34 Lo spirito errante

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Da lì in poi Mei Ling cominciò a comportarsi in maniera molto strana. Diceva di vedere un uomo sconosciuto quando in realtà non esisteva, chiacchierando più volte da sola e gesticolando al nulla. All'inizio nessuno le aveva dato corda, credendo che parlasse con un amico immaginario o che si inventasse tutto per attirare l'attenzione. Ma poco a poco i confratelli cominciarono ad insospettirsi quando effettivamente accadevano delle cose soprannaturali; le finestre si aprivano da sole in assenza di vento, i cibi e le bevande scomparivano senza lasciare traccia e durante la notte si avvertivano dei rumori sospetti quali passi e unghie sul parquet. La situazione continuò per diversi giorni e ciò divenne insostenibile, così venne convocato il vecchio Lan Shifu, interrompendo il suo lungo periodo di meditazione eremitica per diventare un Buddha. Quando gli fu spiegato la situazione parlò da solo con Mei Ling, mentre Lan Zhan attendeva assieme agli altri nella sala riunioni, assieme purtroppo a Jiang Cheng. Era stato convocato su insistenza di Lan Xichen, approfittando della situazione per poterlo vedere, cosa che l'altro non capì. Era dal giorno della punizione pubblica che non vedeva il cognato, e tra i due si scambiarono sguardi di puro odio e occhiate infuocate. Wangji non avrebbe mai dimenticato ciò che aveva fatto a sua figlia, ma secondo alcune voci non sembrava essere molto meno severo col nipote. Dopo un paio di ore la bambina e l'anziano raggiunsero gli altri con passo calmo.
"Quindi?", domandò Lan Xichen.
Shifu guardò il nipote più giovane con occhi privi di alcuna emozione particolare e disse secco:
"Lan Mei Ling deve diventare una coltivatrice".
All'inizio ci fu solo silenzio di incomprensione, ma poi i servi cominciarono a borbottare tra loro; non era usuale insegnare la coltivazione ad una donna e in questo caso pure cieca, e ciò insospettì molti.
"Perché?", domandò Huan.
"Può vedere gli spiriti e altre creature invisibili all'occhio umano, e questo è molto utile alla scuola contro possibili nemici".
"È una femmina", commentò acido Jiang Cheng.
"Ha capacità che nessuno possiede, causate da chissà quale potere".
"Mesi fa" confutò Lan Zhan "io e sua madre l'abbiamo portata da una nostra amica dottoressa affinché le facesse tornare la vista. Ci è riuscita solo in parte; attualmente può soltanto vedere gli esseri viventi attraverso l'anima, classificandoli in base al colore".
"Capisco. Se vede le anime dei vivi può vedere anche quelle dei morti".
"Mei Ling non merita di essere una coltivatrice" proseguì Jiang Cheng "è una donna e perfino cieca; non sarà mai autosufficiente e avrà sempre bisogno della badante, per non parlare del fatto che potrebbe essere Omega".
"Tu non la conosci" controattaccò Hanguangjun "è intelligente, determinata e intraprendente, e non intendo trasformarla in una dama di compagnia per darla poi in matrimonio per motivi economici. Indifferentemente che sia Omega o Beta".
"Sono suo zio e ho diritto di decidere anch'io".
"Lo sei soltanto moralmente. Di sangue non sei nulla, e poi il padre sono io e so cos'è meglio per lei".
"Glielo hai chiesto? Magari preferisce-".
"Voglio essere come papà" si intromise Mei Ling "voglio combattere e usare la magia".
"Non hai la vista. Il tuo posto è stare in casa e imparare a fare il té al tuo futuro marito".
"Lui non vuole".
Col dito indicò un angolo vuoto della sala. Tutti si voltarono a guardare, ma non c'era nulla.
"Cos'è che vedi?", chiese Lan Zhan.
"Una figura nera con bordo bianco, seduta per terra a gambe incrociate. Vuole che mi avvicini a lui".
"Fa attenzione".
La bambina raggiunse l'angolo e si sedette a poca distanza, restando ferma a fissare il vuoto in silenzio. Poi guardò per terra puntando l'indice come se stesse leggendo.
"Che succede?", domandò Lan Huan.
"Dice che non riesce a trovare la pace perché non ha una tomba, facendo fatica a tornare nel regno dei morti, e che finché non la avrà non ci lascerà stare".
"Come si chiamava?".
"Non lo vuole dire. Ma dice di essere senza corpo, distrutto da un'esplosione".
"Affari suoi" disse Jiang Cheng "tanto a me non ha mai fatto nulla e non mi interessa, per cui arrangiatevi".
"Adesso è scomparso, ma prima di andare via ha detto che non se ne andrà mai di questo passo".
"Me ne lavo le mani".
I servitori, in compenso, erano disperati.

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