-Those 40 seconds seemed endless-

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-Mhm... Come fai a conoscermi?

Quando pronunció queste parole potei letteralmente sentire una scossa attraversarmi tutto il corpo.

Tremai,
tremai come una foglia.

Il mio cuore batteva all'impazzata e ormai mi stavo chiedendo quando sarei morto per attacco cardiaco:

Quei 40 secondi sembravano infiniti.

-I-io....

Balbettai.

Sentendo la mia voce ad un certo punto mi resi conto di sembrare un patetico ragazzino alle prese con il bullo della scuola, e allora mi diedi una mossa a cercare di essere piú credibile.

Respirai profondamente per la seconda volta, incredibile come una persona che conoscessi a mala pena mi riuscisse a mettere in crisi per ben due volte con solo uno sguardo e due paroline spiaccicate.

-Shinigami, ecco di cosa voglio parlare.

Dissi piú sicuro, certo che nessuno sapesse della leggenda degli Shinigami in un bar disperso a South Bronx.

Le pupille del biondo si dilatarono, e pian piano un'espressione di sorpresa mista alla rabbia attraversarono la sua faccia.

-Tu piccolo mocciosetto-

Un moto di coraggio mi attraversó il cuore, e riuscii a rispondergli.

-Zitto. Ho le mie fonti, e non ti conviene insultare uno dei tuoi possibili carnefici.

Sorrisi mentre il biondo era in preda ad una crisi di rabbia.

Lo vidi avvicinarsi e prendermi da un braccio, per poi trascinarmi fuori dal locale.

É fatta, ce l'ho in pugno.

Arrivammo in un vicoletto dove era parcheggiata anche la sua moto;
Lasció la presa sul mio braccio solo per sbattermi contro il muro -o quello che ne rimaneva- di un vecchio palazzo e avvicinarmi un coltellino alla gola.

Strano ma vero, non avevo paura.

I brividi e le strette al cuore del suo sguardo e delle prime parole che ha pronunciato rivolgendosi a me erano ormai un lontano ricordo, seppellito da quella sensazione di coraggio che mi ardeva nel petto.

-Quindi, mocciosetto?

Ringhió tra i denti stretti.

-Non dovresti sentirti tanto grande, ci passiamo si e no solo tre anni.

Conficcó il coltellino contro una fessura del muro, andando vicino al mio viso volontariamente.

-Sai, a primo impatto mi sei sembrato solo un ragazzino straniero impertinente, ma adesso dimmi come fai a conoscere tutte queste cose di me.

-Non solo di te.
Gli sorrisi.

-Anche di Jeevas, caro Mihael.
Pronunciai bene il suo nome, facendogli capire che la volta prima avevo appositamente sbagliato per coprirlo.

-Sai, potrei farti tacere per sempre in questo dannatissimo momento. Rispondi. alla. mia. domanda.
Scandí le sue ultime parole.

-I documenti della Wammy's, semplice no?

-Come...?

-Te l'ho detto, ho le mie fonti.
Sorrisi nuovamente.

-E se ti puó far piacere so anche il nome e la faccia di quel bastardo che ha creato tutto questo casino.

Miaeru assunse un espressione curiosa, capendo a chi mi riferivo.

-Kira, io so chi é Kira.

Guardai l'orologio ignorando Mihael, che cercava di assorbire l'informazione che gli avevo appena fornito.

40 secondi precisi, vediamo di che cosa si muore adesso.

//ησтєѕ ƒяσм ηєω уσякDove le storie prendono vita. Scoprilo ora