Era a malapena l'alba quando Michael fu costretto a sorbirsi quello spettacolo disgustoso: Luke che dormiva beato sotto le coperte, Luke con il braccio placidamente avvolto intorno alla vita di quella ragazza che Michael, fino a poche ore prima, aveva quasi potuto definire sua.
Ma in fondo, si disse, cosa si aspettava?
Aveva davvero pensato, anche per un solo secondo, di poterle piacere?
Non sapeva perché ne era stato così convinto, eppure lo aveva intuito dai suoi gesti, da quel bacio furtivo che si erano strappati solo quella sera.
Michael si era convinto di essere l'unico ragazzo nei pensieri di lei, di quella ragazza che, anche ora, lo stava completamente facendo uscire di testa. Perché quello non era lui, quel ragazzo che perdeva del tempo prezioso riempiendosi la mente di inutili domande, non era lui, non era lo spietato, cinico ed insensibile Michael Clifford a cui lui stesso si era abituato.
Jordan poteva credere quello che voleva, ma lui non era dolce, non lo sarebbe mai stato, era solo tanto ossessionato da lei, ossessionato da una ragazza dai capelli rossi che gli aveva dato idee del tutto sbagliate sul suo conto.
Era ossessionato da una ragazza che credeva di conoscere, ma di cui, forse, non aveva capito proprio nulla.
Fu con quel pensiero in mente che si alzò prima degli altri, dopo aver gettato un'ultima occhiata a quei due, l'origine dei suoi problemi, avvinghiati sotto le coperte tanto che nemmeno l'aria passava tra di loro.
Jordan pensava forse che lui non fosse abbastanza da stringere la notte?
Si sbagliava di grosso, lui le avrebbe dimostrato di poter essere il centro del suo universo, l'unico in grado di darle tutto.
Si liberò dalla coperta e raggiunse la cucina, incurante del rumore dei suoi piedi pesantemente strisciati a terra.
Diede un'occhiata dentro il frigorifero, ma non aveva molta fame. Quell'immagine lo aveva devastato, era così nervoso che il suo stomaco avrebbe protestato per un solo goccio di succo.
Richiuse l'anta del frigorifero, sbattendola così forte da far risuonare l'intero magazzino. Ma non gli bastava, doveva sfogare la sua rabbia in qualche modo, voleva che tutti sapessero quanto era sbagliato prenderlo in giro.
Fu un calcio alla parete, accompagnato da qualche sonora imprecazione, a far sussultare tutti nell'altra sala.
Jordan sobbalzò sul pavimento, liberandosi immediatamente dalla presa di Luke che si voltò stancamente nella coperta.
Michael non era più lì, Michael si era alzato: li aveva visti.
Jordan scattò in piedi, fissando Luke con un'espressione piuttosto eloquente in viso. Anche lui aveva capito tutto. Avevano provocato Michael, avevano sbagliato e ora avrebbero pagato le conseguenze, ma nessuno dei due sembrava esserne particolarmente preoccupato, tanto che Luke, tiratosi su da terra, lasciò immediatamente scivolare la mano su quella di Jordan, stringendole le dita in modo confortante, rassicurandola con un sorriso dolce che sarebbe andato tutto bene.
Jordan annuì, prendendo un respiro. In fin dei conti lei e Luke non avevano fatto nulla di male, erano solo amici, si ripeté. Michael avrebbe solo dovuto capirlo e rassegnarsi all'idea.
Calum si alzò in quel momento dal divano, ribaltando Arianna che per poco non cadde a terra. Si stiracchiò e gettò un'occhiata alla cucina, con aria confusa.
«Ma che cazzo gli prende ora?» Fu Ashton a parlare per primo, con la solita finezza che lo caratterizzava.
Calum scosse le spalle. Era evidente che Michael fosse spaventosamente attratto da Jordan, ma, d'altro canto, nessuno di loro, nemmeno Luke, aveva le prove concrete di una loro relazione. Michael aveva sempre smentito tutto e nessuno di loro aveva fatto in tempo a vedere Luke e Jordan abbracciati sotto le coperte.
Jordan sospirò e lasciò subito la mano di Luke, avvicinandosi cautamente alla cucina. Michael, però, la anticipò, comparendo sulla soglia e trovandosi davanti quel ridicolo teatrino dei suoi amici ancora assonnati, svegliati dai suoi colpi contro la parete.
«Che problemi hai, Michael? Dannazione... sono solo le sei del mattino! Qui c'è gente che vorrebbe dormire, almeno nel week end!» fece presente Ashton, stirando le braccia e lasciandosi andare ad un convincente sbadiglio.
«Non mi importa un cazzo di quello che vuoi fare tu, Ash. Abbiamo del lavoro da fare. So come porteremo avanti questa stronzata e tu farai quello che ti dico, perciò muovi il culo e vieni in cucina!» sibilò Michael, causando un piccolo sussulto da parte di Emma: non era abituata a simili esternazioni di rabbia, Michael era volgare, presuntuoso e anche molto molto infuriato, tanto da spaventarla, tanto da farle provare preoccupazione persino per Ashton.
Il riccio, tuttavia, non si scompose nemmeno per un istante, ma, anzi, si limitò a sollevare il labbro in un ghigno compiaciuto e a lanciare a terra la coperta, scattando verso la cucina, solo con un paio di boxer addosso nonostante la temperatura gelida.
Michael, dopo aver gettato un'occhiata a Jordan, tornò in cucina, dove pensò bene di sbattere le mani sul tavolo, in modo da richiamare di nuovo la loro attenzione.
Nemmeno due minuti dopo, l'intero gruppo era intorno al tavolo, pronto ad ascoltare Michael. Nonostante nessuno di loro fosse ancora sveglio del tutto, non avevano per nulla osato contraddirlo.
«Questo è il piano: Arianna se ne torna a casa domani, Emma tra qualche giorno. Jordan, invece, resta qui finché i suoi genitori non pagheranno. Ai genitori di Jordan penseremo più avanti, per lasciare prima il tempo ad Arianna di tornare a casa e poter dare informazioni false su di noi» spiegò duro Michael. Voleva essere minaccioso, ma il suo sguardo, tuttavia, non si schiodava nemmeno per un istante da quello di Jordan.
Fu in quel momento che seppe di esserci caduto di nuovo. Lei non lo lasciava in pace, con quegli occhi, lei lo tormentava, lei poteva tenerlo lì, poteva fare in modo che lui continuasse a guardarla. Nonostante tutti gli altri occhi in quella sala, Michael cercava solo i suoi, Michael voleva solo i suoi. Michael voleva che lei ricambiasse, anche solo in parte, quel desiderio lacerante che provava nei suoi confronti.
Ma Jordan, evidentemente, preferiva Luke.
Forse non doveva arrabbiarsi così, forse lei non aveva tutti i torti. Luke era bello, decisamente più di lui, non poteva biasimare Jordan. Non poteva biasimare Luke, quando era stato proprio lui a spingerlo a tutto quello, a spingerlo tra le braccia di una ragazza di cui non si poteva fare a meno, così bella da fare male.
«E cosa ti fa pensare che io lo farò?» domandò Arianna, stupendo tutti per il suo coraggio nel rivolgersi così a Michael in quel momento delicato.
Michael, strappato dai suoi pensieri, distolse per la prima volta lo sguardo dall'oggetto dei suoi desideri, solo per spostarlo minaccioso e freddo contro Arianna, contro quella ragazzina viziata e facile che aveva procurato loro solo un sacco di problemi.
Le si avvicinò pericolosamente, tanto che Arianna indietreggiò di qualche passo. Michael sollevò un sopracciglio, spaventandola ancora di più, solo con quel gesto.
«Io non penso, ne sono certo, ragazzina. Lo farai e basta» sibilò sprezzante, i pugni stretti e la mascella contratta.
«Michael... Michael dannazione calmati! Ti stiamo ascoltando, okay? Arianna collaborerà, me lo ha detto.» Calum attirò la sua attenzione, avvicinandosi a lui e portando una mano sulla sua spalla. Calum era l'unico che riuscisse a calmarlo e, in tutti quegli anni, Michael non era ancora riuscito a spiegarsi il perché.
«D'accordo, basta che la convinci a collaborare... non mi interessa come, ma fallo» si lasciò sfuggire, sospirando e voltandosi verso Calum, un po' più calmo di prima.
Era comprensibile che Michael fosse nervoso a causa di quella situazione, ma non poteva farsi odiare da tutti e rischiare di rovinare il piano a causa del suo essere così impulsivo.
E solo perché Jordan era di mezzo.
Calum, passati i postumi della sbronza, si era accorto fin troppo bene di cosa turbasse Michael al punto tale di farlo uscire di testa, ma, certo, non poteva farne parola con gli altri.
Voleva che fosse Michael a parlare per primo, dopotutto aveva confessato loro di aver troncato, per la sicurezza di tutti, qualsiasi rapporto con Jordan, per quanto gli piacesse.
Calum, d'altro canto, si augurava che fosse abbastanza intelligente da averlo fatto sul serio, perché Chase Carter era un osso duro, troppo potente persino per loro, giocare col fuoco, giocare con la sua ragazza, non avrebbe fatto altro che bruciarli tutti.
«E... io e Jordan?» Fu Emma a parlare, con grande sorpresa di tutti i presenti. Michael si massaggiò le tempie, lasciando andare un lungo sospiro, chiudendo gli occhi ed evitando di guardare Jordan, per non scattare di nuovo preda di quella collera ingiustificata.
Emma non meritava di essere trattata male, non aveva fatto nulla, era capitata per sbaglio in quel folle piano, solo per aiutare la sua migliore amica.
E chissà quante cose sapeva davvero Emma di loro due.
«Tu tornerai a casa in settimana, a breve. Per quanto riguarda Jordan... faremo dei turni per restare qui con lei.» Jordan sollevò gli occhi, puntandoli di nuovo nei suoi.
Sarebbero rimasti soli, solo loro due. Lei e Michael.
Michael poteva credere quello che preferiva, riguardo al suo rapporto con Luke, ma in quel momento gli avrebbe dimostrato solo una cosa: non vedeva l'ora di stare con lui.
Non con Luke che, per quanto le piacesse, era solo un amico.
Non con Calum, Ashton o chiunque altro.
Solo con lui.
Solo con lui per poterlo baciare, per poterlo toccare, perché capisse quanto lo aveva desiderato in quei giorni. Perché capisse quanto era importante per lei.
«Turni?» domandò Ashton, confuso. Michael sospirò rumorosamente, rivolgendosi quindi a lui. Aveva notato quello sguardo di Jordan, quel luccichio nei suoi occhi quando aveva capito che, finalmente, potevano stare soli.
Allora perché prenderlo in giro?
Perché giocare con Luke?
«Sì... abbiamo dei corsi in università e un lavoro, perciò... decideremo in base ai nostri orari come stabilire i turni di guardia. Non voglio assolutamente che Jordan resti sola. Mai per un solo secondo, mi sono spiegato?» La sua voce si alzò ancora, scandì per bene quelle ultime parole, rivolgendo un'occhiata ad ognuno di loro, rivolgendo un'occhiata a Jordan.
Nonostante tutto aveva paura per lei, aveva paura che Chase potesse scoprire qualcosa e potesse toccarla di nuovo.
«E io... come posso aiutarvi?» domandò allora Vanessa, attirando la loro attenzione. Calum le sorrise grato per quella proposta. Vanessa, pur non conoscendoli, si stava impegnando per dare una mano e non poteva che ringraziarla per questo, tanto che quasi si pentiva di essersi rivolto in modo così minaccioso a lei il primo giorno.
«Vanessa... tu ci porterai da mangiare, ci coprirai con tuo padre se arriviamo in ritardo al lavoro e, se ti va, puoi stare qui con le ragazze ogni tanto, ci stai?» propose Michael, quella volta senza cattiveria nel tono, tanto che persino Vanessa tirò un sospiro di sollievo per non essere stata aggredita da lui. Annuì, ricevendo in cambio un sorriso di Jordan.
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Talk Dirty || 5 Seconds Of Summer
FanfictionAvvertimenti: Contenuti forti «Hai mai fatto sesso telefonico?» domandò all'improvviso. La ragazza si sentì arrossire e, d'istinto, si coprì col lenzuolo, come se lui potesse vederla. "Ti chiamerò tutti i giorni alla stessa ora e parleremo insieme"...