3 Scintille d'odio e di fuoco

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Lan Zhan tornò al Gusulan prima che scattasse il coprifuoco, riuscendo ad arrivare in tempo alla cena, in cui erano presenti tutti, inginocchiati di fronte al proprio tavolino su cui erano servite le varie pietanze. Eccetto Lan Jingyi, che a come aveva sentito dire pareva fosse andato in calore e si fosse isolato nella sua stanza.
Come era risaputo, l'umanità era suddivisa in maniera eterogenea in tre fazioni dal punto di vista fisico-biologico: alfa, beta e omega.
I primi erano fisicamente più forti, ma oltre ad avere un'indole più dominante componevano solo il cinque per cento della popolazione.
I beta erano persone qualunque, nonché la stragrande maggioranza degli umani: non possedevano la capacità di percepire lo scambio di feromoni tra alfa e omega e a loro volta produrli. Questi ultimi erano il restante due per cento, collocati alla base della piramide sociale e il loro scopo nella vita altri non era se non accoppiarsi e fare molti figli, indifferentemente dal sesso dell'omega. Andavano in calore ogni mese ma il giorno e l'ora era sempre diverso dal colpo precedente, provocando dolori lancinanti allo stomaco e alle natiche, oltre a diventare delle macchine cerca sesso;
per evitare violenze sessuali dovevano assumere dei "sopressori", ossia delle medicine che indebolivano il desiderio di accoppiarsi. Anche gli alfa potevano andare in calore, ma solo in rarissimi casi - come per esempio Lan Jingyi - e nella maggior parte di essi almeno la metà dei parenti erano omega.
Wei Wuxian era seduto di fronte a Lan Wangji e distante circa due metri, inginocchiato sul suo tappetino a mangiare, incurante del vociare che si stava creando sul suo conto. Probabilmente gli altri confratelli pensavano che Lan Jingyi fosse andato in calore per colpa sua, cosa non vera ovviamente. Mentre gli omega potevano andare in calore anche se trovavano il loro partner ideale, gli alfa no invece.
Wei Ying aveva gli occhi privi di emozioni, come piatti, eppure erano traslucidi e arrossati, col volto perennemente fisso sul piatto. Lan Zhan era ancora dispiaciuto per la discussione avuta con lui; non avrebbe voluto ferirlo, tantomeno vederlo umiliato dai suoi stessi compagni di clan. Era colpa sua.
Solo e unicamente sua.
Avrebbe voluto tirarlo in un angolo e parlargli, ma sapeva che Wei Ying non lo avrebbe accettato. Quando si arrabbiava si legava le cose al dito.
Lan Xichen mangiava tranquillamente in posizione di supremazia, come nuovo capo del clan Gusulan dopotutto. A parte coloro che sotto i baffi deridevano di Wuxian, nessuno parlava. Col semplice sguardo, Zhan comunicò al fratello il suo dispiacere per il suo amico, e il più grande lo colse al volo.
"Non si parla durante la cena", disse severo.
Così facendo richiamò il silenzio.
Wangji sperava di aver fatto la cosa giusta per Wei Ying, e invece lo vide più distaccato, come se non gliene fosse importato niente.

Dopo cena Lan Zhan si ritirò nel suo studio, con l'intenzione di meditare.
Era da diverso tempo che non lo faceva, colpa degli ultimi eventi accaduti e di un ragazzo dai vestiti rossi e neri che lo disturbava sempre. Ma adesso che stava per meditare, in cuor suo sperava che quel ragazzo venisse da lui a disturbarlo.
Ma come si sedette per terra per incominciare con la meditazione, gli cadde l'occhio sul pezzo di cielo che si poteva cogliere attraverso il tendaggio della stanza. Era blu notte, ma le stelle parevano fin troppo luminose, e più grandi del normale; si alzò ed andò a controllare.
Non erano stelle.
Erano torce, legate alle else delle spade su cui stavano in piedi degli uomini, probabilmente una decina.
L'unico loro segno distintivo erano le vesti, bianche e rosse.
I Wen ci hanno trovato
Ma all'improvviso, suonò la campana d'allarme e i nemici cominciarono a sciamare via velocissimi, oltre la cima della montagna.
"Dobbiamo seguirli!", esclamò Wei Wuxian, uscendo dall'edificio.
"Potrebbe essere una trappola" ammise Lan Zhan, raggiungendolo "è tutto fin troppo sospetto".
"Ma non sapremo quali erano le loro intenzioni se non ci muoviamo", ripose Lan Huan, calmo ma deciso.
Fu così che i membri del clan si prepararono per partire, ma quando fu il momento si presentò persino Wei Ying.
"Tu non puoi venire con noi", lo sgridò Lan Zhan.
"Ancora per quella storia? Io so combattere non sono una mezza sega! Te lo ho già ribadito questo pomeriggio!".
Le gemme di Giada non lo ascoltarono e sulle loro spade si innalzarono all'inseguimento dei Wen.
"Ma sì dai!" sbraitò Wei Wuxian "Andate andate! Andate a fare gli eroi! Fagliela vedere Hanguang-jun! Vattene! Tanto chi ha bisogno di te?!".
Lan Zhan non rispose, né si voltò.
Ma una lacrima gli solcò la guancia.

Terminarono il tutto dopo un'ora dalla partenza, trattandosi semplicemente di un piccolo scontro che finì con la vittoria del clan Lan.
Ma non fu del tutto così, visto che dall'altra parte della montagna si intravedeva del fumo e delle fiamme alzarsi al cielo.

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