Alzo il capo arrabbiata, sembrerà stupido ma mia madre mi aveva acquistato da poco questa maglia; inoltre anche se fosse stata vecchia mi sarei infuriata.
Il mio sguardo incontra un uomo in piedi che mi osserva.
È più grande di me di almeno trent'anni ma il suo viso bianco e sciupato, probabilmente per via dell'enorme quantità di alcolici che ingerisce, lo rende più vecchio.
Ho ipotizzato che egli beva più di quanto si faccia normalmente per via delle sue profonde occhiaie e per il forte odore di birra che emana.
Mi guarda senza muovere un muscolo del volto, completamente immobile.Gli occhi chiari e sottili dotati di una ferocia disarmante sono ancora fissi su di me. La sua giacca in pelle danneggiata, i suoi capelli ramati arruffati e sporchi quasi simili a ramoscelli macchiati, le sue scarpe in tela per metà spezzate e completamente ricoperte da graffi: tutto di lui ricorda spaventosamente un barbone alcolizzato.
In una mano è stretta una verde bottiglia vitrea, avvolgeva fortemente il palmo sinistro attorno un ulteriore bottiglietta di plastica colma di liquido arancione (probabilmente lo stesso che macchia la purezza bianca della mia maglia)."Sta più attenta ragazzina" mi rimprovera improvvisamente l'uomo dai capelli biondi. Quando apre la bocca riesco a vedere i suoi denti: sono ben curati, ciò significa che sicuramente non è un senza tetto come supponevo.
La sua espressione si era indurita nel momento in cui aveva parlato, mi scruta con aria di superiorità."Veramente non ha intenzione di aiutarmi ad alzarmi o per lo meno scusarsi per essermi venuto addosso?" domando stringendo le dita sulla caviglia, comincia a farmi più male.
"Ascolta ragazzina" comincia agitando la bottiglia di birra in aria e guardandosi attorno.
"No ascolti lei, non mi interessa se ha dei problemi di qualunque tipo, non mi interessa nemmeno che lei mi aiuti se è per questo. Semplicemente lei ha il dovere di scusarsi con me"
Faccio immediatamente una smorfia di dolore, avevo premuto troppo forte sul mio punto dolorante mentre parlavo.
"Tu mi sei venuta addosso perché prestavi attenzione a quel tuo aggeggio elettronico, ti sei sporcata? Problema tuo. Ti sei fatta male alla caviglia? Problema tuo" prende un sorso dalla bottiglia sicuramente piena di alcol e sospira felicemente sorridendomi sornione.
Mi alzo con fatica, la gamba sulla quale sono caduta trema, non sento più la parte posteriore del piede, il mio tallone? Scomparso.Mi avvicino quel poco che basta all'uomo e lo guardo, sono poco più bassa di lui perciò è facile che non si senta minacciato da me.
Egli continua a bere senza prendere fiato, si è allenato a trattenere il respiro così al lungo?
Mi stiro fino ad arrivare a toccare il suo avambraccio, afferro la bottiglia rapidamente e la svuoto ancor più velocemente: tutto il liquido finisce sulla ghiaia che si trova a terra.
Tutte le mie azioni le ho svolte con gli occhi fissi nei suoi, stupendi occhi celesti annebbiati dall'alcol.
Non so da dove sia spuntato questo coraggio: probabilmente perché mi trovo a pochi passi da casa e potrei fuggire e rinchiudermi dentro prima di venire uccisa e in seguito buttata in una piscina; altrimenti potrebbe essere per la grande quantità di criminali che bussavano alla mia porta quando abitavo a Chicago, sta di fatto che sono orgogliosa della mia improvvisa intrepidezza.
"Vede questo? È un suo problema" affermo.
Prima che l'uomo potesse fare qualcosa sento una voce familiare strillare. Credo di aver già udito questo particolare tono di voce ma non riesco ad associarlo ad un volto specifico."Sensei come trova la Fanta?" la misteriosa voce grida questo.
Sento dei passi avvicinarsi e vedo un ragazzo alto, dai capelli scuri e la carnagione olivastra avvicinarsi.
Improvvisamente il passo si velocizza fino a diventare una corsa e con la coda dell'occhio riconosco Miguel.
STAI LEGGENDO
𝘍𝘳𝘪𝘦𝘯𝘥𝘴 𝘢𝘳𝘦 𝘵𝘩𝘦 𝘧𝘢𝘮𝘪𝘭𝘺 𝘺𝘰𝘶 𝘤𝘩𝘰𝘰𝘴𝘦//𝐶𝑂𝐵𝑅𝐴 𝐾𝐴𝐼
Fiksi Penggemar𝘍𝘳𝘪𝘦𝘯𝘥𝘴 𝘢𝘳𝘦 𝘵𝘩𝘦 𝘧𝘢𝘮𝘪𝘭𝘺 𝘺𝘰𝘶 𝘤𝘩𝘰𝘰𝘴𝘦 𝙹𝚎𝚗𝚗𝚒𝚏𝚎𝚛 𝙼𝚒𝚕𝚕𝚎𝚛, 𝚛𝚊𝚐𝚊𝚣𝚣𝚊 𝚌𝚑𝚎 𝚗𝚘𝚗 𝚑𝚊 𝚖𝚊𝚒 𝚌𝚘𝚗𝚘𝚜𝚌𝚒𝚞𝚝𝚘 𝚒𝚕 𝚟𝚎𝚛𝚘 𝚎 𝚙𝚛𝚘𝚙𝚛𝚒𝚘 𝚜𝚎𝚗𝚜𝚘 𝚍𝚎𝚕𝚕'𝚊𝚖𝚒𝚌𝚒𝚣𝚒𝚊, 𝚜𝚒 è 𝚊𝚙𝚙𝚎𝚗𝚊 𝚝𝚛...