22 Sangue e vita

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Wei Ying mise l'ultima pietra sul cumulo di sassi, quello che ricopriva il cadavere di Aiwn, che era giunta l'alba. I raggi di sole gli colpirono in pieno la schiena, creando una lieve ombra sulla tomba; la nebbia era assente, ma in compenso il gelo e il cielo così improvvisamente grigio non erano bei segni. Quella che aveva appena vissuto era stata la notte peggiore della sua vita, e sapeva con certezza che non l'avrebbe mai dimenticata.

Ce l'avevano fatta ormai.
Ancora qualche metro e il trio avrebbe raggiunto il porto minore dell'isola Dharma, quello che guardava la costa occidentale. Non veniva utilizzato da chissà quanti anni, ma c'erano sempre state delle barche in caso d'emergenza. Wei Wuxian era stremato: le gambe non reggevano più per la stanchezza e ci mancò poco che cadeva. Il respiro era corto e il cuore era una pompa di sangue andata in tilt.
"Resisti Ying!" gridò speranzosa Aiwn, correndo a braccetto con lui "siamo arrivati!".
"Grazie a Buddha che c'è una barca libera", commentò Raun, anche lui a braccetto con l'amico.
Arrivarono alla destinazione, e per Wuxian fu come raggiungere la terra promessa.
Erano salvi!
Ma come misero piede sul legno del pontile, udirono un sussulto a sinistra e con la coda dell'occhio videro volare degli schizzi di sangue dall'origine sconosciuta. La ragazza e la futura madre si bloccarono, contemplando Raun cadere di faccia dopo essersi beccato due frecce sulla schiena. Quando capì cos'era appena successo, Aiwn gridò disperata, trattenuta da Wuxian mentre cercava di raggiungere il colpevole: Wen Chao. Aveva un ghigno mefistofelico, gli occhi da pazzo psicopatico.
"Mollami Ying! Devo ammazzare quel figlio di puttana!".
"Nah" replicò il Wen, annoiato "sarete voi a morire, così come i vostri compagni monaci".
In meno di un secondo scoccò una terza freccia, stavolta sul ventre di Aiwn. Il tempo andò a rallentatore, permettendo a Wei Ying di essere spettatore della scena: la freccia si conficcò nella carne con prepotenza e un sonoro shack, facendo schizzare il sangue ovunque.
"Bastardo-".
Sputò sangue e cadde in ginocchio tenendosi la ferita.
"Stronzo!", sbraitò Wuxian, sguainando la spada.
Pur essendo incinto, sarebbe morto prima di arrendersi a lui. Chao rise come un matto e fece per colpirlo col medesimo modus operandi, ma all'improvviso svenne, svelando alle sue spalle il responsabile di questo mancamento: Wen Ning, armato con un grosso sasso e la spada ancora infilata nel fodero.
"Wen Ning!", esclamò sopreso il giovane Wei.
L'altro, indeciso sul da farsi, cominciò ad indietreggiare. Che ci faceva Wuxian lì? Che fosse lui il vero bersaglio dei suoi superiori?
"Wen Chao si sveglierà a breve...i-io non vi ho visti! Sbrigatevi!".
Corse a gambe levate, e Wei Ying non se lo fece ripetere due volte. Prese in braccio Aiwn e salirono su l'unica barca rimasta; mollò gli ormeggi e partirono. All'inizio il ragazzo dovette dare man forte con i remi, ma in qualche modo fu aiutato dal mare agitato, creando onde che spingevano l'imbarcazione verso la costa. Approfittando di ciò, il giovane si preoccupò invece dell'amica. Le tolse con un colpo secco la freccia, creando un getto di sangue che schizzò dappertutto, provocando ad Aiwn tanto dolore.
"Resisti amica mia, ti salverò".
"Raun è morto, il mio fratellone...", bisbigliava singhiozzando, sia per la morte del fratello sia per il duolo.
Wei Ying si strappò la stoffa dei pantaloni nascosti sotto la veste riducendoli a brandelli e trasformò il tessuto in bende, cercando di ovattare la ferita per quanto più tempo possibile, almeno fino all'arrivo sulla terra ferma. Mancava ancora tanto per raggiungerla, e se non fossero arrivati entro poco Aiwn sarebbe morta dissanguata. La pelle della paziente era diventata bianca come la neve e il respiro agitato.
"Respira piano Aiwn, andrà tutto bene".
Poi, una luce.
Proveniva dal cielo, e le nuvole si spezzarono all'arrivo di un fulmine che colpì il suolo di Sānchóng bǎoshí. La saetta creò una nube bianca che dal centro si sviluppò oltre l'arcipelago, creando onde altissime. I due ragazzi si strinsero tra loro mentre cavalcavano l'onda che con forza li spinse in direzione della costa. In meno di pochi minuti la videro infatti, ma c'era un problema: se non avessero abbandonato la barca, questa si sarebbe schiantata contro il suolo.
"Aiwn dobbiamo scappare!" gridò Wei Ying "Tieniti forte!"
"Ho un'idea migliore!".
La ragazza guardò intensamente l'amico e, colto di sorpresa, ne approfittò per spingerlo fuori dall'imbarcazione. Wuxian finì in un tornado d'acqua, ma riuscì a risalire senza difficoltà, spettatore dello schianto dell'onda sulla terra ferma. Nuotò con le poche forze che gli rimasero e raggiunse la costa. La terra si era tramutata in fango sudicio, le piante erano annegate e la barca era in frantumi, irrecuperabile. Aiwn era sul fianco con la tempia appoggiata ad un albero nero. Quando Wei Ying si avvicinò, scoprì che la colorazione della pianta non era dovuta alla razza a cui apparteneva, bensì al liquido di cui era sporca: sangue. Wuxian strinse tra le sue braccia la ragazza, ma quando le guardò il volto era troppo tardi; gli occhi erano chiusi e un sorriso sereno stampato sul volto.
"No no no Aiwn svegliati ti prego!".
Provò a scuoterla, ma era inutile.
La sua amica se ne era andata.
La strinse al petto e gridò fino a perdere la voce.

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