"Ma sei deficente?!" sbraitò Aiwn "Hai appena mandato via a calci in culo il tuo fidanzato?!".
"Non è il mio fidanzato" rispose Wei Wuxian "non mi ha fatto la proposta ufficiale".
"Ma ma ma ma ma è il padre di tuo figlio per la miseria! È vero che non è mai stato qui ma sicuramente ti ama!".
"Se mi avesse veramente amato mi avrebbe scritto no? E invece non l'ha mai fatto".
"Ma hai detto che sulla terra ferma c'è una guerra in corso! È ovvio che la posta arrivi in ritardo o non arriva affatto cretino che non sei altro!".
Raun se ne stava seduto affacciato alla finestra, muovendo lentamente il polso facendo andare un ventaglio grande quanto la sua faccia, ascoltando i due senza commentare. In ogni stagione dell'anno, quando rifletteva, il ragazzo aveva l'abitudine di farsi aria col ventaglio.
"Ehi fratellone! Cosa sta accadendo nella tua testolina bakata?".
Raun chiuse di scatto l'attrezzo e guardò la sorella.
"C'è un impostore tra noi", disse freddo.
"Tra noi chi?".
"Nel Sangha. Ho il sospetto che qualcuno faccia deragliare la posta in modo da non far arrivare niente. Comprese le lettere di Wei Ying".
"Cosa te lo fa pensare?", chiese il ragazzo.
"È tutto ovvio in questa faccenda, e la cosa mi puzza".
"Qual è la tua teoria?".
"Che qualcuno, appena arrivano le lettere di Lan Wangji, le distrugga o le rubi".
"Chi mai potrebbe farlo?", domandò la sorella.
"Due persone. Naritachi per impedire possibili telecomunicazioni col mondo esterno, per isolarci del tutto. Shang per far separare Wei Wuxian e il fidanzato".
"Lui non farebbe mai una cosa simile" insorse il compagno "mi ama".
"Ti vorrà un mondo di bene, ma è risaputo che nei tuoi confronti è molto iperprotettivo e possessivo".
"Non lo nego".
Raun mise in tasca il ventaglio e si alzò in piedi.
"Wei Ying, voglio essere sicuro della mia teoria, anche se avrò torto. Va da Naritachi e tienila occupata per quanto riesci. Poi vai da Shang e fa la stessa cosa. Aiwn" guardò la sorella "tu mi farai da palo".
"Ricevuto signor capitano", rispose lei."Naritachiiiii!".
L'abate dovette interrompere la sua passeggiata nell'isola Dharma per potersi voltare, vedendo il giovane di Yunmeng camminare a passo spedito verso di lei.
"C'è forse qualche problema?", domandò la donna, estraendo le mani dalle maniche lunghe e larghe.
"No sinceramente. Ti stai godendo il paesaggio?".
Oramai era talmente abituato a vederla e a parlarle quasi tutti i giorni che darle del tu gli uscì fuori naturale, e dalla risposta che gli diede Naritachi parve non averle procurato fastidio.
"Mi piace l'inverno, molto di più rispetto all'estate".
"Ottimo! Se non disturbo ovviamente, volevo chiederti una cosa".
"Dimmi".
"Sono qui da sette mesi e fino ad ora non mi sono mai interessato della storia di Sānchóng bǎoshí".
"Vero. E quindi? Vorresti forse che ti faccia una lezione?".
"Se non fosse un disturbo per te...".
Fece la faccia più carina e coccolosa di questo mondo con tanto di occhioni dolci, e seppur Naritachi rimase apatica disse:
"Andiamo in biblioteca"."Tutto è cominciato novantacinque anni fa" introdusse la donna con voce tonante, in piedi con alle spalle le scaffalature "quando mio nonno, Yan Naritachi, nativo del lontano est, si staccò dal suo Sangha originario per fondarne uno tutto suo in questo arcipelago, chiamandolo in onore della venerabilissima Triplice Gemma, Sānchóng bǎoshí. Era una terra di sola meditazione e lavoro, ma tutto cambiò quando cominciarono a venire i primi immigrati, pescatori rimasti senza nave perlopiù. Infatti, inizialmente c'erano soltanto i Venerabili più devoti di Naritachi, poi però la comunità ha cominciato ad espandersi e hanno dovuto occupare sostanzialmente le isole Buddha e Sangha. L'unico voto che non veniva rispettato al cento per cento era quello di castità; vigeva tutto l'anno, eccetto il giorno di Capodanno, permettendo la continuità della comunità".
"Volevano cominciare bene l'anno insomma".
Wuxian rise, tuttavia l'espressione dell'abate suggeriva un certo fastidio per il suo commento inappropriato, così smise e Naritachi poté proseguire.
"Però, agli abitanti della terra ferma non piacevamo, così mentre noi continuavamo a crescere, loro inventavano leggende e storie dell'orrore sul nostro conto".
"E perché?".
"Naritachi era molto serio quando diceva di non voler avere nulla a che fare con quelli della terra ferma. Nel corso degli anni creò luoghi di ritrovo per i monaci e instaurò una fiorente economia a circuito chiuso, restando indipendente. Morì all'età di trentacinque anni, colpa di un terremoto, lasciando al mondo soltanto suo figlio Yan Peng. Non avendo mai ricevuto amore dai genitori, mio padre era uno molto ferreo nell'insegnamento della disciplina e aveva gravi sbalzi di temperamento e di carattere. La sua salute mentale peggiorò quando rimase vedovo a diciassette anni, abbandonato a sé stesso con la sola cosa che gli rimaneva: sua figlia.
