[Capitolo 6 -chi sono io?-]

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Quando sei piccolo sei costretto a fare tutto quello che ti dicono gli adulti.
Metti questo vestito, non giocare con quello, fai questo sport, non andare in quel posto. Poi però inizi a crescere, inizi a costruirti una personalità, inizi a capire cosa ti piace e cosa no. Quindi cominci a fare una determinata cosa o smetti. Poi però arrivano i giudizi.
Ti diranno che quella cosa non va bene, che quello lo devi cambiare, che li non puoi andare e che quelle persone non sono tipo da frequentare. E quando come spiegazione alle tue decisioni dirai semplicemente "voglio essere me stess*" ci sarà sempre qualcuno che ti dirà che non va bene perché non è così che va la vita. Prima uno, poi un'altro e poi un'altro ancora. Alla fine ti sembrerà che tutto il mondo sia contro di te. Quindi ti ridimensioni, ti adatti e li accontenti, perché non sei ancora pronto ad affrontare il gelo dell'incomprensione. Però nel frattempo cresci e il ruolo che ti è stato imposto inizia a starti sempre più stretto. Alla fine non ce la fai più e smetti di fingere, preferisci avere il mondo intero contro piuttosto che mentire a te stess*, non ti importa più se agli altri non va bene, perché l'unica persona con cui dovrai convivere il resto della vita sei tu, e l'unica cosa che vuoi è stare bene con te stess*.
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Ed è proprio così che ha deciso di vivere questa persona. Ma anche lei nonostante la sua forza rischiava di rimanere sepolta sotto la fredda neve degli stereotipi.

«Angel»

«che c'è»

«come sto?»

«na merda»

«f a n c u l o»

Megan e Angel sono amiche ormai da tanto e hanno legato moltissimo. Si sono avvicinate ancora di più dopo che Megan è riuscita a riconciliarsi con i suoi genitori.

«dai seria come sto»

«stai bene scema»

«grazie»
Dice con un sorriso da ebete Megan

«ancora non ho capito come hai fatto a convincermi a venire a fare shopping con te»

«ma come non lo sai»
Megan si china verso l'amica

«perchè mi adori»
Afferma con sicurezza toccandole la punta del naso per poi ritornare in camerino

«nah non credo proprio»
Dice Angel smentendo l'amica.

Dopo un tempo che a Angel è sembrato eterno escono dal negozio.

«ohhh finalmente possiamo tornare a casa!»

«nono dobbiamo ancora entrare li»

«no basta io mi accascio»
Angel si sbraca su una panchina gettando a terra le buste piene di vestiti e gadget vari.

«dai è l'ultimo negozio giuro»
La implora Megan cercando di far alzare la sua amica

«noooo»
Si lamenta Angel. Megan tira fuori il suo asso nella manica e le fa gli occhi dolci

«no, non ci provare»

«ti prego»

«no, non ci casco questa volta»

«ti prego ti prego»

«e va beneee»
Dice alla fine la ragazza ormai rassegnata

«visto che mi adori?»

«quello che sto provando adesso nei tuoi confronti non lo definirei esattamente adorazione»
Megan la ignora prendendo una delle buste da una parte e la mano dell'amica dall'altra

«che fai?»

«mmh?»
Angel indica le loro mani

«oh scusa ma non voglio avere nessun ragazzo intorno quindi»

«quindi?»

«quindi fai finta di essere la mia ragazza»

«allora puoi iniziare a rivolgerti a me al maschile»

«ahah non ci provare. E poi tu vai bene»
Le ragazze si tengono per mano tutto il tempo e il vociferare delle persone non si è fatto attendere

«guarda quelle due»
Diceva sotto voce una signora

«ma quello è maschio o femmina?»
Bisbigliava un uomo

«come fa una ragazza così bella a stare con uno che non si capisce di che sesso è?»
Dice a voce un po' più alta una commessa.

Angel si sentiva schiacciare, ma non voleva farsi vedere debole davanti alla persona che aveva esortato a farsi forza.

«voi tutti»
Inizia a parlare Megan

«fatevi gli affari vostri»
Conclude la frase per poi trascinare anche l'amica fuori dal negozio.

«che bad girl aha»
La prende sul ridere Angel

«quando ci vuole ci vuole»

«hey non copiare il mio slogan signorina»
Megan guarda Angel con un sorrisetto strano

«perchè mi guardi così?»

«adesso mi adori?»

«ma sei seria?»

«si»
Angel alza gli occhi al cielo

«io ti adoro dal primo momento che ti ho vista scema»

«oh no, la mia migliore amica si è innamorata di me. E ora come farò?»
Dice Megan con voce drammatica

«seh ti piacerebbe»
La ragazza non risponde e continua a camminare guardando davanti a se.

Le amiche si salutano e tornano ognuna a casa propria. Angel ripensa a ciò che era successo nel negozietto. Lei che ormai aveva imparato ad essere forte, lei che se ne frega di quello che dicono gli altri, si era sentita così piccola, così debole e indifesa. Non le capitava ormai da una vita, non si ricordava neanche più cosa si prova ad essere ferita dagli insulti.

Le ritorna alla mente la domanda che tanto interessava l'amica, perché per lei era così importante sapere se l'adorava o no? Sapeva perfettamente che lei era in grado di difendersi da sola dall'ignoranza delle persone allora perché si era esposta proteggendola? Lo ha fatto solo per avere una risposta positiva alla sua domanda?

Nella mente di Angel nascevano sempre più domande a cui non sapeva dare risposta.

«come fa una ragazza così bella a stare con uno che non si capisce di che sesso è?»

Questa è la frase che più la tormenta. Le venne spontaneo chiedersi una cosa

«chi sono io?»

In realtà lo sapeva benissimo, ma a volte, quando i momenti di debolezza prendevano il sopravvento, quella era la prima domanda che faceva capolino nella sua mente.

Dentro di lei stava nascendo qualcosa, non avrebbe mai immaginato che una cosa del genere le sarebbe mai potuta accadere, eppure è successo, talmente velocemente che non ha nemmeno avuto il tempo di accorgersene. Questa cosa la stava travolgendo come una valanga improvvisa scaturita dall'eco dei battiti del suo cuore. Ma solo il destino sapeva se sarebbe rimasta sepolta sotto la neve o se sarebbe riemersa più forte di prima.

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