13. Talk dirty to me

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Jordan chiuse gli occhi, riaprendoli subito dopo di scatto: non era un sogno, Michael era lì, era lì davvero, poteva sentire il suo corpo dietro di sé, poteva sentire il suo bacino contro il suo, il respiro di Michael sul collo.
Piegò il capo all'indietro, incontrando immediatamente il viso di Michael.
"Dimostrami che vuoi essere mia", quelle parole le risuonavano ancora nella mente, mentre il suo cuore prendeva a battere sempre più forte.
Michael non doveva avere di quei dubbi, non c'era nulla che Jordan volesse di più al mondo, ma se lo desiderava glielo avrebbe dimostrato.
Sollevò la mano, circondò il collo di Michael con il braccio, tirandolo a sé. Voltò leggermente il viso e le loro labbra si scontarono di nuovo, in modo violento, avido.
Jordan sentì la mano di Michael scivolare sul suo intimo, la accarezzò piano, facendola fremere sotto quel tocco meraviglioso e sconosciuto.
«Oh, Michael...» Un gemito che si infranse sulle labbra del ragazzo, che con le dita scostava quell'unico indumento che lo separava da lei, dal suo piacere. Le morse il labbro, così forte da farle sentire di nuovo il sapore del sangue, mentre entrava dentro di lei. Jordan ansimò, inarcò d'istinto la schiena, spingendo il bacino per incontrarlo.
Michael lasciò risalire la mano libera sul suo ventre, poi più su, soffermandosi appena per qualche secondo sul suo seno, fino a raggiungere il collo. Le sollevò il mento, facendole piegare il capo all'indietro.
«Sei così eccitata, babe» sospirò, sfiorandole la bocca con le dita. Jordan schiuse le labbra sotto quella pressione leggera, ansimando appena mentre Michael disegnava un percorso sulla sua bocca. «Avevi voglia di stare con me, vero?» domandò e tutto quello suonava maledettamente eccitante detto da lui, la voce volutamente bassa, ancora più roca per quel piacere che, non poteva negarlo a sé stesso, stava provando anche lui, semplicemente toccando lei.
«I-io... dio, sì» gemette lei, muovendo il bacino, assecondando i movimenti di Michael.
«Ti piace, Jo?» Jordan chiuse gli occhi, si concentrò sul suo respiro che, a poco a poco, diventava irregolare. Annuì, ma non riuscì a parlare. Se avesse aperto bocca non ne sarebbero usciti altro che gemiti.
Forse avrebbe dovuto contenersi, ma Michael non l'aveva preparata a tutto questo. Quella era la sua piccola vendetta, vendetta che, se avesse continuato così, l'avrebbe fatta uscire di testa molto prima del tempo.
«Avanti, babe, dimmelo.» La voce di Michael la raggiunse attutita, il piacere che sentiva era così intenso da farle perdere il controllo su tutto, persino sul resto del suo corpo.
Si aggrappò a Michael, le gambe che le tremavano un po', mentre lui cominciava a dedicarsi a lei con un altro dito. Michael sorrise, le circondò la vita con il braccio libero, reggendola, tirandola contro il suo corpo, strofinando di proposito il bacino contro il suo, in una lenta tortura che Jordan trovava maledettamente eccitante.
«Sì, mi piace... mi... mi piace» ansimò lei, gli occhi chiusi, i denti stretti così forte sul suo labbro inferiore da poter sentire ancora i tagli lasciati da Michael qualche minuto prima.
Ma forse lui non avrebbe voluto che si trattenesse, pensò. In fondo, Michael non voleva altro che dimostrare qualcosa a lei e a sé stesso.
«Non ti hanno mai toccata così, vero?» Jordan scosse la testa, abbandonandola sulla spalla di Michael.
Lui, inaspettatamente, le scostò i capelli dalla fronte, per poi lasciarvi un bacio dolce. «Solo io posso farlo, babe.» Jordan aprì le labbra, ma non riuscì ad esprimere la sua approvazione, se non con un gemito che risuonò come musica nelle orecchie di Michael.
Solo lui poteva toccarla, solo lui poteva farle quell'effetto.
Ecco cosa voleva dimostrare Michael, voleva dimostrarle di poter essere l'unico, di dover essere l'unico. E non c'era nulla che Jordan volesse di più al mondo.
Quelle mani su di lei, le sue labbra che l'accarezzavano, persino il profumo forte di Michael, qualsiasi minimo dettaglio, le sarebbe rimasto dentro, nel profondo, e tutto il resto, qualsiasi altra esperienza fatta prima di lui, in quel momento perse completamente di senso.
Il suo passato era un ricordo sfocato, era un ricordo lontano e sbiadito di Chase che le sussurrava qualche dolce parola a cui forse lui nemmeno credeva. Parole dolci, parole che non avevano nulla a che vedere con quelle che le rivolgeva Michael. Ma a lei non importava.
Erano dolci, ma senza verità. Dolci, ma senza sentimento.
Forse Chase l'aveva sempre trattata diversamente, ma mai nella sua vita aveva provato quello che Michael, in quell'istante, le stava facendo provare solo così, senza pretese.
Michael, nel suo essere rude e a volte prepotente, si prendeva cura di lei a modo suo.
In quel momento per Michael lei era una priorità assoluta.

Talk Dirty || 5 Seconds Of SummerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora