...Ready For It?

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Are you ready for it?
Oh, are you ready for it?
Baby, let the games begin
Let the games begin

["...Ready for it?" - Taylor Swift]






Mamma insistette per partire prima del previsto in quanto mossa dall'emozione aveva timore che avremmo fatto troppo tardi finendo per perdere il nostro volo.

Pertanto lasciammo casa alle cinque del mattino per giungere in aeroporto.

Una cupa atmosfera che sovrastava il lurido e immondo quartiere dormiente che avevo abitato per tutta la vita.

Il leggiadro velo che copriva quei palazzi cadenti e quei vicoli colmi di germi mi faceva sentire come se stessi lasciando il patibolo o risalendo dall'inferno.

Percepii un'insolita sensazione di sollievo guardandomi intorno spaesata con la bocca semichiusa.

Addio Chicago, a mai più!

Voltai il capo dando in tal modo le spalle ai condomini pericolanti e diroccati rischiarati dalla luce lunare.
Alcuni tra i palazzi erano decorati con vecchie luci natalizie spente che i più svogliati lasciavano tutto l'anno in vista del Natale seguente.
"Tanto Natale torna ogni anno, perché dovrei fare lo sforzo di toglierle e rimetterle ogni volta?" dicevano a loro stessi per giustificarsi.

Diedi una rapida occhiata ai sedili anteriori e sorrisi dolcemente notando mio fratello Jake già appisolata in un'insolita e alla vista scomoda posizione.
Ricordo di aver pensato a quanto fosse dolce la sua espressione rilassata, quando non parlava e non si dimenava sembrava un angelo dai lineamenti soavi.
Subito dopo la mia constatazione Jake iniziò a russare pesantemente rovinando completamente l'atmosfera e facendomi sbuffare una risata.

I miei occhi, dalle iridi color acqua stagna, si concentrarono per pochi secondi sulla sagoma ridente di mia madre.

Vederla felice era proprio ciò che desideravo in quel momento, meritava davvero di essere spensierata dopo tutto quello che aveva affrontato potendo contare solo su se stessa.

Infilai gli auricolari nelle orecchie e mi lasciai andare alle meravigliose note di Coming Back To Life dei Pink Floyd.
Quella canzone, quella maledetta canzone, non fece che aumentare la mia voglia di arrivare in California e chiudere definitivamente un capitolo della mia vita che volevo solo dimenticare.









"Svegliati, cretina" mi sembrò di udire una voce da me in quel momento impossibile da riconoscere.
Mi accorsi subito dopo di portare ancora le cuffiette le quali trasmettevano flebilmente Californication dei Red Hot Chili Peppers.

Una mano si avvicinò bruscamente al mio volto sfilandomi un auricolare con forza.

"Alzati deficiente, siamo arrivati" mi ordinò nell'orecchio una vocina squillante e irritante.
La mano che mi si era avvicinata precedentemente continuava a tastarmi gli zigomi e le guance.

Scossi la testa celermente e ringhiai a mio fratello con l'intenzione di minacciarlo o maledirlo.
Ciononostante la sola cosa che fuoriuscì dalle mie labbra fu: "Un giorno o l'altro morirai e quel giorno io sputerò sul tuo cadavere".

"Ti voglio bene anche io sorellona" mi rispose lui quando aprii gli occhi. Sul suo volto malandrinò era dipinto un sorrisetto compiaciuto.

Mi scompigliò i bruni capelli e in seguito mi accarezzò la fronte delicatamente.

Mia madre fortunatamente ci interruppe permettendomi in tal modo di trattenere l'impulso di colpire la faccia da schiaffi di mio fratello.

"Ragazzi, aiutatemi con i bagagli su" strillò mamma con la sua usuale e consueta delicatezza.

𝘍𝘳𝘪𝘦𝘯𝘥𝘴 𝘢𝘳𝘦 𝘵𝘩𝘦 𝘧𝘢𝘮𝘪𝘭𝘺 𝘺𝘰𝘶 𝘤𝘩𝘰𝘰𝘴𝘦//𝐶𝑂𝐵𝑅𝐴 𝐾𝐴𝐼Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora