8. 𝐏𝐨𝐢𝐧𝐭 𝐨𝐟 𝐯𝐢𝐞𝐰

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Harry

«Nonostante mi divertissi come sempre,
Lei era un pensiero fisso per me.
Non c'era notte
Da ubriaco né da sobrio
In cui non la pensassi.»
-Charles Bukowski

Mi chiedo come stia Olivia, le sue dolci labbra sulle mie, non è stato uno sbaglio.

Ne n'è andata senza spiegazione e l'unica cosa che ho capito è che è partita per Miami, dalla sua famiglia.

Ieri sera non ho dormito per niente e l'unica cosa che voglio fare ora è stare sdraiato a letto.
Mi chiedo io perché sia sempre io quello a sbagliare in tutto, il perché lei non mi abbia fermato prima, ma abbia continuato a baciarmi per poi fermarsi.

La vita è così piena di "perché" banali, di cui sai già di avere la risposta, nascosta nell'angolino più buio della tua mente, ma che ostenti accettare.

«Come ti vestirai per martedì?» chiede mia madre, non ci avevo pensato, sarà una festa tra amici, solo due foto e un brindisi.

«Non lo so, contatterò Gen» Gen è la mia stilista che dovrò per forza chiamare il prima possibile, per evitare di non avere qualcosa da indossare.

In realtà, la famiglia non è proprio invitata, ma per solo una persona, Olivia, avrei fatto un'eccezione.

Per quest'anno avevo scelto lei perché mi era stata d'aiuto e comprensibile nei miei confronti, a differenza di mia sorella, per esempio.

L'anno scorso ero lontano da casa, ad Ibiza a nuotare tra fan e paparazzi, tutto perché lo voleva Daisy, la mia ex fidanzata.
Più che altro, lo voleva il management e noi due non potevamo farci nulla.

In realtà non è mai stata la mia fidanzata, e non abbiamo mai fatto niente, ma son costretto a chiamarla così perc- «Questo abito è fantastico, devi farti fare questo» sempre mia madre mi posa davanti l'iPad puntando l'indice contro l'immagine dell'abito.

«Si, è carino» lo guardo bene, è un pantalone color bronzo, con camicia bianca con sopra una giacca sempre color bronzo.

«E hai deciso chi invitare?» prosegue mia madre.

Le due ragazze -Kennedy e Grace- si sporgono di più sul tavolo, cercando di attirare la mia attenzione.

A questo punto penso che la mia farfalla non voglia più venire e a portarci un'altra persona anche no.

«Si tesoro, guarda c'è pure l'abito abbinato» continua ancora mia madre, la differenza è che stavolta il dispositivo ce l'ha in mano il mio patrigno Robert, che me lo porge.

Un abito anche questo bronzo, con una gonna lunga a vita alta che presenta uno spacco laterale che mostra tutta la gamba, con sopra un top che mostra tutta la pancia, sempre collegato alla gonna.

«No, non ci porterò nessuno» malgrado la mia tristezza, non posso farci nulla, è andata come doveva andare.

Il pensiero di un vestito abbinato, per la prima volta per mia volontà è la cosa che più mi sorprende, ma che non posso mettere in atto.

Mi immagino Olivia con quel vestito, con tutto il suo splendore e son sicuro che mi avrebbe rubato la scena, anche se vorrei potessi guardarla solo io, nonostante non io non sia nessuno per lei, anzi: io sia una persona sbagliata.

Ma per me lei sia la persona che più mi ha capito finora, e che il dubbio sia quasi sparito del tutto.

Il weekend passa velocemente, e fortunatamente mi ricordo di chiamare Gen.
«Pronto, Gen. Come va?» non sono quasi mai io a contattare lo staff ma lo fa il management.

𝙅𝙐𝙎𝙏 𝘼 𝘾𝙊𝙉𝙏𝙍𝘼𝘾𝙏  > ʰᵉˢDove le storie prendono vita. Scoprilo ora