Il titolo del capitolo non è scelto proprio a caso: per chi non dovesse saperlo, la Blue Sky è un tipo di Meth (cioè una droga, metanfetamina) preparata da Walter in Breaking Bad. In pratica la Blue Sky crea dipendenza per sopravvivere e se ascoltate la canzone di Gemitaiz e MadMan *-* capite il senso di "Tu sei la mia Blue Sky"
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«Rilassati, ci divertiremo.» Jordan elaborò le parole di Michael, ritraendosi sul materasso. Deglutì rumorosamente, cominciando ad agitarsi.
«M-Mikey io non credo che...»
«Mi hanno detto che oggi sei stata cattiva, tesoro» esclamò lui, interrompendola e cambiando apparentemente discorso. Jordan sgranò gli occhi, guardandosi intorno.
«I-io... no, cioè... che...»
«Emma dice qualunque cosa ad Ashton. Mio dio... sono peggio di noi, quei due. Si mandano messaggi ogni cinque secondi. E se non si dicono cose porche... davvero non so che si raccontino!»
«Michael!» lo riprese, la voce bassa per non farsi sentire, ma una vena di rimprovero che Michael non mancò di cogliere.
«Comunque Ashton mi ha detto tutto. So che hai picchiato Arianna.»
«Ma che... no! Cioè io non l'ho...»
«Tu non...? Peccato, perché il pensiero è davvero eccitante.» Jordan si sentì arrossire violentemente, colta di sorpresa dalla voce roca di Michael e dal suo tono calcolato.
«Che cosa? Oh, Michael, ma che stai di-»
«Ehi, zitta... lasciami pensare. Due ragazze che si tirano per i capelli, una sopra l'altra... tu stavi sopra, immagino. Oh, dio santo... solo un idiota non si ecciterebbe guardando due donne che fanno rissa e si toccano!»
«Tu... tu... oh! Sei tu l'idiota!»
«Oh no... non credo proprio! Voglio dire... gliele hai date bene, piccola? L'hai anche morsicata?»
«Michael, piantala! Sta zitto!»
«Scommetto che non lo vuoi veramente. Senti, non hai fatto nulla e sei già riuscita ad eccitarmi. Se in questo momento fossi qui sopra di me... dovresti essere tu a farmi stare zitto.»
«Io...»
«Come?» Jordan si morse il labbro, fece appello a tutto il suo coraggio, a tutti i ricordi di quelle settimane passate con lui.
«I-io... ti bacerei.» Ma Michael rise, una risata profonda e dolce, solo un po' canzonatoria, poi sospirò.
«Puoi fare meglio di così.» Jordan roteò gli occhi, sorridendo debolmente. Forse Michael le stava nascondendo qualcosa, ma restava pur sempre lui, sempre il suo dolce idiota.
«Non ho mai detto che ti bacerei sulle labbra» replicò allora, sforzandosi di dare un tono sensuale alla sua affermazione.
Con Chase non ci aveva mai minimamente pensato, né con qualsiasi altro ragazzo, ma con Michael non dava nulla per scontato: avevano già fatto praticamente tutto, insieme, eppure cercare di sedurlo ogni volta era maledettamente divertente e, se otteneva i risultati sperati, appagante.
«Ah, davvero? E dove allora?» incalzò lui, il respiro corto, mentre si rotolava tra le coperte. Era riuscito a restare a casa da solo anche quella sera, ed era chiaro che ormai i ragazzi non se la bevessero più, ma nonostante questo lo lasciavano lì accettando le scuse più banali ed assurde.
«Beh... ricordi quello che ti ho fatto in macchina?»
«Oh, lo ricordo eccome...»
«Ecco... allora... ricordi dov'era la mia bocca?»
«Jo, babe, sei in un collegio... non dovresti dire queste cose.»
«Stai dicendo che sono cattiva?» mormorò lei, attorcigliandosi una ciocca di capelli intorno al dito.
«Sì, molto cattiva.»
«Dovresti punirmi, Clifford» sospirò, la voce volutamente bassa.
«Oh sì... e non sai che ti farei.»
«Che mi faresti?»
«Dio... ora sì che mi piaci.» Michael si mise a sedere sul letto, la maglietta malamente lanciata ai piedi del materasso.
«Allora?»
«Uhm... ti ricordi quel pomeriggio... quello in cui ti ho morsicato il sedere?»
«Idiota.»
«Ma...?»
«Ma nulla. Sei un idiota.»
«Però ti morderei ancora. E ti riempirei il collo di succhiotti.»
«Fai male.»
«Ma...?»
«Ma nulla. Fai male e basta.»
«Ma?» Un sorriso, un sospiro, il ricordo del seno di Jordan ricoperto di succhiotti.
«Ma... mi piace.»
«Anche sul seno, tanti. È mio, sai?»
«Sì.»
«Ti farei male?»
«Ma mi faresti gridare.»
«Sì. Forte. Ti farei gridare forte.»
«Michael...»
«Jordan.»
«Dovresti...»
«Dovrei...?»
«Lo sai.»
«Scendere più giù?»
«Su di me.»
«Su di te.»
«Dovresti...»
«Assaggiarti.»
«Oh.»
«La tua pelle sa di buono, te l'ho mai detto?»
«N-No....»
«E ho ancora il tuo sapore sulle labbra.» Michael si passò la lingua sul labbro inferiore, i baci di Jordan che ancora bruciavano come fosse stata lì in quel momento.
