23 Prima della battaglia

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Il coniglietto si appisolò sulle ginocchia del suo padrone, mentre questo suonava il guqqin all'aria aperta, non lontano da Meandri delle Nuvole. Erano passati quattro giorni da quando una squadra ricognitiva guidata da Jin Zixuan aveva trovato Lan Wangji, Yan Zeren e Wei Ying in un villaggio sotto la giurisdizione del suo Clan. Fra i tre soltanto Wuxian non poteva essere stato salvato, colpa del dissanguamento dovuto a un'emorragia causata dal parto. La dottoressa era stata presa per la cuffia e al momento stava ancora riposando, mentre Lan Zhan era stato più fortunato. La ferita alla gamba era guarita in poco tempo, così come quella sul petto. Aveva gli occhi ancora doloranti e se li sentiva arrossati, colpa di una notte insonne passata a piangere. Non avrebbe mai dimenticato quel momento, neanche se sarebbero passati cento anni; era stato il giorno peggiore della sua vita, quella scena si ripeteva all'infinito dilaniandogli l'anima, creando un baratro nel cuore e svuotando ogni traccia di emozione. Se non sapesse che sua figlia fosse ancora viva, non sapeva cosa avrebbe fatto. Lei era la sola cosa che gli impediva di sprofondare nella depressione, l'eredità di Wei Wuxian.
"Lan Wangji".
Lentamente, il giovane si voltò verso l'origine della voce. Era un Jiang Cheng adibito con vestiti eleganti ma non troppo sontuosi, completamente bianchi, in segno di lutto. L'unica cosa colorata era Zidian al dito; perfino il copricapo con cui teneva legati i capelli era diverso, anch'esso albino.
"Che cosa c'è?".
Lan Zhan voleva essere cortese, ma la frase gli uscì fuori con una freddezza indesiderata.
"Se non ti disturbo, vorrei mostrarti una cosa".

Lan Wangji pensava che il corpo di Wei Ying fosse già stato sepolto, e invece dovete ricredersi quando lo vide su un altare all'interno di un salone di Meandri delle Nuvole, adibito con meravigliosi e sontuosi vestiti colorati e le mani poggiate sul petto. Suibian e Chenqing erano ad ambo i fianchi puliti e lucidati; la sala era priva di finestre, non a caso i vari mobili erano occupati da una miriade di candele colorate. Ai piedi di Wei Ying c'erano delle offerte, tra cui fiori, cibi ed oggetti di valore.
"Cosa significa questo...?", mormorò Wangji.
"Abbiamo pensato, io e tuo fratello, di portare qui Wei Wuxian e fargli il funerale dopodomani".
"Perché dopodomani?".
"Domani ci sarà la battaglia finale alla Città Senza-Notte, ma stasera ti verrà spiegato meglio. E poi, non avremo mai potuto fargli il funerale mentre eri ancora ricoverato a letto".
Titubante, Lan Zhan andò verso il corpo del suo amato e gli accarezzò la guancia. La pelle era fredda e pallida, ma aveva un buon profumo di fiori, e lo sguardo era sereno. Averlo lì significava molto, perché gli altri avevano atteso la sua ripresa per organizzare il finerale.
"Grazie per averlo portato qui", disse.
Come risposta ebbe un tonfo, e voltandosi vide Jiang Cheng con un ginocchio a terra e la testa china.
"Sono io che ti deve ringraziare, Lan Wangji. Per merito della tua testimonianza, sono stato sciolto dalle accuse di tradimento e ne ho salva la vita. Sono in debito con te per l'eternità".
Lan Zhan se lo era scordato effettivamente. Quando si era ripreso, aveva dato la sua testimonianza sui fatti accaduti a Sānchóng bǎoshí - aggiungendo ciò che gli aveva detto Wei Ying - scagionando di conseguenza Jiang Cheng e addossando la responsabilità sul colpevole, Shang Pàntú. O Kong Fang.
"So che sarai in grado di sdebitarti" replicò Hanguangjun "ora, ti chiedo di lasciarmi solo".
"Mi dispiace ma non posso. Tra poco arriveranno gli altri capi Clan per la discussione prima della battaglia" si alzò in piedi "ti consiglio di andare già nella sala riunioni e di attenderli assieme a me".
Zhan si girò a guardare Wei Wuxian. Nessuno poteva immaginare quanto avrebbe voluto rimanere con lui, a piangere su quel petto così freddo ed immobile e sperare che la sua fine arrivasse presto, ma sapeva che sarebbe stato privo di utilità, che non avrebbe mai salvato sua figlia autocommiserandosi lasciandosi andare nel dolore.
Verserà le dovute lacrime al funerale.
"Va bene".

