[Capitolo 1 -destino-]

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Immaginate un incidente aereo.
Quando si svolgono le indagini le prime domande che vengono poste sono sempre le stesse. "Cosa è successo?", "Come è accaduto?" e "cosa lo ha causato?"
La risposta rivela sempre che la causa non è mai un singolo elemento, ma tanti, alcuni anche insignificanti ma che uniti tutti insieme possono dare vita a fenomeni inaspettati.
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Allo stesso modo ha origine un incontro. Tra due anime. Tante decisioni, grandi e piccole che sommate insieme stravolgeranno la vita di queste due persone.

Skyler è appena uscita di casa e sta andando alla pista di pattinaggio come tutti i giorni. Entra e si siede al solito posto. All'inizio doveva andare lì per scrivere, ma ogni volta usciva da quel luogo con le pagine del diario ancora bianche.

C'è qualcosa, anzi, qualcuno che la distrae, ma in senso positivo. È la ragazza che ha visto la prima volta che è entrata in quel posto. Quando si metteva a danzare non riusciva a toglierle gli occhi di dosso, era come ipnotizzata. Ogni volta che la ragazza usciva dalla pista Skyler andava via, non aveva il coraggio di parlarle.

Ma a quanto pare il destino la pensava diversamente e le diede l'occasione di avvicinarsi a quella persona che ormai era al centro dei suoi pensieri.

Skyler è appena arrivata alla pista, sta per sedersi al suo posto preferito ma un inserviente la ferma dicendogli che aveva appena lavato e che si sarebbe dovuta sedere più avanti. Questo significa avvicinarsi alla pista e quindi alla ragazza dai capelli dorati.

Skyler si avvicina senza farsi notare e si siede a lato degli spalti sperando che nessuno la noti. Ma per sua sfortuna o fortuna non è invisibile. La pattinatrice esce dalla pista e Skyler come è ormai sua abitudine si alza e se ne va. Ma prima che possa varcare la soglia una voce femminile la chiama.

«hey tu, tu con il quadernino!»

Skyler sorpresa si gira di scatto, vedere che la voce che la stava chiamando è della ragazza per cui prova così tanto interesse le fa perdere il fiato

«s...si?»
Dice timidamente

«tu vieni sempre qui ma non entri mai in pista, come mai? Aha»
Skyler perde un battito.

Le basterebbe dire che vuole scrivere una storia sul pattinaggio, ma in quel momento non riusciva a ragionare

«pe...per t...e»
Non appena si rende conto di quello che ha detto arrossisce violentemente e scappa via senza più guardarsi dietro.

L'altra ragazza rimane li a fissare il punto in cui si trovava Skyler qualche secondo prima, con il cuore che le batte a mille senza saperne il perché.

Dopo quello che era successo il giorno prima Skyler non ha il coraggio nemmeno di uscire di casa, ma è costretta a farlo dato che ha scuola.

«ciao mamma, ciao papà»

«ciao tesoro»
Risponde la madre

«aspetta ti accompagno io»
Dice il padre offrendo un passaggio alla figlia

«ma papà sono in secondo posso andare a piedi non è lontana»

«per me sarai sempre la mia piccolina»
Afferma l'uomo con uno sguardo e tono di voce dolcissimi

«ehh va bene»
Dice Skyler rassegnata.

I due salgono in macchina e dopo pochi minuti arrivano a scuola.

«ciao tesoro ti voglio bene»

«anche io papà, ciao»
Il padre riparte.

«anche io ti voglio bene papà!»

«oh si tesoro ti voglio bene!»

Dei ragazzi della sua classe le fanno il verso come è ormai loro abitudine e perché non farlo anche il primo giorno di scuola? Skyler come sempre gli ignora e va in classe, deve prendere subito il posto non vuole assolutamente farselo rubare.

Nel corridoio però vede qualcuno. In un primo momento pensa di avere una visione ma dopo essersi stropicciata gli occhi più volte si rende conto che quella che sta vedendo è una persona in carne ed ossa. Quella persona si gira verso di lei e quando i loro occhi si incontrano lo sguardo dell'altra si fa sorpreso.

Skyler accelera il passo superandola, ma subito dopo viene presa per un polso. Si volta.

«è una brutta abitudine quella di scappare sai?»
Dice sorridendo la persona che ancora le tiene la maglietta.

Si guardano negli occhi per un tempo che a Skyler è sembrato infinito, è agitata ma allo stesso tranquilla. Sta provando due emozioni contrastanti e non sa come gestirle.

«comunque, io mi chiamo Jane. Jane Wilson»

«io... Io Skyler Johnson»

«che nome bellissimo!»

La scrittrice non è affatto abituata ai complimenti, a parte quelli dei genitori, e il fatto che il primo che riceve dopo tanto tempo proviene proprio dalla ragazza che ha ormai fatto breccia nel suo cuore, le riscalda quest'ultimo come non le era mai successo.

«Jane andiamo perché parli con quella sfigata!?»
Le urla un suo amico da lontano

«devo andare. Non sei sfigata comunque lasciali perdere ok?»

«più facile a dirsi che a farsi...»

La bionda le rivolge un sorriso affettuoso prima di voltarsi ed entrare nella sua classe. Non ha minimamente accennato all'episodio del giorno prima per fortuna di Skyler, altrimenti non avrebbe retto.

Anche la scrittrice entra in aula. Non le importa di non essere riuscita a prendere il suo posto, non le importa delle risatine dei suoi compagni quando è entrata in classe e non le importa nemmeno di tutte le altre persone intorno a lei. L'unico suo pensiero è quella ragazza, che come brilla sulla pista su cui si allena è riuscita a far brillare anche i suoi occhi di gioia. Adesso Skyler sa quale storia scrivere.

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