«Anche io.»
«Ma non mi basta. Voglio sentirti.»
«Mmm... sì?»
«Sì.»
«Hai la barba?»
«Sì... che ti solletica mentre scendo.»
«Sul seno e sulla pancia.»
«E poi sulle cosce, mentre ti tocco le gambe.»
«Ah. Mi piace.»
«Sarebbe bello stare sotto le tue coperte ora. Con la tua mano tra i capelli.» Jordan sollevò appena gli occhi, guardandosi intorno in modo furtivo.
«Dormono tutti, sai?»
«Davvero?»
«Sì. Ti spingerei io giù, sotto la coperta.»
«Mi piaci quando fai così.»
«Così...?»
«Sì, quando prendi posizione.» Jordan sorrise, le guance leggermente rosse, il calore irradiato in tutto il corpo, il sangue che ribolliva nelle vene.
Ora sì, ora poteva farlo.
Ora poteva tenere testa a Michael.
Ora poteva sedurre Michael.
«Uhm... allora scendi, sotto le coperte, sulle mie gambe.»
«Tra le tue gambe, babe.»
«Dove vuoi.»
«Lì.» Jordan deglutì, quel delizioso formicolio che tornava di nuovo a sconvolgerla.
Lui non era lì con lei, ma questo non le impediva di sentirlo vicino.
«Michael...» E il suo nome suonò un delizioso gemito sulle labbra di Jordan.
«Non svegliare nessuno, attenta.»
«I-Io... no. Ma se fossi qui...»
«Se fossi lì, precisamente.»
«Sì, lì. E vorrei tirarti i capelli, implorarti di continuare.»
«E io ti prenderei le gambe, mentre sollevi il bacino verso di me. Ti bacerei fino a farti godere.» Jordan annuì, un brivido, come se Michael glielo avesse causato davvero, corse lungo la sua spina dorsale, le gambe che si incrociavano sotto le coperte.
«Fallo. Non ci sente nessuno.»
«Ah, in un collegio... con le suore che dormono nelle stanze vicine e....»
«Sì, non è eccitate?»
«Tu lo sei. E sei anche cattiva. Una cattiva ragazza.»
«Dovresti rimproverarmi.»
«Non posso, la mia lingua sarebbe impegnata in qualcos'altro.»
«Michael!» Di nuovo quel tono di rimprovero che lo fece sorridere.
«Jo. Sei tu quella perversa.»
«Ma non mi dire!»
«Con tutte quelle ragazze che dormono vicino al tuo letto, io nascosto sotto le coperte...»
«Oh... Michael...»
«Le mie dita che ti sfiorano...»
«Devo fare silenzio.»
«Ma non ci riesci.»
«Tu mi fai ansimare.»
«E lo faccio bene.»
«Molto bene.»
Un istante di silenzio fu riempito da un sospiro troppo forte di Michael, che fece fremere Jordan, come se Michael fosse su di lei in quel momento.
«Babe?»
«Michael.»
«Ricordi... quella cosa che mi hai detto in macchina?» Jordan ci pensò un attimo, arrossendo nel ricordare quello che era successo nell'auto di Michael. Gli aveva detto tante, troppe cose.
«Q-Quale?»
«Sai... di pensare a te, quando sono solo la notte e....»
«Oh.»
«Ecco... io...»
«Michael...» La sua voce uscì spezzata, il nome di Michael per l'ennesima volta sulle sue labbra, mentre i respiri del ragazzo riempivano il silenzio di quella conversazione.
Jordan sentì il cuore aumentare il battito, le guance arrossarsi, mentre, chiudendo gli occhi, riusciva ad immaginare Michael a casa sua, nel suo letto.
L'ennesimo brivido le corse lungo la schiena, si morse il labbro, prendendo aria.
«Voglio... vederti.»
«Anche io.» E Jordan sapeva cosa sarebbe accaduto dopo: Michael le avrebbe detto che non poteva, che sarebbe stato troppo rischioso e, come al solito, avrebbero dovuto mettere fine anche a quella conversazione, avrebbe dovuto andare a letto vuota, ma piena di desiderio e voglia.
Senza Michael.
Ma poi un rumore sordo, proveniente dal cellulare, la fece sobbalzare. Michael imprecò, sospirando.
Stava accadendo qualcosa che li aveva interrotti.
«Michael... vieni qui, muoviti!» urlò qualcuno, sembrava Ashton.
Jordan alzò gli occhi al cielo, sbuffando debolmente.
«Che cazzo c'è?» Il tono di Michael era evidentemente irritato, forse addirittura infuriato, tanto che Jordan si lasciò sfuggire un sorriso.
«Beh... mi sa che per stasera hai finito, Mikey» lo prese un po' in giro, mentre lui sospirava rumorosamente, sistemandosi in fretta per non far notare agli amici appena rientrati le sue condizioni pietose.
«Ma non mi dire! Grazie Jo!» sbuffò, facendola ridere.
«Prego, tesoro. Pensami stanotte, eh.»
«Anche tu, piccola stronzetta.»
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Talk Dirty || 5 Seconds Of Summer
FanfictionAvvertimenti: Contenuti forti «Hai mai fatto sesso telefonico?» domandò all'improvviso. La ragazza si sentì arrossire e, d'istinto, si coprì col lenzuolo, come se lui potesse vederla. "Ti chiamerò tutti i giorni alla stessa ora e parleremo insieme"...