Percepivo un suolo ruvido sotto la mia guancia, sbattei le palpebre. Ero circondata da mura grigie e lerce ricoperte di edera. Cercai di mettermi in piedi nonostante mi sentivo ancora parecchio instabile. Come ero arrivata li ? l'ultima cosa che ricordavo era quella siringa che si infilzava nella mia gamba poi buio totale. Questa non era la radura, avevo preso l'ascensore sbagliato. Merda. Era la mia unica possibilità di scampo e l'avevo sprecata. Non sapevo dove mi trovavo ne come ci ero arrivata e non avevo la minima idea su come uscire. Il panico si impossessò di me, avrei voluto piangere, gridare. Sentii la gola secca e un disperato bisogno di bere, prima di andarmene da WCKD avevo portato una bottiglietta d'acqua per ogni evenienza. Mi tastai le tasche dei pantaloni, la bottiglietta era schiacciata ma era quasi del tutto piena. Sospirai. Con l'acqua avrei potuto resistere di più. Chissà da quanto era stesa li, se avevo una sete del genere. Mi accovacciai su una delle mura e riflettei sul da farsi. Alla fine mi misi a camminare su e giù, dovevo pur fare qualcosa. Mi ricordavo di aver letto un libro sulla sopravvivenza in luoghi estremi, non avevo un attrezzatura ne nulla tranne che l'acqua e un coltellino svizzero ma cercai di ricordarmi le indicazioni. Per prima cosa mantieni attiva la tua cognizione del tempo, scrivi se hai un foglio di carta, o incidi i giorni sulla pietra. Tirai fuori il coltellino lo aprii e incisi una riga sulla pietra. Non sapevo perché lo stavo facendo, a dire la verità era inutile. Non mi avrebbe aiutato ad uscire di lì, ma dovevo passare il tempo per non dar sfogo alla mia paura. Mentre finivo di incidere il mio nome notai un riflesso di luce sul metallo del coltellino. Proveniva da una parte del muro fittamente ricoperta di edera. Mi voltai e mi avvicinai Cercai di spostare quel fitto manto di foglie verdi e vidi che man mano che le spostavo entravano i raggi del sole. Quella non era un muro, era un'uscita! Gridai quasi dal sollievo, avevo qualche possibilità di uscire. Mentre varcavo quella soglia ero impaziente di vedere cosa ci fosse aldilà, ma quando i raggi del sole mi colpirono e mi guardai attorno non c'era nulla. C'erano altre mura, identiche a quelle che avevo visto prima. Entrai nuovamente in panico. Cosa voleva dire? Cercai di calmarmi e pensai che dall'alto avrei avuto una vista più ampia, così afferrai un ramoscello d'edera che mi sembrava robusto e mi cominciai ad arrampicare sul muro più alto, passo dopo passo sentivo le fogli scricchiolare sotto alle mie suole e le mie braccia indolenzite, ma dovevo continuare. Finalmente ero arrivata in cima. Cautamente mi arrampicai sul sottile bordo che mi separava da una caduta di 15 metri e mi guardai attorno. Non vidi altro che muri su muri ricoperti d edera. Ero nel mezzo di un labirinto.
***
-June devi provarci-
-ma non ci riesco io.. io non sono abbastanza intelligente-
-non si parla di intelligenza June si parla di sopravvivere, quindi alza quel sedere e cerca un uscita-
-non sono mai stata brava coi labirinti, Damon... , e se finissi solo per peggiorare la situazione?-
-JUNE MELBOURNE TU DEVI PROVARCI- Damon mi gridò le parole in testa quasi come se temesse che me le scordassi. Non volevo provare. Avevo fallito. Non c'era nient' altro da provare. Sentii lacrime rigarmi il viso.
- fallo per me- disse Damon in tono più dolce, e io sentii un dolore così forte al cuore come se lui stesso lo stesse prendendo dal mio petto per portarlo via con se.
Mi tirai su affannando in cerca d'aria, piangevo. Lo avevo sognato. Nuovamente.
Realizzai che ero stesa a terra proprio sotto il muro su cui mi ero arrampicata la sera prima ... già perché ora era notte. Un boato terrificante mi fece sobbalzare e per poco non urlai, vidi le pareti intorno a me muoversi e non capivo se era perché io stavo dando di matto o se stava accadendo realmente. Le foglie d'edera giravano in un vortice sempre più turbolento che mi veniva da vomitare, chiusi gli occhi e mi accovacciai pregando che finisse. Pregando che tutto quello avesse una fine. Silenzio. Non c'era più alcun rumore. Percepii un qualcosa di liquido bagnarmi la testa. Lentamente, come paralizzata mi girai, e a quel punto gridai. Un qualcosa che sembrava un ragno ma mille volte più grande stava davanti a me, mi affrettai a tirare fuori il coltellino svizzero, anche se sapevo che contro quella cosa non avevo possibilità. Cominciai a correre presa dal panico e dal terrore, quel coso mi inseguiva velocemente spargendo un liquido giallastro dappertutto. Mi girai per vedere se lo avevo seminato e non c'era più. Rallentai per riprendere fiato, per un secondo credevo di avercela fatta poi vidi il liquido sotto ai miei piedi. Dietro di me quel mostro aveva aperto le sue zanne e alzato le zampe con i pungiglioni per ferirmi. Cercai qualche punto debole come un cuore o qualcosa del genere. I capelli mi si erano attaccati alla fronte per il sudore e il mio respiro affannato non migliorava la situazione. Finalmente la vidi. Una lucina rossa, proprio sotto la pancia di quell'essere. Strisciai di schiena sotto a quel mostro vedendo una di quelle sue zampe mancarmi il braccio per un centimetro. Sporsi le mani cercando di prendere quella lucina e per poco non mi venne da vomitare, la pelle di quel ... coso era molliccia e di una consistenza oleosa. Mi obbligai a perdere quella lucina, ma ero troppo lenta. Una delle sue zampe mi afferrò e mi prese per il piede, urali dal dolore. Ero a testa in giù davanti a quel mostro e tra poco sarei stata nel suo stomaco. Afferrai un grosso ramo d'edera che avevo vicino e cercai con tutte le mie forze di staccarmi da quella zampa, poi vedendo che non funzionava gli conficcai il mio coltellino nell'occhio. La zampa mi lasciò ma io mi tenni aggrappata a quel ramo e mi arrampicai. Poi sentii uno scricchiolio, il ramo si era rotto. Caddi quasi a rallentatore, pensando a come sarebbe stata la morte. Adesso finalmente avrei incontrato Damon, mi dissi. BUM. Un dolore lacerante alla testa. Ero sotto alla pancia del mostro. Tutto si girava e non riuscivo a fissare i miei pensieri. Vedevo solo quella lucina rossa, la afferrai e con tutte le mie forze tirai, ignorando il disgusto della sensazione oleosa che mi provocava il tocco della sua pelle. Ce l'avevo quasi fatta. Un altro strattone. Le zampe della bestia cominciavano a vacillare, capii che mi dovevo spostare da li o sarei rimasta schiacciata. Mi trascinai via con le mie braccia poco prima che quel mostro crollasse a terra. Sospirai. Sentivo un dolore lacerante alla testa, non mi riuscivo ancora a spiegare come potevo essere ancora viva. Forse Damon aveva ragione. Forse avrei dovuto continuare a cercare un uscita. Forse ce la potevo fare.

STAI LEGGENDO
the maze runner - No Time To Stay
Fanfictionjune vuole solo scappare dall'inferno in cui si è cacciata ma quando esce dalla WCKD non arriva nel famoso ascensore che la dovrebbe portare alla radura ma in un altro posto... *** Hi guys questa è la mia prima storia su wattpadd, mi piace molto scr...