Il resto è silenzio.
(William Shakespeare)
Quella casa. Quelle mura, quelle finestre inchiodate e l'edera che cresceva selvaggia sulla facciata...
Ricordava quel luogo.
Il suo sogno lo portò sul retro di Riddle House, dove c'era la porticina coperta di rampicanti. La sorpassò, si ritrovò nella buia cucina. Sapeva dove andare...conosceva quel luogo.
L'aveva già visto in sogno, in passato.
Tutto era come prima.
Anche il sogno aveva l'odore di antico, di chiuso, di disabitato.
Era come...essere presente, come se fosse stato davvero a Little Hangleton, a Riddle House.
Come in passato, raggiunse il vasto ingresso stavolta un po' più illuminato grazie alle ampie vetrate che si trovavano ai due lati dell'entrata. Nevicava.
C'era polvere sulla scala. Spessa, opprimente.
Al piano superiore, voltò a destra, riconoscendo quella via fatta tanti anni prima.
La fine del corridoio. La porta socchiusa.
La luce di un caminetto che filtrava dalla fessura dello stipite, disegnando una lunga lama dorata sul pavimento nero.
Vide uno spicchio di ciò che vi era all'interno. Non c'era più la poltrona.
Ma c'era un grande divano...e poi udì una voce di uomo. Non una voce impaurita.
Ma estasiata. Quasi isterica.
- Il mio padrone...il mio Lord Oscuro...-
Di colpo la sua percezione della realtà muto. Non era più all'esterno del corridoio. Ma all'interno di quella stanza. Era sdraiato. Sentiva un dolore atroce alla schiena. Si sentiva male...e qualcuno era inginocchiato contro la sponda, al suo fianco. E gli teneva la mano.
Una mano...le cui dita portavano due anelli che non riuscì a mettere a fuoco.
- Il mio signore...il mio signore...siete tornato, padrone. Lui rivivere in voi. Siete il segno che aspettavo!-
Si sentì venire meno.
Riconobbe quel viso butterato, i capelli neri, la mascella spessa e gli occhi fiammeggianti di furore.
Craig Badomen.
Era lui.
Strinse di più quella mano, con riverenza, con onore, con ossequio e schiavitù.
- Io sarò sempre con voi, mio nuovo Lord Oscuro. Sempre, fino alla fine del mondo.-
Dolore.
Ritrasse la mano. Era bendata al polso.
Il collo, come la schiena, iniziò a bruciare.
- Craig, smettila.- sibilò una voce all'improvviso, dura, carica di astio - Non vedi che sta per morire?-
- Basta, non parlare così!- Badomen si alzò di scatto, enorme sopra il divano come un'ombra minacciosa - Ora lo curerò. Lui vivrà, vedrai! E' questo che dovresti volere anche tu!-
La voce, sicuramente di donna, parve assumere una leggera sfumatura. Era sarcasmo. Ma appena percettibile.
- Certo che voglio che viva.-
- E allora aiutami!- Badomen si volse, stizzito, permettendogli di vedere una sagoma accanto al caminetto accesso. Una sagoma sinuosa, ammantata di pelo d'angora. Un mantello chiaro.
- E riprendi le tue sembianze, dannazione.- disse alla donna, disgustato - L'aria delle sedicenni mi dà il volta stomaco.-
- Perché, a me no?- replicò la donna - Ma mi tengo l'aspetto di quella cretina per la causa. E anche volendo abbiamo perso il contenuto della camera blindata alla Gringott. Ci vorranno settimane prima che quell'idiota pomposo di un politico rifaccia la cernita per la Polisucco, o te lo sei forse scordato?-
- Chi se lo scorda.-
Craig Badomen si buttò a sedete a una basso tavolino coi piedi di drago, versandosi qualcosa che sembrava brandy - Non fosse stato per lui...per Harry Potter...ora avresti i capelli che ci servono...-
- Il bambino sopravvissuto ha messo i bastoni fra le ruote a molti. Dovresti essere felice piuttosto. Brockway poteva lasciarti a morire in cella, ad Azkaban. Se non altro i Lestrange sembrano ancora sani di cervello...se si può dire una cosa simile di tutti i mezzi Black viventi.-
- Non osare.- Badomen la scrutò truce - Non osare insultarlo.-
- Chi lo insulta. Parlavo dei Lestrange e del caro Draco Malfoy.- replicò quella, soave - Dico solo che devi muoverti a curarlo, a meno che il tuo nuovo Lord Oscuro non tiri le cuoia, visto che chi l'ha colpito ha pensato bene di usare del veleno che si diffonde alla velocità della ricezione dei neuroni.-
- E tu che ne sai?- le chiese Badomen, sorseggiando il liquore.
Se solo l'avesse guardata, nell'ombra di quel cappuccio color panna avrebbe visto brillare un ghigno.
Bianchi denti scoperti...in un ghigno.
- E' bastato vedergli la ferita. Comunque ora tu curalo, io vado ad occuparmi del nostro bavoso politico.-
- Contaci.- disse il Mangiamorte, posando lo sguardo su di lui, che non riusciva a chiudere le palpebre.
- Avrò molta cura di lui. E' la mia unica speranza.-
Speranza...
- E lui ucciderà finalmente il nostro nemico e tutti gli schifosi mezzosangue che oseranno intralciarci.-
Luce. La luce della rabbia e del fuoco invasero il suo sogno, tanto che non riuscì più a tenere gli occhi aperti.
E come accadde in passato, a quattrocento chilometri di distanza Harry Potter si svegliò di soprassalto, nel cuore della notte.
Ora sapeva.
Ora sapeva che era sopraggiunto infine un nuovo Lord Oscuro.
STAI LEGGENDO
T.M.R |DRAMIONE|
FanfictionIl quarto capitolo della saga: a otto anni dalla perdita che ha segnato indelebilmente Harry e Draco, a Londra tornano segnali che i Mangiamorte sono risorti e con loro, potrebbe esserci un nuovo grande capo. La vita di Thomas Riddle, dopo la sua Si...