Territorial Pissings

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             "Calm down princess"————————————————————

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             "Calm down princess"
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"Un attimo" dico.
"Hai visto Kyler?" gli chiedo guardandolo negli occhi.

"È qui fuori" enuncia lui a testa bassa.

"Stai scherzando? Ora esco e lo picchio a sangue"

Sento Miguel sospirare e mettersi a ridere.
Perché sta ridendo? Trova che non sia capace di farlo?
Non appena alza il capo la sola cosa che faccio è guardarlo male, i miei occhi sono pieni di confusione e sentimenti contrastanti.

"Cosa vorresti intendere con quell'orribile risata?" domando scrutandolo biecamente. Alzo leggermente le sopracciglia in attesa di una sua risposta.

"La mia risata non è orribile".

Miguel tenta di alzare un dito per puntualizzare ciò che ha detto. Tuttavia siamo fin troppo attaccati l'uno all'altra perché riesca nel suo intento.
Alla fine si arrende. Sul suo viso è presente una smorfia rassegnata e divertente.

Dall'alto della sua superiorità da karateka, Miguel non si è accorto di quanto sia stato estremamente impacciato e totalmente imbranato (come sempre d'altronde).

È tanto idiota quanto carino in questo momento.

Nonostante la voglia di sorridere per la sua goffaggine mi sento ancora leggermente indignata.

"Non hai risposto alla domanda" intimo io.

"Perché non vieni al Cobra Kai anche tu?" mi propone fissandomi.

"Il tuo dojo?" domando per sicurezza. Non ricordo mi avesse detto un nome, pertanto devo esserne certa.
Senza proferire parola egli annuisce.

Deglutisce.

Mi dispiace dirgli di no così sul momento, sarebbe troppo sgradevole per lui se gli chiedessi un po' di tempo per pensarci?
In realtà per ora ho le idee abbastanza chiare.

Il mio precedente quartiere di Chicago era colmo di criminali, stupratori e uomini inaffidabili. Era in sintesi un luogo per niente adatto ad una ragazzina come me o ad una famiglia simile alla mia.
Con il passare del tempo ho compreso la necessità che avevo di difendere non soltanto la mia persona ma anche mia madre è il mio fratellino.
Ho imparato bene a proteggermi.

Nessuno mi ha mai insegnato niente: non ho avuto un padre apprensivo è preoccupato della mia salute, né tanto meno una madre sempre presente.
Ella si è sempre sforzata di farci vivere una vita agiata, desidera che la nostra esistenza sia abbiente e lasciva nonostante non ci siano le possibilità.
Con il lavoro, i turni di notte e tutti gli impegni che ha avuto per portare la cosiddetta "pagnotta" a casa, non ha avuto il tempo né le energie per insegnarmi cose del genere.

Pertanto ho appreso da sola che una ragazza come me non sarebbe mai sopravvissuta in quel mondo atroce e straziante, abitato da malviventi e malintenzionati, se non avesse cambiato la situazione.

𝘍𝘳𝘪𝘦𝘯𝘥𝘴 𝘢𝘳𝘦 𝘵𝘩𝘦 𝘧𝘢𝘮𝘪𝘭𝘺 𝘺𝘰𝘶 𝘤𝘩𝘰𝘰𝘴𝘦//𝐶𝑂𝐵𝑅𝐴 𝐾𝐴𝐼Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora