A dire il vero me lo ricordavo.
Mi ricordavo quanto male mi avesse fatto lasciare l'Università per sconfiggere l'incubo che mi perseguitava fin da bambino:
I mostri esistono per davvero.
Ma ve lo immaginate?
Non erano nella mia testa, oh no, erano dappertutto attorno a me.Mi veniva da piangere.
Sapere che il mondo fosse veramente così, sapere che le cose andassero veramente così.
Forse io non sono un genio.
Forse ho solo scoperto la realtà troppo in fretta.
Non una singola nottata avevo passato senza piangere, senza singhiozzare, senza lasciare la mia anima sprofondare nell'oscurità della stanza.
Avevo paura.
Ero piccolo, ero spaventato, lo sono tutt'ora.
I sorrisi diventarono facciate indifferenti, le sedute dalla psichiatra aumentarono:
Una volta avevo raggruppato tutte le prescrizioni per farmaci in un mazzetto che aveva raggiunto l'impressionante volume di 10 centimetri.
Mi ero limitato a ridere svogliatamente.
Eppure, se ritornavo indietro nei ricordi, non avevo mai aperto bocca davanti alla psichiatra.
Non avevo mai aperto bocca davanti alla mamma o al papà preoccupati.
Non avevo mai aperto bocca davanti alla zia o alla nonna.
Non avevo mai aperto bocca davanti ai compagni o alle insegnanti.
E col tempo se ne erano semplicemente scordati tutti.
Contavo i giorni, avevo iniziato inconsapevolmente a preparare tutto da quando avevo otto anni:
Università a Los Angeles, un ragazzo che si meritava un brillante futuro ma che per colpa dela criminalità scomparve.
Faceva schifo, mi sentivo uno schifo, anche se ero solo l'intellettuale del gruppo.
Vedevo morte dappertutto,
I ragazzi che venivano reclutati erano solo carne da cannone e, giorno dopo giorno, sprofondavo sempre di più nel buio che i mostri mi avevano lasciato.In confronto a quello i lividi lasciati dagli spari attutiti dal giubbotto antiproiettile, i famosi 13 secondi di pestaggio, le vertebre inclinate e i pugni sul naso non erano nulla.
Nulla di neanche lontanamente paragonabile alla morte che vedevo ogni giorno.
Forse gli antidepressivi mi salvavano veramente.
Ecco perché era fondamentale prendere tre pillole al giorno, ma purtroppo la cosa non era concepibile.
Penso che fu da lì che iniziò il casino.
N.A
Mi sono informata meglio sulla criminalità organizzata, e mi dispiace veramente della cattiva idea che ho reso della storia.
Non era assolutamente mia intenzione screditare una realtà così straziante, e a dire il vero non ho neanche curato particolarmente la backstory del personaggio.
Spero di poter rimediare nei prossimi capitoli,
Scusatemi ancora.
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//ησтєѕ ƒяσм ηєω уσяк
FanfictionMELLOx(Male!) OC! //(ITA!) --------------------------------------- And then, I took the pen in my hand, resting it on the paper with the flickering hand. "Now everything was clearing as tears gave my face; while I regretted not understanding it...