16. 𝐍𝐞𝐫𝐯𝐨𝐮𝐬

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Olivia

«Discutere con una
Persona che ha
Rinunciato all'uso della
Ragione è come
Somministrare una
Medicina a un morto»
-Thomas Paine

Essere nervosi è una cosa più che normale per tutti noi.

Non lo è più quando lo sei perché stai per rivedere il tuo incubo da ormai dieci notti.

Quella ragazza che mi tormenta ogni singolo giorno da quando l'ho vista spuntare dietro Harry.

«Come hai dormito?» sposto lo sguardo verso il volante dell'auto che sta guidando e la mia vera domanda è: "quante macchine possiedi?" perché apparentemente ne usa una diversa, sempre.

«Perché mi fai sempre queste domande?» è la stessa domanda dell'altra volta e non che mi dia fastidio, ma preferirei evitare di ricordarmi quello che è successo nella nostra camera a quella festa.

«Tu perché non collabori mai e magari non so, mi rispondi gentilmente?» sinceramente non lo so neanche io, forse provo ancora un po' di rancore verso i suoi confronti, ma siamo amici. Quindi non dovrei provare niente tranne che un forte amore verso il mio amico, giusto?

«Ti ho già ripetuto che non si risponde ad una domanda con un'altra domanda. Quello complicato sei tu» mi metto a braccia conserte, spostando nuovamente lo sguardo verso il finestrino che mi da la vista di ogni casa dove passiamo.

«Ok, allora andiamo per gradi. Ti andrebbe di ascoltare un'altra delle mie barzellette?» cosa dovrei rispondergli? Voglio che stai zitto perché mi stai dando fastidio e se apri nuovamente quella bocca ti bacio perché non ce la faccio più a sentire quella voce entrare nelle mie orecchie? No, decisamente no.

Siamo amici. Gli amici non pensano queste cose.

«No.» prende un grande sospiro per non perdere la pazienza e allora io mi giro per osservare il suo profilo perfetto, mentre guida.

I suoi capelli arruffati, il naso che è la cosa che più preferisco guardare da quanto è bello e la mascella scolpita da un antico Dio greco.

«Sei così difficile, Olivia. Cosa devo fare per farmi perdonare? Davvero, lo voglio. Voglio ritornare ad avere il legame che avevamo prima» sbuffa.

«Si lo so che non era un qualcosa di entusiasmante rispetto ad ora, ma almeno un rapporto ce lo eravamo costruiti, nel bene o nel male» lo guardo quasi ridendo.

«E quale sarebbe stato il nostro rapporto? Baci e abbracci? Perché se è quello che ti interessa da me, non con credo ti serva più.» io sono semplicemente arrogante, odiosa e fin troppo diretta.

Ma è la verità, il nostro rapporto durato due giorni in croce non era nient'altro che quello che ho elencato e nessuno può dirmi il contrario.

«Pensi che io cerchi quello? Non so che dire, non ti facevo così. Una ragazza che parla senza sapere» questa cosa mi spezza in due.

Io sono quella ragazza che l'ha consolato cercando di parlargli e di capirà la situazione prima di reagire e dare un consiglio.

«Sei proprio uno stronzo!» mi tappo la bocca dopo aver realizzato, sento un groppo in gola.

«Perché dovrei esserlo?» chiede tranquillamente, cercandosi di rilassare per non perdere la pazienza che io ho già perso.

«Perché un giorno mi porti ad una festa detta da te "importante"» dico facendo le virgolette ironiche con le mie mani.
«E poi ti sei baciata Daisy» ricordo quella serata come se fosse ieri, non è semplice dimenticarla. Non è semplice dimenticare niente di quello che ti ha segnato, anche se quella persona per te significa poco e niente.

𝙅𝙐𝙎𝙏 𝘼 𝘾𝙊𝙉𝙏𝙍𝘼𝘾𝙏  > ʰᵉˢDove le storie prendono vita. Scoprilo ora