25 5 anni dopo

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"Hai paura?".
"Un pochino".
"Non devi avere paura Mei Ling. Io e papà saremo con te in ogni momento".
"Lo promettete?".
"E certo! Papà? Che dici?".
Il mh di Lan Zhan fece capire alla bambina il suo assenso. Avrebbe voluto vederlo, ma la sua cecità totale le impediva di farlo fin da quando ne aveva memoria, quindi si fidò. Wei Wuxian invece le accarezzò la testa, facendo attenzione a non rovinare l'acconciatura e senza mai lasciarle la mano. Cinque anni...come passava il tempo. Da dopo la battaglia alla Città Senza-Notte erano accadute moltissime cose, dal matrimonio di Yanli con Jin Zixuan alla recente nascita del piccolo Jin Ling, dal fidanzamento ufficiale tra Lan Xichen e Jiang Cheng fino alla partenza di Yan Zeren. Aveva intrapreso un viaggio oltre i confini dei territori conosciuti, alla scoperta di metodi rivoluzionari per curare malattie anche mortali, tornando dopo quei fatidici cinque anni carica di innovazioni e fortuna. Infatti, aveva avuto la possibilità di divulgare i suoi metodi curativi diventando una dottoressa conosciuta dappertutto, aprendo un nuovo studio sempre a Gusu. Era da lei che l'allegra famigliola stava andando; tra le sue scoperte, Zeren aveva trovato un modo per ridare la vista a Mei Ling. Non totale purtroppo, ma bastava anche poco per migliorare la vita alla piccola. Non era facile per una bambina non poter vedere, soprattutto lei che tendeva ad essere curiosa.
L'edificio che ospitava l'ambulatorio era stato ingrandito di molto e ben ristrutturato, con un giallo canarino e bianco avorio a decorare le pareti, col tetto rosso fuoco. Entrato, il trio venne investito dall'odore di erbe e il vapore acqueo causato dall'acqua messa a bollire sia per le tisane che per i bagni termali. Decine di ragazze e ragazzi stavano curando persone di tutte le età con addosso delle divise standardizzate beige; nel tempo infatti, il potere economico di Zeren era cresciuto abbastanza da potersi permettere degli infermieri che lavorassero con e per lei. Il suo studio privato era all'ultimo piano, molto più spazioso ed equipaggiato rispetto a quello vecchio, profumato di incenso e sandalo. La stanza era molto luminosa e il pavimento era coperto da un tappeto rosso, i muri ricoperti da scaffali con barattoli di vetro e libri di dimensioni diverse. La dottoressa scavalcò il tavolino su cui stava scrivendo e raggiunse i tre, aggraziata come al solito. Non era cambiata di nulla, senza nemmeno abbandonare il gusto di vestirsi poco femminile: pantaloni e maglietta bianchi con maniche larghe e colletto alto, stivali color beige e i capelli cortissimi, a caschetto ma che superavano a malapena le orecchie, con la nuca sottostante rasata.
"Zeren!".
Istintivamente Wei Ying corse ad abbracciare l'amica, mentre questa ricambiava con riluttanza. Pur essendo suo amico, non amava avere contatti fisici con nessuno.
"Guarda che non sono tornata da una guerra eh".
"Ma sono cinque anni che non ci vediamo! Accidenti se sei diventata popolare!".
"Già. Non mi annoio più come un tempo".
"Almeno quello. Ti voglio presentare la tua paziente, Lan Mei Ling".
Sentendosi chiamata, la bambina fece il saluto come le era stato insegnato, uscendo dall'ombra che aveva involontariamente creato Lan Zhan con la sua statura. Era alta per avere solo cinque anni, il volto affilato e diafano, quasi serio ed austero; i capelli erano legati con una treccia e arrotolata su di sé formando una specie di nido sulla nuca. Gli occhi erano bianchi con un bordo nero attorno al bulbo, e seppur trasparenti e apatici, nascondevano un animo dolce e giocherellone. Avendo appena iniziato a studiare nella scuola di Meandri delle Nuvole doveva portare la divisa del Clan paterno assieme al coprifronte, con però un accessorio di famiglia Jiang: un campanellino d'argento decorato con piume viola legato al cinturino.
"Sembra di vedere Lan Wangji versione bambina".
"Lo dicono in molti", replicò Wei Wuxian sorridente.
Hanguangjun sospirò e lasciò la presa sulla manina di Mei Ling.
"Yan Zeren è poco più avanti. Va da lei, senza paura".
"Io non ho paura", rispose lei sicura di sé.
Si mise per così dire in marcia, per raggiungere la donna quasi sbattendo la faccia sulla gamba. Zeren piegò le ginocchia per mettersi alla sua altezza, ma accadde qualcosa di strano: la bambina aveva cominciato a toccarle la faccia con entrambe le mani, accarezzandone ogni singolo dettaglio. Poco dopo smise e sorrise a trentadue denti.
"Mamma mamma! La dottoressa è buona!".
Non comprendendo, Zeren guardò Wei Ying con faccia confusa. Semplificando il discorso, Mei Ling aveva la capacità di percepire la bontà d'animo e le intenzioni di coloro che le permettevano di toccarle il volto, e ciò le permetteva di sapere se le persone erano buone o cattive.
"Capisco" disse semplicemente la dottoressa "molto bene. Mei Ling, sdraiati pure qui per terra e chiudi gli occhi, io prendo una cosa".
La bambina obbedì sdraiandosi di schiena.
"Ora come procedi?", chiese Lan Zhan.
"Semplice. Reciterò una formula in Pāli e vostra figlia-".
"Potrà tornare a vedere, vero?".
Wei Wuxian parlò speranzoso, ma lo sguardo che gli rivolse l'amica non gli piacque.
"Potrà vedere le anime e gli spiriti degli esseri viventi e deceduti, e grazie all'udito potrà riconoscere la persona che le sta parlando. Gli animali e le piante saranno di colori diversi, ma pur sempre distinguibili. Purtroppo non sono incluse le cose materiali".
I genitori annuirono tristemente. Era sempre meglio che lasciare la figlia cieca al cento per cento. Zeren prese delle erbe in un pugno e si mise in ginocchio al fianco della paziente, adagiando le erbe essiccate sulle palpebre. Poi le coprì con una mano mentre con l'altra le stringeva le dita.
"Aap duniya kee aatmaon ke lie".
Come parlò con voce solenne, Mei Ling tirò un grido di dolore arcuando la schiena. Wei Wuxian si mosse per andare da lei, ma il marito gli strinse il braccio fermandolo. Dallo sguardo sicuro di Zeren, si vedeva che sapeva quello che stava facendo, perciò proseguì.
"Usake saamane khud ko dikhao, use hamaare jaise hone kee ummeed do".
Il respiro di Mei Ling divenne agitato, mentre dai lati degli occhi cominciarono a scendere lacrime nere, macchiando il "lettino" sottostante. Wei Ying si liberò della presa e si inginocchiò accanto a lei, stringendole la mano libera e accarezzando la testa.
"Sono qui amore. Stringi i denti".
"Fa tanto male".
"Lo so. La dottoressa ha quasi finito".
Guardò speranzoso Zeren. Lei annuì semplicemente.
"Main tumhen phansaata hoon, apana dikhao!".
Mei Ling gridò più forte e la donna abbandonò il contatto, respirando agitata per la stanchezza. Le erbe sulle palpebre erano fradice di sudore, annerite da un liquido nero e viscoso. Il petto della piccola si alzava e si abbassava velocemente, gli occhi ancora serrati.
"Mei Ling, come ti senti?", domandò Lan Zhan preoccupato, raggiungendo il trio.
La bambina aprì debolmente le palpebre. Si poteva intravedere la pallida presenza della pupilla assieme all'iride, lievemente dorata. Per Mei Ling era tutto buio, eccetto per tre figure umane dai bordi definiti, di diverse tonalità di rosso. Girò piano la testa, e toccando la mano che le stava accarezzando la testa riconobbe la presenza della madre.
"Mamma...".
Wei Wuxian la strinse al petto soffocando lacrime di gioia. L'aveva riconosciuto, sapeva che era lì e lo vedeva!
"Mamma...n-non respiro...".
"Scusami".
Allentò la presa e la mise in modo che potesse guardare sia la dottoressa e che il padre.
"Hai visto? C'è papà".
Lan Wangji le accarezzò la guancia, avvicinandosi di più.
"Sono qui Mei".
La figlia in risposta passò entrambe le mani sul volto di lui, sorridendo.
"Che faccia grande che hai".
Hanguangjun sorrise impercettibilmente e la strinse a sé, pulendole il volto con un fazzoletto.
"Sei stanca?".
"Tanto tanto".
"Dormi pure. Tra poco andiamo".
Lei annuì e come poggiò la tempia sul suo petto si addormentò.

La Via di Mezzo ~WangXian~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora