4. neighbourhood

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- salve soggetto A17- una voce profonda mi fece aprire gli occhi. Ero in mezzo ad una stanza totalmente bianca, le pareti si confondevano con il soffitto e il pavimento, sembrava di essere nel nulla. Davanti a me c'era un uomo di mezza età , con la barba poco accentuata e dei grossi occhiali dalle lenti lerce sul naso. Mi guardava aldilà di quelli con uno sguardo che incuteva timore. Quell'ambiente somigliava incredibilmente alla WCKD, una sensazione di panico si espanse dall'addome fino alla gola non facendomi respirare. cercai di calmarmi, non potevo essere lì, ero scappata. sicuramente era uno dei loro tanti giochetti mentali. mi alzai leggermente con la schiena strisciando su quello che doveva essere un lettino, bianco come tutto il resto. - l'abbiamo convocata qui per dirle che ha fatto un grave errore- disse l'uomo con gli occhiali, - non voglio che torturiate altri innocenti, sono solo ragazzi e non avete il diritto di giocare con le loro vite- dissi, stringendo i denti. - suvvia soggetto A17 sappiamo entrambi che è tutto per un bene più grande- sbuffò l'uomo,- sacrificare migliaia di giovani per salvare poche vite non è accettabile- gli sputai le parole in faccia con un disgusto tale da farlo indietreggiare. - deve sapere che noi controlliamo tutto, ogni sua mossa, quindi stia molto attenta a quello che dice o quello che fa- disse l'uomo con un ghigno malizioso stampato in faccia, -voi non mi potete controllare, io libererò quei ragazzi, gli racconterò la verità- dissi sussurrando, - è proprio questo il suo compito, favorire l'evasione- sospirò come se lo avesse detto centinaia di volte, non capivo perché me lo stava raccontando, più informazioni avevo più potevo elaborare un buon piano per fuggire dalle loro grinfie. - perché mi sta dicendo tutto questo?- chiesi realmente sorpresa, un altro ghigno si stampò sulla faccia dell'uomo, - sa, lei una volte che si sveglierà non ricorderà nulla di questa conversazione se non i dettagli che le lasceremo, perciò non si sforzi per tenere a mente ciò che le dico non ne vale la pena-, stavo per ribattere ma la stanza intorno a me cominciò a roteare, sempre più velocemente, l'uomo sparì, le mura bianche sparirono, il lettino su cui ero seduta sparì. ero circondata dal nero ed ero in caduta libera.

Aprii gli occhi di soprassalto, ero in una stanzetta di legno, sdraiata su un letto molto scomodo, mi misi a sedere massaggiandomi le tempie e notando di avere la fronte imperlata di sudore. avevo sognato qualcosa riguardante la WCKD, ma non mi ricordavo cosa, solo delle immagini confuse: un uomo in camice, una stanza bianca, un lettino. mi alzai in piedi con l'intento di uscire dall'edificio in legno, mentre stavo aprendo la porta qualcuno mi mise una mano sulla spalla. mi girai velocemente, con le mani piegate a pugno pronta ad attaccare. - sono solo io tranquilla- rise un ragazzo, aveva i capelli biondi e lisci acconciati in un ciuffo disordinato sulla testa, gli occhi verdi smeraldo e le labbra piene. - sono Jeff- disse porgendomi una mano, - June- dissi senza degnare neanche di uno sguardo la sua mano. - abbiamo aspettato il tuo risveglio per ore, sai nessuno è mai stato punto da una scacertola prima d'ora e d è abbastanza strano perciò ci siamo chiesti perc...- lo interruppi, - scacertole? sono stata punta? ti puoi esprimere bene e farmi capire per favore- jeff sbuffò, - le scacertole sono una specie di lucertole meccaniche che ci gironzolano attorno e ci controllano, come già ho detto sono calme e non pungono mai qualcuno, tu sei la prima a cui è successo. - rielaborai quello che avevo sentito, forse era tutto collegato anche col mio sogno?, scossi la testa. - vieni andiamo dagli altri, devono sapere che sei sveglia- disse aprendo la porta. uscii e venni subito accecata dalla luce del sole. la radura era enorme. si estendeva per kilometri, con dei boschi alla fine di essi. Seguii Jeff fino al casolare che avevo visto l'altra mattina. Come mi immaginavo lì dentro c'erano i ragazzi di ieri, Newt, Alby, Gally e il ragazzo asiatico. Quando io Jeff ci dirigemmo verso di loro si girarono tutti, - bene, la ragazza si è svegliata- disse Gally, ignorai come mi aveva appena chiamato e mi rivolsi agli altri tre, - voglio raccontarvi la verità, ma dovete dirmi se la volete veramente sapere - cercai di rimanere calma, ma era difficile anche per me. quello che era successo lì fuori riguardava tutti ed era una cosa orribile. - noi non ci ricordiamo nulla e ci piacerebbe capire qualcosa in più sul mondo, bella o brutta che sia dicci pure - disse il ragazzo asiatico, facendomi un cenno d'assenso. Sospirai e inizia a raccontare, raccontai loro di come il sole aveva bruciato il mondo, della malattia mortale che si era diffusa, del fatto che la WCKD voleva trovare una cura ma con mezzi troppo cruenti e troppi sacrifici, e infine del fatto che essere intrappolati lì dentro era un semplice test per osservare le loro attività cerebrali. - quindi tu sostanzialmente ci stai dicendo che siamo stati rinchiusi qui dentro per quasi tre anni solo per una specie di TEST!- il ragazzo asiatico urlava gesticolando in modo incomprensivo. - calmati Minho!- disse il tono severo di Newt che spinse Minho a smettere di blaterare e sedersi. - sono venuta qui per aiutarvi ad uscire- affermai con tono deciso, - certo- ridacchiò Gally, - noi la cerchiamo da tre anni questa uscita del caspio, e ti sembra che l'abbiamo trovata? Cosa ti fa pensare che tu sei in grado di aiutarci ?- mi si avvicinò facendomi indietreggiare. Quelle parole mi riempivano di rabbia, non avevo fatto di certo fatto tutta quella strada per farmi insultare da uno stupido ragazzino. -io sono stata in quel labirinto per quattro giorni, quattro fottuti giorni a correre via da quei mostri, quattro fottuti giorni sono dovuta sopravvivere senza dormire nè mangiare, ho più resistenza di tutti voi messi insieme, quindi sinceramente credo di esservi utile- gli risposi in un tono fermo, ma percepivo che la mia voce tagliente squarciava l'aria piena di tensione che si era creata. Gally si era allontanato da me rimettendosi nella stessa posizione in cui stava prima, braccia incrociate al petto appoggiato al tavolo. sospirai soddisfatta di essermi fatta rispettare guardando i ragazzi uno ad uno. Notai che avevano gli occhi sgranati, - whoo... mi stai dicendo che hai affrontato i dolenti per quattro giorni ?- esclamò Minho, sul suo volto riconoscevo un espressione sorpresa ma esaltata nello stesso istante. annuii senza dire una parola. - beh questa Fagio ha fegato, io direi di nominarla velocista- disse Minho guardando Alby. quest'ultimo corrugava la fronte, come se stesse riflettendo intensamente, squadrandomi da capo a piedi. mi dava fastidio, mi sentivo troppo osservata e al centro dell'attenzione, e a me non piaceva per niente. - per una volta sono d'accordo con te Minho, è sopravvissuta ben quattro giorni con i dolenti, se la sa più che cavare- poi con un mezzo sorriso mi alzò il polso e annunciò a gran voce -abbiamo una velocista-.


the maze runner - No Time To StayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora