la sua espressione era stralunata e consapevole. La consapevolezza si faceva spazio nei suoi occhi e sul suo viso, e quando la camicia di Kara fu' abbastanza sbottonata da lasciare vedere la grande S di Supergirl la sua espressione mutò in qualcosa che Kara non seppe definire. Fu' sempre Kara a parlare per prima, "Io sono Supergirl, sono venuta a dirtelo di persona." La mascella di Lena si indurì visibilmente mentre usciva da dietro la scrivania, per un attimo le due si fronteggiarono in silenzio, gli occhi di Lena erano lanciavano scintille ma non una parola lasciò le sue labbra. Kara fece un altro passo uscendo qualcosa dalla tasca e porgendolo a Lena, la ragazza la guardò un attimo spaesata ma quando Kara gli avvicinò ulteriormente il pugnale chiuso nel fodero Lena lo prese ancora confusa. "Aprilo" la voce di Kara risuonò sicura e forte e Lena eseguì. Il colore verde della Kryptonite illuminò il volto di entrambe nonostante l'abbondante luce del giorno presente nella stanza, Lena guardò l'oggetto con occhi strani poi posò il suo sguardo su Kara aspettandosi una spiegazione che non tardò ad arrivare. "Se pensi ancora che io sia responsabile della morte di tuo fratello puoi usarlo, usalo e metti fine a questa storia."Lena osservò ancora il pugnale e il sudore che iniziava a imperlare la fronte di Kara, ma non lo usò. Passò un minuto in cui le due si guardarono ancora cercando di capirsi l'un l'altra, poi Kara sospirò rumorosamente "C'è solo una cosa che devi sapere" E a questo punto Kara si avvicinò a Lena baciandola. Lena non ricambiò il bacio perciò dopo un tempo brevissimo Kara si staccò da lei rimanendole vicina "Io ti amo Lena, se vorrai usare quel pugnale o vorrai parlare sai dove trovarmi." Così facendo con mano tremante Kara riattaccò i bottoni della camicia, indossò gli occhiali e si rilegò i capelli non diede neanche un ultimo sguardo a Lena, senza voltarsi oltrepassò la portafinestra e prese il volo dal balcone, con la fottuta consapevolezza di aver mandato tutto a puttane.

Per evitare di pensare a ciò che aveva fatto si diresse al DEO, dove iniziò una dura sessione di allenamento, non contenta dopo ore iniziò a volare incurante del tempo che passava e della direzione che prendeva. Fu così che si ritrovò in Islanda, la magnifica terra dove aveva visto l'aurora boreale con Barry. Il ragazzo le mancò come come l'aria. Si sedette li, sola e al freddo in mezzo ai ghiacci.

La notte era ormai calata, Kara osservava l'aurora boreale sfondo di quella giornata nefasta, consapevole che Lena non l'avrebbe mai perdonata per averle mentito, per suo fratello, per tutto. Le lacrime ormai avevano smesso di scorrere sulle sue guance da un bel pezzo, ma Kara era ancora li rimuginando sulla fragilità delle cose e ancora più consapevole che in tutto quello che aveva fatto la cosa più dura sarebbe stata perdonare se stessa, perdonasi per averci creduto, per aver sperato in un esito diverso... per aver sperato di poter essere felice, di poter avere quello che Kara e Lena avevano in quell'altro mondo, avrebbe solo voluto scappare. Ma nonostante le gambe bloccate dal freddo e il dolore del suo animo Kara si alzò consapevole che il tempo ti cambia fuori,ma l'amore... l'amore ti cambia dentro. Non avrebbe più cercato la felicità, l'avrebbe solo protetta. Avrebbe affrontato il suo dolore e sarebbe andata avanti nonostante tutto. Kara si alzò in volo dirigendosi verso casa sua, l'indomani sarebbe tornata dal suo capo con le prove del suo viaggio, avrebbe ripreso il suo lavoro da reporter e sarebbe tornata proteggere la vita e la felicità altrui come Supergirl perché se c'era una cosa che non poteva dimenticare era ciò che era, e lei era Supergirl.

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