Pur essendo femmina mi chiamò Naritachi, e mi insegnò tutto ciò che sapeva per diventare abate, senza mai risparmiarsi con le punizioni corporali e verbali".
Wei Wuxian rimase ammutolito. Veramente Naritachi aveva vissuto così? In balia di un padre che la maltrattava al suo primo errore? Ora capiva il motivo per cui era così fredda e introversa, oltre che pignola.
"Che crudeltà".
"Era bipolare. Passava dal darmi un abbraccio a un calcio per non aver ripetuto bene un Sutra. Però era come mio nonno: odiava il mondo esterno, pure coloro che venivano qui in cerca di aiuto. Un giorno conobbi un giovane che si era rifugiato qui per elemosinare abbastanza cibo da poter campare. Il suo nome era Jun, Jun Yanzua. Era l'uomo della mia vita, dolce e sincero ma anche divertente e deciso, mai conosciuto uno così; da amicizia siamo passati ad essere fidanzati, pur avendo tredici e diciassette anni. Ma c'era un problema: io ero un'alfa, lui un omega, e a rimanere incinto fu lui. Divenne uno scandalo pubblico, non solo perché avevo perso la verginità senza essermi sposata, ma soprattutto perché Jun era gravido e non io. Mio padre si suicidò per la vergogna lasciandomi orfana a tredici anni. Non conoscendo allora la medicina degli omega, Jun morì di parto. Da lì nacque non solo Zeren, ma anche il mio desiderio di salvare tutti coloro che in cambio di rispetto e amore venivano in cerca di cure. Insegnai medicina a Zeren, sperando che lei diventasse dottoressa un giorno.
Ci riuscì, ma lontano da casa.
Era affascinata dal mondo esterno; voleva viaggiare ed esplorare posti nuovi. Non posso non biasimarla: anch'io all'età di quindici anni desideravo uscire dell'arcipelago, ma ero l'abate di questo posto, e non potevo abbandonare il mio Sangha.
Non ebbi altra scelta se non accettare la sua decisione di andarsene a vent'anni, venendomi a trovare soltanto ogni tanto".
Sospirò e si sedette di fronte a Wei Ying. Il ragazzo era sbalordito: si era aspettato un racconto mortalmente noioso e poco stimolante, e invece dovette ricredersi. Sānchóng bǎoshí era molto più che una semplice comunità buddhista.
"Sei molto forte Naritachi".
"Devo esserlo, per essere d'esempio per gli altri Venerabili".
"Ora capisco da dove provenga il carattere di Zeren".
"Fisicamente parlando è identica a suo padre, se non addirittura la reincarnazione. Di me ha preso il carattere".
"Si vede infatti. E Shang? Come lo hai conosciuto?".
"Quando venne qui, tre anni fa, era un prostituto di nome Kong Fang in cerca di lavoro. Era un povero peccatore, ma dal cuore gentile e premuroso; gli insegnai tutto ciò che sapevo e diventò il mio segretario, nonché mio figlio adottivo, battezzandolo con Shang Pàntú. Il nome lo decise lui"."Uffa mezz'ora di lavoro totalmente buttate nel water!", esclamò Aiwn nel corridoio, frustrata.
"È un fatto positivo" rispose Raun "vuol dire che Naritachi non è responsabile della posta scomparsa".
"Sì vero, ed è l'unico motivo per cui non sono così arrabbiata. A proposito, sei sicuro che Shang nasconda qualcosa?".
"Sì".
"Speriamo che Wei Ying lo distragga abbastanza a lungo".
"Lo farà".
Aprì la seconda porta di destra ed entrò, lasciando fuori la sorella. La stanza era leggermente più grande rispetto a quella di Wuxian, le pareti rivestite di legno bianco e il pavimento completamente nascosto da un tappeto nero e rosso. Il letto era posto in un angolo; il resto della stanza era occupato dall'armadio e una cassapanca. Fidandosi della vista acuta e l'udito sviluppato di Aiwn, Raun cominciò a cercare cose che nemmeno lui sapeva cosa. Spostò il tappeto e il letto, scaraventando per terra le lenzuola per poi rifarlo, svuotò l'armadio e lo risistemò...dopo diverse decine di minuti rifletté se effettivamente la sua teoria fosse vera o soltanto una paranoia. Forse si era illuso di avere ragione, colpa del fatto che era il Venerabile più dotto, secondo molti. Sospirò e si mise in piedi, quando buttò l'occhio sul cassetto sotto le ante dell'armadio, l'unico posto della stanza che non aveva ancora controllato. Tentò di aprirlo, ma riscontrò una forte resistenza da parte del cassetto.
Provò e ritrovò, ma sembrava determinato rimanere bloccato.
"Non ho mai bestemmiato né detto una parolaccia nella mia vita, e non lo farò per colpa di un cazzo di cassetto".
Affondò le unghie nel legno, e tirando con tutta la forza del mondo riuscì non solo ad aprirlo, ma a toglierlo direttamente dal mobile. A causa del rinculo Raun era finito col sedere a terra e il pavimento si era ricoperto di pergamene spiegazzate e rovinate. Provò a leggerne alcune, e capì di aver fatto centro.
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La Via di Mezzo ~WangXian~
Fanfiction¡OMEGAVERSE! Wei Ying uke/ Lan Zhan seme Vi piacciono le storie con alti e bassi, momenti incazzatura e anche strappalacrime? Siete nel posto giusto! La storia qua presente è completamente inventata, ambientata dopo i fatti accaduti nella grotta de...