Con Lan Xichen a capotavola, la riunione finale poté iniziare. Ad eccezione di Hanguangjun, stavolta c'erano soltanto i capiclan, tra cui Jin Guangyao, Nie Mingjue, e ovviamente Jiang Cheng.
"Come sapete" iniziò il capoclan Lan "domani ci sarà la battaglia finale alla Città Senza-Notte. Se avete qualcosa da dire, parlate pure".
"Ritengo di aver già detto tutto", disse acido Mingjue.
"Io invece non comprendo una cosa" parlò Jin Guangyao "voci di corridoio dicono che i Wen hanno un ostaggio appartenente al Clan Lan. È vero?".
"È mia figlia" rispose Zhan "Wen Chao me l'ha strappata via dalle braccia subito dopo la sua nascita".
"Mi stai dicendo che i Wen hanno in ostaggio un infante dal nome indefinito? Che disonore non dare un nome alla propria prole".
Chiamare la bambina in un modo o in un altro era attualmente l'ultimo dei problemi di Wangji, anche perché aveva pensato di lasciare la decisione a Wei Ying. La fiducia nei suoi confronti era tale da lasciargli libero arbitrio. Ma data la sua morte, ora toccava a lui decidere.
"Mei Ling. Si chiama Mei Ling".
"Lan Mei Ling? Interessante, davvero. Rispondi alla mia precedente domanda. Mi stai dicendo che i Wen hanno in ostaggio Mei Ling?".
"Sì".
"E cosa ti dice che sia viva?" si intromise Nie Mingjue "Conoscendo Wen Chao è possibile che l'abbia data in pasto ai cani".
"Se avesse voluto ucciderla l'avrebbe fatto davanti ai miei occhi, e poi, anche se fosse, fu lui a dirmi le testuali parole: vedo con i miei occhi un qualcosa di più interessante. Qualcosa con cui ricattare i Clan".
L'uomo sciabola bevve un sorso di tè e lo guardò con occhi durissimi.
"Sarò schietto. Non ho intenzione di perdere una guerra per colpa di una neonata, per cui stammi a sentire: farò il mio dovere per salvare quante più vite possibili. Ma sappi, che se le cose dovessero andare male, non esiterò a lasciar morire tua figlia in cambio di quella dei soldati".
Lan Zhan ebbe la tentazione di picchiarlo, ma ad esaudire il suo desiderio fu Jiang Cheng. Come aveva udito quelle parole, aveva sferrato un cazzotto sul naso di Nie Mingjue e aveva cominciato a flagellarlo con Zidian, imbrattando di sangue il pavimento. A fermarlo ci pensò Xichen, che lo strattonò via per le braccia.
"Come ti permetti Mingjue?! Stai parlando dell'ultima cosa che rimane di mio fratello bastardo ingrato!".
"E mi sembra ovvio!" contrattaccò l'altro "Non ho intenzione di perdere la guerra per colpa di un'inutile bambino! Che Hanguangjun possa comprare una serva e farne quanti ne vuole se proprio desidera un erede!".
Stavolta, Lan Wangji perse il controllo. Il suo corpo si ricoprì di fiamme azzurre e i gli occhi dorati saettarono contro di lui. Lo atterrò sotto di sé lo riempì di pugni fracassandogli il volto, martoriandolo gravemente. Sentì le nocche esplodere sotto i suoi colpi e il volto sporco di schizzi, ma non gli importava. Quel maledetto si era permesso di insultare sua figlia, la sola cosa che gli impediva di togliersi la vita, la speranza per un futuro migliore.
"SMETTETELA! TUTTI VOI! NON RISOLVEREMO LA QUESTIONE A SUON DI CALCI E PUGNI, PER CUI SEDETEVI E NON COSTRINGETEMI A FARVI PUNIRE!".
Lan Xichen aveva ragione. Jiang Cheng e Lan Zhan si sedettero obbedienti, mentre Nie Mingjue - a suo malgrado - fu aiutato da Jin Guangyao, facendolo mettere vicino a sé.
"Faremo il possibile per salvare Mei Ling" riprese con calma, mantenendo sempre una voce autoritaria "e che non mi senta dire di lasciarla morire, intesi?".
Nie Mingjue annuì greve, senza commentare.
"Molto bene. La riunione è terminata. A domani mattina".

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