At the beginning ...

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un passo

un altro passo

una svolta a destra

ecco la porta rossa che avevo visto nelle uscite di emergenza, come già avevo intuito non era aperta. Sbuffai e cercai il cartellino d'accesso che avevo rubato a una delle guardie la sera prima, lo sfilai dalla tasca, mi tremavano le dita. Sul cartellino c'era la foto di un uomo raggiante di mezza età dai capelli castani e gli occhiali che mi sorrideva, chissà per quale motivo lavorava per la WCKD, forse per la famiglia o per non rimanere nel resto del mondo che stava bruciando. Feci passare il cartellino sul manico della porta e come mi aspettavo ... click. La porta si aprì e io ci sgattaiolai dentro. Per settimane avevo elaborato un piano per fuggire da questo inferno, mi ero infiltrata tra le guardie, avevo ascoltato le comunicazioni radio che davano notizie sulla vita al di fuori di WCKD, avevo visto ragazzi innocenti su cui sperimentavano delle inutile cure contro il virus. Lo chiamavano così, il motivo per cui la razza umana era stata decimata, rabbrividii. Anche se fosse stato per salvare l'umanità WCKD non aveva il diritto di torturare bambini innocenti con tutta la vita davanti. Sapevo solo che alcuni ragazzi venivano raggruppati e messi in una specie di grande radura da dove venivano osservati e studiati tutti i loro movimenti. Quella era la mia meta. Non sapevo cosa avrei fatto poi. Non sapevo neanche se ce l'avrei fatta adesso. Corsi su per le scale più in fretta che potevo, avevo disattivato le telecamere di sorveglianza perciò nessuno sapeva che ero qui. Dovevo trovare un ascensore... si trovava in una parte isolata dell'edificio perché una volta che ci si entrava non c'era altra via d'uscita, ma non mi importava. Tutto era meglio che stare rinchiusa in quell'inferno. Sembrava che le scale non avessero più fine, continuai a correre e a prendere fiato finché le mie gambe si rifiutarono, respirai a fatica. Mi alzai barcollando e vidi quello che cercavo. L'ascensore. Era più grande di come me lo ero immaginato, molto più grande, a dire la verità enorme. Ci passai il cartellino e le porte si aprirono automaticamente, sentivo il rumore di passi che salivano e scale. Si dovevano essere accorti che mancavo a pranzo. Mi infilai più in fretta che potei in quel dannato ascensore e chiusi le porte. Sbuffai. E adesso? cosa dovevo fare? ero in preda al panico senza la minima idea sul da farsi. Vidi una casella di controllo in cui c'erano vari bottone numerati da 1 a 7, non sapevo quali dovevo premere. Goccioline di sudore si formarono per la concentrazione, fuori dalla porta dell'ascensore i passi diventavano più vicini. Decisi di premere il numero 7, l'ultimo era sempre il migliore mi dissi. Sopra di me un gas bianco cominciò a espandersi nell'ascensore poi dell'acqua che veniva da tutte le parti. Annaspai in cerca d'aria, vidi nel mio campo visivo un ago uscire da un aggeggio dell'ascensore e conficcarmisi nella gamba. Due istanti dopo buio totale.

the maze runner - No Time To StayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora