Epilogue

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Un proiettile trapassò la coscia di Harry, poi ce ne fu un altro.
Questa volta gli perforò la spalla.
Xander stava assistendo a quel supplizio: Harry era incosciente e non sembrava volersi svegliare e, se nessuno avesse fatto qualcosa, gli avrebbero sicuramente sparato.
Xander aveva tentato disperatamente nei minuti precedenti di farlo rinvenire, ma inutilmente.
Lo aveva scosso, aveva gridato, ma niente.
Aveva quindi deciso di allontanarsi per cercare aiuto, sempre che ne avesse trovato.
Non appena ebbe mosso un suo piede però, ecco lo schiocco sordo del proiettile che si andava a conficcare direttamente nella gamba di Harry.
Xander si voltò immediatamente.
Prima che potesse accorgersene un altro proiettile si schiantò sul riccio, probabilmente bucandogli l'omero.
In una reazione del tutto automática e tempestiva, Xander si lanciò su Harry per alzarlo e portarlo via da quel posto maledetto.
Aveva bisogno di assistenza.
Doveva soccorrerlo.
Si buttò su di lui e fece per sollevarlo da terra.
Non fece in tempo.
Un terzo proiettile lo colpì direttamente sulla schiena.
Xander perse il respiro.
Si accasciò sul suolo.
Digrignò i denti.
Sbarrò gli occhi .
É morí.

Quel giorno, quel drammatico 30 gennaio del 1972 , a Derry, durante una protesta per i diritti umani,furono registrate tredici vittime.
Perfettamente bilanciato, proprio come tutto dovrebbe essere.
Il Destino aveva deciso che si sarebbe preso tredici vite?
Così sarebbe stato.
Lui vinceva sempre.
Era impossibile imbrogliarlo.
Era lui che dettava i giochi.
Volevi giocare?
Bene, allora dovevi tenerti pronto a perdere perché il Destino vince sempre.
Sempre.

La tragedia passò alla storia con il nome di Bloody Sunday.
Uno degli attentati più gravi di tutta la seconda metà del XX secolo.

I soccorsi arrivarono un paio d'ore dopo l'accaduto.

C'era sangue, c'erano morti, c'era confusione.
C'erano feriti.
Molti feriti.
Tutti loro furono trasportati d'urgenza all'ospedale.
Anche Harry.
Anche Liam e Niall.
Anche Louis.

Xander fu meno fortunato.
Lui fu portato all'obitorio.
Assieme a lui altre dodici persone.

Tra cui Simon.

Missione compiuta.

Ma questa non aveva l'aria di essere una vittoria.
Aveva tutto il sapore di sconfitta.

D'altronde, come si poteva vincere per davvero se al modo c'era ancora così tanto odio?
Se le discriminazioni si radicavano negli uomini ogni giorno più in profondità?
Se anziché amare il prossimo gli si faceva del male per egoismo, gusto o divertimento?
Finché sarebbe vissuta la malvagità nel cuore degli esseri umani non ci sarebbe stata vittoria alcuna.
Per nessuno.

MALVAGITÀ.
Come si può tentare di contrastare una forza talmente oscura, uh?
Si può fare?
Forse.
Ci si può provare, almeno.
E come?
Con l'amore.
Ma non quello fittizio, non quello per convenienza, non quello dettato dagli occhi, non quello dettato dalla gola, non quello dettato dalla razionalità, non quello impostoci dalla società.
Ma quello vero.
Si parla di quel tipo di amore che non ci fa dormire la notte,
Quello che ci fa venire i brividi,
Quello capace di farci sorridere fino a che non ci fa male la faccia il secondo prima, e farci versare oceani di lacrime il secondo dopo.
Ecco quello che noi uomini dovremmo davvero imparare.
Solo così forse, e dico forse, tra la parola Amare e la parola Vivere non ci sarà più alcuna differenza.









"Amore, a che pensi? Ti vedo assorto."
"Niente Principessa.
Sai, stavo solo spolverando il cassetto, quando ho trovato questa vecchia foto ."

Il riccio sorrise,con tanto di fossette

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Il riccio sorrise,con tanto di fossette.
"E dimmi , caro a che cosa ti ha fatto pensare questa foto?"
Il liscio sospirò con fare nostalgico e portò lo sguardo in avanti.
"A molte cose."
"Del tipo?" Insistette il riccio, per niente soddisfatto della risposta.
Ormai, il liscio, avrebbe dovuto aspettarselo: in vent'anni che stavano assieme, di cui otto da sposati,avrebbe dovuto almeno prevederlo.
"Pensavo a noi, alla nostra storia. Pensavo a mia madre, pensavo a Niall e pensavo a Zayn e Liam.
Ci credi che sono passati vent'anni anni dall'ultima volta che li abbiamo visti?"
Il riccio sorrise tristemente.
Se lo ricordava molto bene.
Era stato straziante dire addio a delle persone talmente importanti .
Avevano dovuto tutti compiere una scelta.
Lui, alla fine, aveva scelto Louis.
Non che ne avesse mai dubitato, ovviamente.
Louis non era solo importante, Louis era indispensabile.
Non se n'era pentito assolutamente.
L'unico suo rimpianto, forse, era il fatto di non essere riuscito a sistemare le cose con la sua famiglia.
Non che non ci avesse provato, anzi.
Ma l'odio che era racchiuso in suo padre, ormai, era radicato troppo in profondità nel suo cuore perché potesse essere estirpato.
E sua madre e sua sorella... beh... non erano di certo pronte a ribellarsi all'uomo di casa.
In fondo, era lui che portava i pantaloni,
Era giusto così, no?
Harry se n'era andato.
Nel 2072.
Aveva perso molto, certo.
Ma altrettanto aveva guadagnato.
Erano passati vent'anni da quella scelta fatidica, ma ancora non riusciva a non esserne contento.
"Louu..."
"Mhhh???"
"Secondo te stanno bene?"
"Chi?"
"Niall, Zayn e Liam..."
Il liscio prese la mano di suo marito e gli bació delicatamente le nocche: era incredibile come,nonostante il tempo, quel riccio riuscisse a fargli sentire le farfalle nello stomaco proprio come la prima volta che lo aveva visto.
Certo, era più vecchio, i capelli erano più corti, le rughe più visibili, ma rimaneva comunque bellissimo.
Era l'essere più bello che Louis avesse mai visto.
E mai, dico, mai, si sarebbe stancato di ripeterlo.
"Principessa... io sono sicuro che stiano più che bene! Da loro, se non sbaglio, é il 1992, giusto?"
"Si ma cosa c'entra!?" Chiese Harry ridacchiando.
Ecco.
Le loro risate.
Quelle non erano minimamente cambiate.
Nonostante tutto.
"Beh!!! Gli anni Novanta sono una bomba!!! É l'epoca dei Nirvana!!!"
"E come mai sei così informato sugli anni Novanta,nanetto del mio cuore?"
"Guarda che l'ho studiata la storia, cosa credi!?
Gne gne gne!"
"Ommioddio sei un bambino!"
"A proposito di bambini.... Vieni principessa, andiamo a dire a Lory di prepararsi: James e Paul passeranno a prenderci tra un'ora."
"Tanto già sappiamo che vorrà indossare il vestitino rosa di Gucci che le ha regalato il suo papà preferito!"
"E sentiamo, da quando tu saresti il suo papà preferito?"
"Da quando non ho bruciato il pollo!"
"Ti odio."
"Non é vero, mi ami."
"Ti amo."



FINE.

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